Viareggio e il far west dei saldi: i commercianti chiedono controlli e nuove regole
Aspettative buone, ma non mancano critiche
VIAREGGIO. Terminato il periodo dello shopping natalizio, principalmente finalizzato alla ricerca di regali da fare ai propri cari, è iniziata ora la fase degli acquisti in saldo
Dalla giornata di ieri, infatti, anche a Viareggio – come nella quasi totalità della penisola – sono partiti i saldi di “fine stagione”. Le virgolette sono d’obbligo, visto che la stagione invernale è partita da appena un paio di settimane. Se da un lato c’è ottimismo e grande attesa per un periodo che, negli ultimi anni, ha fatto registrare incassi record, dall’altro non mancano critiche da parte dei commercianti, in particolar modo del settore abbigliamento, che chiedono regolamenti adeguati e maggiori controlli.
«Le aspettative per questo periodo di saldi sono buone come sempre – afferma Piero Bertolani, presidente di Confcommercio e titolare di negozi in città – ma il tema più urgente è senza dubbio quello della regolamentazione. Ogni anno viene proposto il posticipo dell’inizio dei saldi, il che può anche essere un discorso giusto, ma il vero nocciolo della questione è che ci sia uniformità nel settore, che le regole valgano per tutti allo stesso modo. E quando dico questo – continua Bertolani – penso in modo particolare al web e alla vendita di capi di abbigliamento online, ambito in cui è troppo semplice avallare la minima normativa. Troppo spesso si vedono prezzi che salgono e poi scendono in modo arbitrario per dare l’idea di uno sconto che in realtà non c’è, oppure promozioni che perdurano anche oltre periodi consentiti. Uno strumento che opera in tal senso è quello della web tax, un’imposta che si applica a tutte le aziende che offrono servizi digitali e che nel 2025 verrà applicata a tutti, e non solo, com’era stato finora, alle aziende con ricavi oltre i 750 milioni di euro. È un segno che qualcosa di muove, ma è un’imposta al 3% ed è sempre troppo poco».
«Io sono dell’idea che l’inizio dei saldi vada assolutamente posticipato, sia di quelli invernali che di quelli estivi – commenta Alioscia Taccola, titolare del negozio Easyshop – Inoltre sarei favorevole anche alla riduzione della durata: un mese secco sarebbe una manna dal cielo per i commercianti. Basti pensare al 2020, quando i saldi estivi vennero posticipati di un mese e iniziarono ad agosto, per noi fu l’ideale. In questi giorni sono riuscito a vendere qualcosa dell’invernale, ma la maggior parte delle persone aspetta naturalmente i saldi, visto che arrivano molto, anzi troppo, presto».
Sulla stessa lunghezza d’onda è Roberto Del Monte, la cui famiglia è proprietaria, da sempre, dell’omonimo negozio di via Garibaldi, che parla di «leggi che sono ferme a 60 anni fa, quando vennero fatte per favorire l’espansione dell’appena nata grande distribuzione. Il settore dell’abbigliamento, per come è pensato ora, è fatto per stritolare i piccoli commercianti – continua Del Monte – È allucinante vedere negozi che, spesso tramite ridicole scappatoie semantiche, millantano promozioni 12 mesi l’anno, ovviamente molte volte non veritiere. Devono urgentemente essere riviste le leggi che regolano il nostro settore e devono esserci controlli seri da parte degli enti preposti e delle associazioni di categoria. Da noi, come ogni anno, i nostri clienti troveranno a saldo solo capi della scorsa stagione, mentre quelli dell’attuale stagione invernale saranno a prezzo pieno, nella più totale trasparenza. Non è possibile – conclude lo storico commerciante – che io debba vendere alla metà del prezzo un capo che ho ricevuto, pagandolo per quanto costa, solo pochi giorni fa. Non conosco nessun commerciante che faccia questo lavoro con l’intento di rimetterci dei soldi. E a tal riguardo, attribuisco una certa colpa anche a chi intima continuamente ai consumatori di assicurarsi che quello in saldo sia un capo della stagione corrente, come se fosse una regola, fornendo un’idea sbagliata di come dovrebbero andare le cose».