Nuova sentenza sui balneari, i sindacati: «Ecco chi può stare tranquillo». I casi in Versilia
Il punto di Sib Confcommercio e Fiba Confesercenti che cercano di riportare un po’ di calma: la spiegazione
VIAREGGIO. La nuova sentenza del Consiglio di Stato sull’applicazione della direttiva Bolkestein ha portato ancora una volta scompiglio tra i balneari. Ma i sindacati Sib Confcommercio e Fiba Confesercenti cercano di riportare un po’ di calma. Sostenendo che «il provvedimento va analizzato bene: a una prima occhiata non sembra avere conseguenze critiche per i cosiddetti “atti formali”. Almeno non per quelli già conclusi». Gli altri, sottinteso, sono da considerarsi in bilico.
Di cosa parliamo
Piccolo passo indietro: gli atti formali sono quelle procedure di rinnovo della concessione della spiaggia, a patto di impegnarsi economicamente con investimenti, che in Versilia hanno riguardato uno stabilimento balneare su quattro. Un centinaio circa, in tutto, la maggior parte dei quali concentrati a Lido di Camaiore. Grazie a queste procedure, i balneari interessati hanno ottenuto rinnovi anche di vent’anni. Aggirando – almeno al momento – l’ostacolo Bolkestein. La sentenza del Consiglio di Stato del 16 dicembre, secondo alcuni balneari, sembrerebbe mettere in discussione questo sistema. Stabilendo che per dare una nuova concessione è indispensabile comunque un bando di gara che garantisca piena pubblicità e trasparenza della procedura di selezione.
I sindacati
«La vicenda in questione – dice Luca Petrucci, presidente del sindacato Sib Confcommercio per l’area Versilia-Massa – riguarda uno stabilimento di Monopoli, in Puglia, che aveva ottenuto il rinnovo fino al 2033, ma non sulle stesse basi giuridiche che hanno usato i nostri bagni. I quali hanno fatto appello alla legge 400 del 1993, e lo hanno fatto ormai anni fa; quindi non sembrano suscettibili di contestazioni». Possono sembrare questioni di lana caprina, ma quando si parla di Bolkestein diventa inevitabile. «L’ultima sentenza del Consiglio di Stato, di fatto – prosegue Petrucci – boccia senza ulteriore appello la legge Centinaio che portava tutti al 2033, sostenendo che questa è stata superata dagli ultimi provvedimenti dei governi Draghi e Meloni. Questo è pacifico. Casomai la sentenza potrebbe complicare le procedure in corso di “atto formale”, che ci sono anche in Versilia e che potrebbero bloccarsi». In sostanza: chi ha già fatto tutto tempo fa, sembrerebbe al riparo; quelli che si sono mossi adesso, no.
La sentenza
«L’unica certezza di questa ultima sentenza è che il 2033 non esiste più come limite temporale – dice David Parenti, referente di Fiba Confesercenti – La tempistica attuale prevede la messa a gara delle spiagge entro il 2027. Sugli atti formali mi sento di dire che chi li ha già portati a termine tempo fa può sentirsi al riparo, fermo restando che quando si parla del nostro settore non si può mai stare tranquilli al 100%». Anche perché i tribunali continuano a pronunciarsi sull’argomento: «Più avanti si va, più rischiamo sentenze contro di noi», spiegano dai sindacati, che comunque condividono «le legittime autodifese degli imprenditori balneari, che hanno fatto ricorso in tribunale per vedersi riconosciuti i loro diritti». Nel frattempo, si attende il nuovo decreto governativo entro marzo per definire i criteri degli indennizzi, cioè i risarcimenti – al momento magri – destinati a chi perde il bagno all’asta.