Il Tirreno

Il personaggio

Vittorio Sgarbi, il racconto della malattia: «La depressione e i fantasmi che non posso allontanare»


	Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

Il politico e critico d’arte spiega di aver perso molti chili e di passare molto tempo a letto: «Le vicende giudiziarie sono devastanti»

3 MINUTI DI LETTURA





«Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare. Ho sempre dormito poco. Ora passo molto tempo a letto». Vittorio Sgarbi si racconta - del suo rapporto con sua madre, degli studi con Arcangeli, i tempi della tv e i guai giudiziari - e parla della sua malattia. Il critico d'arte, nel corso dell'intervista ad Antonio Gnoli, pubblicata su Robinson, inserto del quotidiano 'Repubblica', si chiede cosa sarà di lui nel futuro: '«È una domanda che non posso evitare sapendo oltretutto che la mia attuale malinconia o depressione è una condizione morale e fisica che non posso evitare. Come abbiamo il corpo così ci sono anche le ombre della mente, dei pensieri, fantasmi che sono con noi e che non posso allontanare. Non ne avevo mai sofferto. Mi sembra un treno che si è fermato a una stazione sconosciuta».

Il peso delle vicende giudiziarie

Ma quanto le vicende giudiziarie stanno influendo, quanto stanno minando questa fase della sua vita? «In modo intenso, direi devastante - afferma Sgarbi - Di alcuni atti, eseguiti in assoluta naturalezza, mi vengono imputati una serie di comportamenti che non erano i miei. Ho sempre cercato di avere cura e attenzione per le opere. Come spero di uscirne? Sperando che si affermi una verità, che è la verità dello spirito con cui ho fatto queste cose», ha aggiunto. 

Il medico: «Non è una malattia legata a una mancanza»

Rispetto alla depressione «il primo grosso errore di fondo è quello di confonderla con lo sconforto per qualcosa che va male nel proprio vissuto. In realtà parliamo di una malattia che prescinde da una situazione oggettiva, dalle vicende dolorose della vita. E' una malattia, non legata semplicemente a una risposta al fuori, ma viene dal dentro e blocca le energie». In questo senso ancora oggi spesso «stupisce la testimonianza di persone famose, perché pensiamo che la depressione nasca da una mancanza, che non possa appartenere a chi è realizzato, a chi ha tutto. Ed è per questo che parlarne nella sua concretezza di sofferenza è sempre utile».A dirlo all'Adnkronos Salute Emi Bondi, presidente uscente della Società italiana di psichiatria (Sip), che commenta la lunga intervista di Vittorio Sgarbi.

«C’è ancora molto stigma»

«Dalle parole di Sgarbi ne traspare il peso", evidenzia Bondi. Rispetto alla depressione, continua, "c'è ancora molto stigma, c'è ancora molta paura. Fatichiamo a considerarla quella che è: una malattia che ci fa vedere le cose in modo completamente diverso, ci toglie lo slancio vitale, l'energia per affrontare le problematiche. Quindi il fatto che se ne parli, se ne parli sempre di più con libertà, con serenità, come si parla di altre malattie, è molto importante per avvicinare le persone alle cure, per evitare che si debbano sentire anche in colpa per 'non essere in grado di farcela'. La malattia è già una tragedia, è già una disgrazia, non dobbiamo metterci sopra anche il carico quasi che fosse colpa nostra», aggiunge Bondi ricordando che «parliamo di un disturbo molto comune». I dati indicano, infatti, che «il 6% della popolazione ha un episodio depressivo, una percentuale importante. Se poi parliamo dell'intero arco della vita, arriviamo a una persona ogni 4. Le donne, sappiamo, sono più colpite rispetto agli uomini. E ci sono dei momenti della vita in cui possiamo andare più facilmente incontro a questi episodi. La senilità, ad esempio, a volte è un momento critico, perché chiaramente ci sono limiti fisici, come dice in maniera molto bella anche Sgarbi nell'intervista, che possono in qualche modo logorare le nostre energie nervose e quindi portarci poi verso un episodio di depressione. La vita può richiedere più energie di quelle che possediamo e questo, in soggetti predisposti o in momenti particolari di debolezza anche fisica, può aprire le porte alla depressione», conclude.

In Primo Piano
Guerra

L’Ucraina dice sì a una tregua immediata di 30 giorni. Trump: «Spero che Putin accetti»

Sani e Belli