Affitti brevi, cosa succede in Toscana città per città con la nuova legge: Airbnb, limiti alle notti e turisti
Da Pisa a Firenze, passando per Lucca e Livorno i sindaci concordano: «Obbligo regolamentare». Ma ogni caso è diverso
Il come è da vedere, ma i sindaci dei capoluoghi toscani su una cosa sono d’accordo: regolamentare gli affitti brevi è una necessità. Così il nuovo testo unico sul turismo che sarà votato in consiglio regionale è uno snodo cruciale. Anche perché - secondo le prime anticipazioni - darà maggiore potere proprio ai sindaci.
Qui Pisa
Ammette Michele Conti, primo cittadino di Pisa: «Credo sia necessario dotare i sindaci di strumenti per regolamentare lo sviluppo delle città. Abbiamo sotto gli occhi i disastri provocati dalle liberalizzazioni indiscriminate di Bersani, che hanno penalizzato il commercio di qualità e creato concorrenza al ribasso per i commercianti virtuosi. Dobbiamo poter agire anche sulle locazioni turistiche, proprio per difendere chi fa impresa come gli albergatori e gli imprenditori del settore, evitando la speculazione di chi si improvvisa. Anche per questioni di sicurezza, come ha sottolineato il ministro Matteo Piantedosi al G7 del turismo. Forse la legge regionale in approvazione può essere migliorata, ma qui il tema non è la proprietà privata o il libero mercato, bensì la tenuta sociale delle città, soprattutto quelle in cui convivono servizi, turismo, università. La forza di una comunità è data anche dalla sua capacità di attrarre in termini di cittadini residenti».
Qui Firenze
Ciò che le amministrazioni potranno fare lo ha spiegato la sindaca di Firenze Sara Funaro al Corriere Fiorentino: «Ci permetterà di fare più cose: stiamo già lavorando al regolamento e spero di portarlo in giunta a gennaio, per poi andare al voto in consiglio comunale. In pratica? Possiamo mettere limiti numerici agli appartamenti in affitto breve anche in aree omogenee fuori dall’area Unesco; fissare limiti in funzione dell’impatto economico degli affitti brevi in una zona; fissare il numero di ospiti in relazione alla superficie dell’appartamento; fissare un limite al numero di notti, cosa che faremo usando il buon senso. E arriva la licenza, che dura 5 anni, per gli affitti brevi, che permetterà anche i controlli e la sua revoca».
Qui Livorno
Un problema che per adesso tocca meno Livorno nonostante il più quaranta per cento di presenze turistiche: «Faremo una ricognizione generale prima di prendere qualsiasi decisione, e come per ogni cosa prenderemo decisioni di buon senso», spiega Luca Salvetti. Ma «Livorno ha caratteristiche che favoriscono la non concentrazione. Ci sono quattordici chilometri di lungomare, più di un centro storico a differenza di altre città. E abbiamo un porto in grado di accogliere tante persone. Ci sono tutti gli elementi affinché il fenomeno dell’overtourism possa essere governato».
Qui Lucca
Punto di vista diverso per Lucca. Come sottolinea l’assessore al turismo Remo Santini: «Bene una legge che affronta il problema, ma vediamo come viene sviluppata nel dettaglio». Santini premette che da soli i Comuni non possono affrontare il problema e poi aggiunge che la situazione a Lucca non è particolarmente impattante. «L’introduzione del Codice identificativo nazionale da noi ha portato all’emersione di un sommerso significativo – spiega – . Da circa 1.300 locazioni turistiche siamo passati a 1.690 censite con il Cin».
A Lucca – fa notare – «la tendenza che dà più nell’occhio non è tanto quella degli Airbnb, ma la decisione degli stranieri di comprare casa. Un segnale di apprezzamento per le nostre bellezze e la qualità della vita che si coniuga con l’opportunità di lavorare in smart working che in Europa ha percentuali più alte che da noi».
Qui Viareggio
Non parla Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio, considerata nella riforma al pari di un capoluogo di provincia, poiché non ha nemmeno una bozza del testo che andrà in consiglio regionale. «Mi stupisco comunque – si lascia andare – di non essere stato neanche informato dalla Regione».