Il Tirreno

Versilia

La tragedia e il retroscena

Viareggio, morta insieme alla nipotina: subito dopo lo schianto la richiesta del babbo in mezzo alla strada: «Portate i bimbi in ospedale, vi prego»

di Gabriele Buffoni
Il punto della tragedia e i primi soccorsi (Foto Paglianti)
Il punto della tragedia e i primi soccorsi (Foto Paglianti)

Il retroscena sulla tragedia sulla Variante in direzione Massa

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VIAREGGIO. Sono da poco passate le 13 quando la porta del pronto soccorso dell’ospedale Versilia si spalanca. A entrare è una coppia di persone piuttosto anziane, residenti nel pisano. La donna porta con sé una bambina di sei anni, grondante sangue da una ferita alla testa. Lui, in braccio, ha invece Sokhna Thioune, l’altra vittima di soli 8 anni (oltre a Mame Badiane Thioune) del tragico incidente avvenuto sulla Variante Aurelia a Viareggio. Sono loro ad aver condotto le due bambine in ospedale, accogliendo la richiesta disperata di Meissa Mbaye direttamente sull’asfalto insanguinato della Variante. Un gesto che i medici del pronto soccorso versiliese non esitano a definire eroico. «Mentre altri sarebbero rimasti bloccati – commenta uno dei sanitari in servizio – loro hanno mostrato tutta la loro umanità e civiltà nel bel mezzo della tragedia».

Freddezza e cuore

Per la coppia pisana è un pomeriggio domenicale come tanti fino a quando non arrivano all’altezza dello svincolo Viareggio sud della Variante Aurelia. I due – che saranno ascoltati dalla polizia giudiziaria e dal pm Alberto Dello Iacono nell’ambito dell’inchiesta aperta – stanno viaggiando sulla loro auto in direzione Massa quando si trovano davanti l’inferno. La Fiat Tipo su cui viaggiava la famiglia senegalese ridotta a un ammasso di rottami, la Kia Picanto coinvolta nell’incidente poco più in là, il corpo della moglie di Mbaye già privo di vita contro il guardrail. Rallentano, si fermano. E all’improvviso il 51enne senegalese, ferito e sotto choc, si piazza davanti a loro. «In ospedale, in ospedale» riesce a dire. Sul cofano poggia il corpicino di Sokhna, la nipotina, mentre sospinge verso la coppia anche la figlia più piccola che piange spaventata e sanguinante. La coppia non ci pensa su due volte: entrambi capiscono che non c’è da perdere tempo, che ogni tentativo di capire i dettagli dell’accaduto è superfluo. Anzi, forse addirittura dannoso per il destino delle bambine. Così le caricano in auto e premono sull’acceleratore, guidando fino all’ospedale.

L'arrivo in ospedale

«Erano probabilmente sotto choc – racconta una donna presente al triage del pronto soccorso al loro arrivo – hanno detto che il babbo aveva affidato loro le bambine per portarle in ospedale, poi sono rimasti qui a lungo in attesa di informazioni su come stessero. Erano preoccupatissimi: alla fine – conclude – sono usciti per passeggiare verso il mare, per una boccata d’aria e per riprendersi». Alla fine la più piccola delle due bambine viene condotta in pediatria, ma oltre a un taglio (per quanto profondo) è praticamente illesa. Per Sokhna invece i medici si accorgono subito che non c’è nulla che possano fare: alle 13,13, poco dopo il suo arrivo in ospedale, i rianimatori del Versilia non possono far altro che constatare il decesso. Una tragedia che rende vano il tentativo di salvare una vita, ma che niente toglie all’umanità di chi ha ascoltato il grido disperato di un uomo nel mezzo del dramma.
 

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