Gli stabilimenti balneari? Si potranno demolire e ampliare. La novità in un comune della Versilia, le eccezioni e la postilla da considerare
La misura è contenuta nel nuovo piano degli arenili: c’è l’ok della commissione. Il progetto deve passare dal consiglio comunale
PIETRASANTA. Gli stabilimenti balneari, nel prossimo futuro, potranno essere demoliti, ricostruiti e ampliati. Tutti, a eccezione della Bussola e di un edificio del Nimbus. In poche parole i 105 stabilimenti che si allungano da Fiumetto a Focette, forse già nel 2026, aste o non aste, potranno cominciare a cambiare volto. A prevederlo il nuovo piano arenili che dopo il via libera da parte della commissione urbanistica approderà in consiglio comunale nelle prossime settimane.
Una novità normativa, ovviamente applicabile a discrezione del concessionario di turno, che in realtà non si limita solamente ai bagni, ma include tutti gli edifici esistenti, per intendersi anche le attività commerciali, presenti sulla fascia che va dal viale a mare fino alla spiaggia. Ma perché il nuovo Pua consente tutto questo? Semplicemente perché il piano in questione considera questi edifici come recenti o comunque di nessun valore architettonico.
Con una postilla di cui tenere conto: mentre nel Piano Operativo gli immobili realizzati prima del 1954 vengono certificati storici e quindi sottoposti a mille vincoli, per gli stabilimenti balneari questa soglia temporale non ha alcun valore. In pratica se lo stabilimento è stato realizzato prima del 1954 ai fini del piano arenili non cambia assolutamente niente: potrà essere rifatto ex novo. E, come da premessa ampliato. Quanto ampliato? Le possibilità di intervento si condensano in addizioni volumetriche (ampliamenti dal 5 al 10% della superficie esistente) che può arrivare fino al 20% nel caso di sostituzione edilizia, appunto demolizione e ricostruzione. Percentuali molto importanti. E se è vero che non è prevista alcuna tutela della storicità degli stabilimenti è altrettanto vero che le disposizioni per le tecniche di ricostruzione, leggendo le norme, sono abbastanza generiche, visto che si fa riferimento materiali ecosostenibili, ad alta qualità architettonica, senza però, a titolo di esempio, fare alcuna menzione alla facile rimozione.
Cosa cambia e cosa c’è da sapere
Ovviamente le cabine, per struttura e disposizione, resteranno come oggi e ovviamente ancora non si potranno utilizzare colori per le strutture poco in linea con la tradizione balneare versiliese, ma il 20% di ampliamento consentirà al progettista di turno di sbizzarrirsi e magari di realizzare terrazze vista mare o spazi fitness oggi non proprio di tendenza sul litorale di Marina. Litorale che, in scia al piano arenili, è stato diviso in tre zone: Focette Motrone; Tonfano e Fiumetto. Per ogni area è prevista una scheda con le tipologie di intervento, tra esse molto simili, fatta eccezione per Tonfano dove a differenza delle altre località sarà possibile rialzare di un piano la casa di guardianaggio. Sullo sfondo resta la perplessità di qualche balneare di lunga militanza: «Il nuovo piano arenili, così come pensato, rende ancora più interessante per le grandi società investire a Marina e di conseguenza partecipare alle aste: dove lo ritrovi un litorale con 100 stabilimenti balneari – dicono dalla categoria – che puoi rifare di sana pianta a tuo piacimento? Con queste prospettive non solo rischiamo di perdere la concessione a vantaggio di imprenditori con molta più disponibilità economica, ma di vedere cancellata anche la nostra identità turistica».