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Omicidio di Viareggio, oggi il corteo per Nourdine: l’idea del fiore e chi ha aderito


	Il 52enne ucciso a Viareggio
Il 52enne ucciso a Viareggio

La manifestazione fino a via Coppino: «Restiamo umani». L’iniziativa viene definita non-politicizzata

14 settembre 2024
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VIAREGGIO. Si mobilita quella parte di città che non accetta la violenza e il desiderio di giustizia fai da te.

Oggi, sabato14, alle 17 è in programma il corteo che parte dal Comune, la casa di tutti i viareggini come dicono i promotori, e arriva fino a via Coppino. Per deporre fiori nel punto dov’è avvenuto l’omicidio di Said, alias Nourdine Naziki, 52enne marocchino di Casablanca investito dall’auto di Cinzia Dal Pino, 65enne imprenditrice balneare ora agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio volontario. «Sarà un corteo silenzioso», dicono gli appartenenti al Forum per la pace della Versilia, tra cui spiccano sindacati e associazioni come Cgil, Anpi, Legambiente, Arci, Casa delle donne, Croce Verde, Cantiere sociale e Uovo di colombo.

La scelta del silenzio, spiega don Luigi Sonnenfeld nella presentazione dell’iniziativa alla chiesetta dei Pescatori in Darsena, «è dovuta non alla scarsa convinzione, ma al fatto che c’è bisogno di riflettere, di scavare dentro se stessi e ritrovare la nostra umanità». Ma è anche un modo per controbattere pacificamente alle grida sui social «di chi invita a farsi giustizia da soli, incitando a compiere gesti come quello avvenuto nella notte tra domenica e lunedì». Un gesto che don Sonnenfeld definisce «terribile».

L’iniziativa viene definita non-politicizzata e si invita, al più, il Comune di Viareggio a portare il proprio gonfalone. Ieri i promotori sollecitavano un intervento del Comune, così come lo sollecitava il Partito democratico: intervento che è arrivato, con il monito del sindaco Giorgio Del Ghingaro a non considerare Viareggio come la città della violenza.

«L’idea di portare un fiore dove è stato ucciso Said – dice Marco Montemagni, ex assessore regionale – parte da un senso di umanità e cordoglio anche nei confronti della famiglia, per questo atto gravissimo. Faremo altre iniziative su queste tematiche, perché di persone come Said è piena la Versilia e del resto anche il nostro Paese. Nessuno nega che ci sia un problema di convivenza e integrazione; ci sono certamente degli episodi di mancata sicurezza che avvengono, ma in tutto questo è lampante la perdita di umanità».Secondo Giorgio Menchini, «l’impressione è che ci siano esseri umani che contano e altri che non contano niente. In Italia, ma anche nel resto del mondo. Il 52enne marocchino è stato ucciso come un animale, così hanno detto le sue sorelle: ecco perché è necessario recuperare la nostra dimensione di persone».

Secondo Letizia Debetto di Legambiente «a lasciare sgomenti è chi inneggia a questo omicidio e considera la vita carta straccia. Dobbiamo fare una riflessione, come comunità viareggina, su quali valori ci basiamo, chi siamo e dove stiamo andando. Un fiume di odio si sta impossessando di noi e io lo trovo inaccettabile».

Alla presentazione dell’iniziativa erano presenti anche Maria Amelia D’Agostino, Lucia Seppia e Filippo Antonini.

Don Sonnenfeld rivela che in questi giorni «c’è stato chi ha portato dei fiori alla chiesetta in ricordo della vittima dell’omicidio. C’è una città che non accetta la barbarie; noi speriamo che questo sia solo il primo appuntamento per iniziare ad affrontare un problema complesso. È in atto uno scontro tra chi ha tutto e chi non ha niente: in Darsena, qui a fianco della chiesetta, si vede che ci sono persone a dormire con la coperta della Caritas a fianco degli yacht e degli armatori che atterrano con l’elicottero. È un paradosso con cui dobbiamo fare i conti, anche se dobbiamo farlo nel modo giusto e senza “rompere” tutto. Come avviene a un motore quando si ingrippa e non puoi fare manovre azzardate, o salta tutto». 

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