Viareggio, un Carnevale da record: l’incasso e le presenze dell’edizione 2025. I numeri di un successo
Oltre 400mila le presenze totali nei sei corsi mascherati: mai così tante. Senza precedenti gli introiti per i cumulativi, il Giovedì e il Martedì Grasso
VIAREGGIO. Record di biglietti cumulativi venduti, quantomeno dal 1990 – anno a partire dal quale si hanno dati certi – a oggi. Record d’incasso per la sfilata tanto del Giovedì Grasso quanto del Martedì Grasso. Record d’incasso per un singolo corso mascherato, con un milione e 148.682 euro al botteghino. E record d’incassi in totale con quattro milioni e 799.141 euro (lordi). Quasi una passerella d’onore, per la Fondazione Carnevale, la conferenza stampa convocata ieri mattina in Cittadella per illustrare i dati degli incassi dell’edizione che si è conclusa martedì scorso.
Oltre ogni previsione
E dire che nel bilancio di previsione per il 2025 la Fondazione aveva stimato che arrivassero dalle biglietterie – voce che comprende sia i cumulativi, gli abbonamenti per accedere a tutte le sei sfilate, sia gli ordinari per partecipare alla singola sfilata – tre milioni e 360mila euro. Una cifra, questa, messa a bilancio basandosi sulla media delle ultime tre edizioni. Ebbene, se si eccettua il primo corso, posticipato da sabato 7 a domenica 8 febbraio causa maltempo e per il quale molti turisti avevano chiesto il rimborso non potendo più assistervi, tutte le altre sfilate hanno fatto registrare numeri da capogiro. Fino ad arrivare al nuovo record d’incassi complessivi di quattro milioni e 799.141 euro lordi: buona parte di questo esubero di guadagni andrà ai costruttori di carri e mascherate, come prevede ormai da anni il bando di concorso.
Progressione a salire
Un risultato sensazionale, pensando soprattutto alla partenza tutt’altro che lanciata: il primo corso ha infatti fruttato 278.882 euro, quasi 300mila euro in meno rispetto alla sfilata inaugurale di un anno fa, che però si svolse di sabato. Da lì, il Carnevale ha piano piano spiccato il volo: 770.975 euro al secondo corso (record), 546.500 euro al terzo, 153.889 euro il Giovedì Grasso (record per una sfilata che fino a un anno fa non era andata oltre i 90mila euro d'incasso), addirittura un milione e 148.682 euro alla quinta sfilata di domenica scorsa (record per un singolo corso: battuto il record di un anno fa di 974.696 euro) e, infine, 432.083 euro il Martedì Grasso (record). Senza dimenticare il milione e 468.130 euro arrivato dalla vendita di 35.636 biglietti cumulativi, il dato più alto negli ultimi 35 anni.
Presenze in aumento
Certo, il dato più significativo è quello delle presenze, laddove l’incasso può essere più alto in presenza di un aumento del costo dei biglietti. Biglietti che, però, non erano stati ritoccati rispetto a dodici mesi fa. E infatti il primato d’incassi va di pari passo con quello delle presenze, almeno per quanto riguarda gli anni in cui ne è stata tenuta traccia: 409.582 nell’edizione appena conclusa rispetto alle 374.298 di un anno fa. «Adesso è tutto tracciabile grazie ai codici a barre sulle tessere d’ingresso e sui biglietti – spiega Marialina Marcucci, presidente della Fondazione Carnevale – la tecnologia ci consente di calibrare in tempo reale il numero di persone che entrano ed escono, rimanendo sempre vicini al limite massimo di 80mila spettatori che comprende tutto – biglietti cumulativi e ordinari, tessere d'ingresso per maschere e addette ai lavori, personale della sicurezza».
Scommessa vinta
Marcucci ricorda che già nel 2017, anno del suo primo Carnevale da presidente della Fondazione, fu costretta ad annullare con un giorno di anticipo il corso mascherato inaugurale. «Però eravamo appena arrivati, lo recuperammo in coda a tutti gli altri: stavolta, dopo anni di esperienza, l'abbiamo posticipato al giorno immediatamente successivo ed è stata una scommessa sul piano organizzativo. Devo ringraziare gli albergatori che hanno consentito ai loro clienti di effettuare il check-out nel pomeriggio anziché la mattina, dando loro la possibilità di godersi la sfilata». Bene anche il Martedì Grasso «che dà la possibilità ai viareggini di godersi il corso» e il Giovedì Grasso «se si tiene conto che il biglietto costava di meno rispetto alle altre sfilate», come sottolinea il vicepresidente Marco Szorenyi. «Non solo non è più una rimessa, ma porta anche dei guadagni».