Previdenza
Marco Giannini, la dinamica dell'incidente e un destino killer. S’indaga sul carico del tir: era ben ancorato?
La vittima si è trovato di fronte una lastra di 28 tonnellate appena caduta da un tir. La tragedia è avvenuta sullo svincolo tra la Fi-Pi-Li e la Variante per arrivare a Livorno
LIVORNO. Si è trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Sarebbero bastati pochi secondi e Marco Giannini – 38 anni di Forcoli, nel comune pisano di Palaia, e responsabile delle terapie oncologiche per la farmacia ospedaliera di Livorno – sarebbe ancora fra noi. Insieme ai suoi amati nipotini e in prima fila ai concerti di Vasco Rossi, di cui era fan accanito. Ma il destino, purtroppo, non ha voluto così. Perché ieri mattina, mercoledì 8 gennaio attorno alle 7, una volta imboccato lo svincolo della Fi-Pi-Li di Livorno centro, che percorreva ogni mattina per andare al lavoro, ha incrociato un camionista che proprio in quel momento ha perso dal rimorchio una lastra d’acciaio di 28 tonnellate che, dalla direzione opposta alla sua, è caduta sulla carreggiata e ha distrutto lo spartitraffico centrale catapultandolo proprio davanti a Marco, che con la sua Bmw non ha avuto il tempo di far niente: ci è finito sopra con le ruote, perdendo aderenza e facendo un volo di oltre dieci metri, finendo nella scarpata sottostante e poi in un canale accanto allo Scolmatore, dove è stato trovato morto dai sommozzatori dei vigili del fuoco.
Indagato il camionista
È questa la dinamica del tragico incidente stradale che per ore ieri ha tenuto chiuso lo svincolo labronico della Firenze-Pisa-Livorno. Un urto violentissimo, con la lastra d’acciaio slegata dalle cinghie che la tenevano ancorata al pianale del rimorchio, trascinata per qualche metro e che poi, mollandosi del tutto, ha spaccato perfino i tondini di ferro di due-tre centimetri l’uno che si trovavano all’interno del new-jersey di cemento, per definizione resistentissimo eppure frantumato. Per questo il camionista, un 50enne, è stato indagato per omicidio stradale: secondo quanto appurato dalla polizia stradale, intervenuta per i rilievi e gli accertamenti, inizialmente non si sarebbe neanche accorto dell’auto sbalzata nel fosso, dato che era buio e si è reso conto, immediatamente, solo di aver perso il carico che stava trasportando al porto.
Carico che è stato sequestrato dalla procura, così come i due mezzi (il tir e la Bmw) e le cinghie di ancoraggio. A disposizione del magistrato, per il momento, anche la salma del 38enne, trasferita al cimitero dei Lupi dal personale della Svs. Stamani il pm deciderà l’eventuale autopsia. L’indagine, in queste prime fasi, mirerà a stabilire come mai la lastra d’acciaio si sia slegata dalle cinghie: lo svincolo imboccato a velocità eccessiva? Il materiale di ancoraggio consumato? Interrogativi che dovrà sciogliere il pubblico ministero, anche attraverso l’analisi del cronotachigrafo del mezzo pesante, che ne fornirà la velocità al momento dell’incidente.
Un solo testimone
A dare l’allarme al 112 sarebbe stato l’unico testimone oculare della tragedia, che comunque era davanti all’auto di Giannini e ricorda solo di aver visto qualche scintilla dallo specchietto retrovisore, forse per l’impatto della Bmw contro lo spartitraffico sbalzato nell’altra corsia. Ciò che è certo è che Giannini, nella drammatica carambola, neanche ha toccato il new-jersey parapetto verso la scarpata. Ci è volato sopra.
I soccorsi
Quando i sommozzatori, insieme alle squadre di terra, sono riusciti a riportare in superficie la Bmw, purtroppo, per Giannini si è compreso che non c’era più niente da fare. Inutile l’arrivo dei volontari della Pubblica assistenza di Collesalvetti, giunti su un’ambulanza con l’infermiere del 118, insieme ai colleghi della Misericordia di Cenaia e al dottore del 118. Nessuno ha potuto far niente. Marco, stimato a Forcoli come a Livorno dove lavorava, lascia un vuoto incolmabile.