Omicidio a Viareggio, cosa conteneva la borsa di Cinzia Dal Pino: «Dovevo recuperarla, ma non volevo uccidere»
Le parole della 65enne che nella notte di domenica 8 settembre ha investito quattro volte il 47enne algerino che l’aveva derubata fuori da un ristorante: l’uomo è rimasto per strada agonizzante prima di morire in ospedale
PISA. Esce dal carcere di Pisa Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice di 65 anni, titolare di uno stabilimento balneare, che nel pomeriggio di lunedì 9 settembre era stata posta in stato di fermo di polizia giudiziaria per aver ucciso a Viareggio Said Malkoun, lo straniero senza fissa dimora che, nella tarda serata di domenica 8 settembre, l'aveva rapinata portandole via la borsa.
La decisione del giudice
Il gip del Tribunale di Lucca, al termine dell'udienza di convalida del fermo, che si è tenuta nella casa circondariale pisana, ha disposto per la 65enne viareggina la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. La donna nella mattina di mercoledì 11 settembre, nel corso dell’udienza, ha reso dichiarazioni spontanee fornendo la sua versione di quanto accaduto dal momento della rapina, avvenuta dopo che era uscita da un ristorante, fino a quando, pochi minuti più tardi, con la sua auto, un suv bianco, in via Coppino ha investito Said Malkoun, schiacciandolo contro la vetrina di un negozio.
Il contenuto della borsa
«Non volevo ucciderlo, ma solo fermarlo colpendolo per riprendere la mia borsa», ha dichiarato Dal Pino. «Avevo il terrore che utilizzassero le chiavi di casa – ha spiegato agli inquirenti la donna – i documenti, le carte e gli altri oggetti per commettere altri reati e dovevo recuperare quella borsa». E parlando con i giornalisti al termine dell’udienza, l’avvocato Enrico Marzaduri, difensore dell'imprenditrice, ha evidenziato che «la rapina è avvenuta a distanza limitata da dove c’è stato l’investimento, circa 150 metri prima» e che «nella borsa si trovavano i documenti e le chiavi di casa della donna che per questo ha avuto anche la preoccupazione che il rapinatore potesse utilizzare quegli elementi per commettere altri reati». Questo spiegherebbe, secondo la difesa, il motivo per il quale la donna avrebbe immediatamente inseguito il rapinatore. «Stiamo parlando di una signora normalissima, con una vita illibata dal punto di vista penale e che sta soffrendo moltissimo per quanto accaduto, ma è chiaro che chi ha sofferto di più per la persona che non c'è più. Ma lei ha grande sofferenza e grande rimorso per ciò che è avvenuto», ha aggiunto l'avvocato. Stando a quanto dichiarato dalla donna, quindi, nella borsa della
La chiamata (mancata) alla polizia
Marzaduri inoltre ha puntualizzato che Cinzia Dal Pino non ha chiamato la polizia dopo essere stata derubata «perché il suo telefono cellulare era nella borsa che le era stata scippata». Resta il fatto che l’indagata non ha chiamato la polizia o i soccorsi nemmeno dopo aver investito il 47enne e recuperato la borsa. E ci sono le immagini di un video, ripreso dalle telecamere di videosorveglianza di via Coppino, che ricostruiscono il momento in cui l’auto travolge Said Malkoun sul marciapiede (qui il video integrale), schiacciandolo contro la vetrina di un negozio, effettua la retromarcia e colpisce altre due volte la vittima. Immagini che mostrano anche Dal Pino uscire dall’auto, recuperare la borsa e ripartire verso casa. Il 47enne era ancor vivo anche se gravemente ferito. Poco dopo alcuni passanti lo hanno notato e chiamato i soccorsi. È stato rianimato e trasportato d'urgenza all'ospedale Versilia dove però è morto. Grazie a quelle riprese la polizia ha rintracciato l'imprenditrice e la procura di Lucca ha formulato l’accusa di omicidio volontario. Ma di video, secondo quanto rivelato dall'avvocato Marzaduri, ce ne sarebbe un altro con una sequenza dei fatti che dimostrerebbe che quando la donna si è reimpossessata della sua borsa «l’uomo si era rialzato e sembrava volersi allontanare da solo sulle sue gambe».