«Mi chiamo John, sono l’armatore». Viareggio, la nautica punta dritto sugli Usa (con l’incognita Trump) – Video
Il 44 metri varato ieri da Benetti per un armatore Usa, Ron DeSantis, governatore della Florida, durante la visita a Viareggio
Viareggio, tra la visita del governatore DeSantis e l’ultimo varo di Benetti c’è il futuro
VIAREGGIO. Lui si chiama John, è piuttosto giovane ma ha già una bella e abbondante famigliola. La classica foto di gruppo americana che è facile immaginare in una casa enorme in stile coloniale, tra i viali ricolmi di foglie secche o neve appena caduta. «Le persone sono il cuore di un’azienda», dice John alla cerimonia per il varo del nuovo Class 44 metri di Benetti, evoluzione della specie Diamond. Uno yacht che, nei prossimi mesi, porterà John e la sua famiglia in viaggio nel Mediterraneo o ai Caraibi: perché è lui, uno statunitense, l’armatore del nuovo gioiello Benetti varato ieri (giovedì 14) alla Lusben. Segno di tempi in cui la nautica punta sempre più forte sul mercato Usa.
È di pochi giorni fa, infatti, la visita in città di Ron DeSantis, governatore repubblicano della Florida che ha rischiato di contendere a Donald Trump la candidatura alla Casa Bianca. Proprio Trump è l’unica incognita dei cantieri italiani, viareggini in primis: i dazi colpiranno anche un mercato fiorentissimo come quello delle Ferrari del mare? Da Benetti, ma anche dagli altri nomi storici del settore, per ora non arrivano commenti ufficiali: si spiega che non è possibile fare dichiarazioni su qualcosa di ipotetico al momento.
La certezza è che gli Stati Uniti in generale sono molto appetiti dalla nautica: solo la Florida vale un mercato di quasi 700 milioni di dollari, con un incremento del 22% di imbarcazioni vendute nel 2023 rispetto all’anno precedente. La stessa Benetti ha uffici a Fort Lauderdale, e ha partecipato come altri cantieri all’incontro con DeSantis nell’ottica di futuri investimenti in Florida. Quello Usa è un mercato ricco ed evoluto, perché è qui che proliferano non solo gli amministratori delegati (i famosi ceo in inglese) e i grandi finanzieri, ma anche i giovani partiti da una scommessa sulla tecnologia digitale e diventati miliardari, Elon Musk insegna. Eppure è una platea tutt’altro che semplice, spiegano gli addetti ai lavori: «Gli americani, anche se ricchissimi e quindi potenziali acquirenti di yacht, non sempre riescono a percepire il valore e il significato di un’imbarcazione che, naturalmente, rappresenta il lusso nella sua forma più gigantesca». Lo yacht non è un jet privato, che ha funzione prevalentemente di business; rappresenta uno spazio molto personale, dedicato al relax con la famiglia e gli amici, in cui i tempi si dilatano. «C’è chi persino non vuole la televisione», si dice. Non sempre succede che un magnate, un capitano d’industria, dedito al lavoro 24 ore su 24, capisca tutto questo; però ci sono americani come John e la sua famiglia che conoscono il settore, i nomi che lo rappresentano, la qualità e la storia. Lo stesso armatore, di fronte agli addetti del cantiere, riconosce che Benetti ha realizzato un suo sogno in maniera molto precisa, qualcosa che lui desiderava da esperto conoscitore degli yacht e della procedura di costruzione complessa e laboriosa: «Benetti per me significa Good for you», dice l’armatore, giocando sulla traduzione letterale “Bene-per-te”.
Quasi due anni passati dalla trattativa, e una lavorazione che ha visto coinvolte circa 100 persone, hanno portato a Juno’s 7, «la prima unità di Class 44m, disegnata interamente da Cassetta Yacht Designers, che si è occupato delle linee esterne, degli ambienti interni e del décor insieme agli architetti del cantiere – fanno sapere da Benetti – Juno’s 7 è ideale per garantire sicure navigazioni intorno al mondo lunghe anche diversi mesi, grazie a un layout studiato nei minimi dettagli per garantire il massimo livello di privacy. Juno’s 7 è l’ammiraglia in vetroresina di Benetti e si caratterizza per ambienti in cui poter godere del massimo livello di relax e comfort. Queste atmosfere sono state raggiunte grazie a un uso sapiente di ampie superfici trasparenti e riflettenti, come gli specchi laterali sulle murate del salone principale, che riflettono la luce e il mare consentendo di rendere gli spazi ancor più luminosi».
Consegna prevista a inizio del 2025, con ritiro direttamente da Benetti. Che conferma di voler puntare come sempre su Viareggio, anche se la Darsena continua ad avere delle problematiche strutturali: la viabilità, che rende l’arrivo di un governatore Usa una sorta di collo di bottiglia su via Coppino; le infrastrutture, come la stessa via Coppino che sembra ancora più malmessa; gli spazi, naturalmente, riservati ai cantieri. Che ne hanno bisogno, se la mission americana avrà sempre più successo.
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