Viareggio, omicidio dopo la rapina: Cinzia spiega perché ha investito quattro volte Said Malkoun
La difesa della donna che nella serata di domenica 8 ottobre si è fatta giustizia da sola togliendo la vita al 47enne che l’aveva appena derubata
VIAREGGIO. «Mi ha minacciata di morte, ero sotto choc. Spaventata, terrorizzata». Cinzia Dal Pino, 65enne professionista e imprenditrice balneare viareggina indagata per aver investito e ucciso con l’auto Said Malkoun, 47enne maghrebino, ricostruisce davanti agli inquirenti quella notte di ordinaria follia in Darsena. Una notte in cui la sua vita è cambiata: da donna d’affari stimata e apprezzata da tutti, a personaggio su cui dividersi. Non solo in città, ma in tutta Italia.
La ricostruzione
Fin dalle prime ore dell’accaduto ci si interroga sullo scenario della rapina denunciata da Cinzia, che poi avrebbe scatenato la reazione e l’omicidio di fronte alla ditta Cantalupi. Ebbene: sarebbe successo tutto rapidamente e nell’arco di poche centinaia di metri. Nella sera di domenica 8 settembre Cinzia Dal Pino è a cena al ristorante da Miro, in via Coppino, con un gruppo di amici. Il marito Pierluigi è a casa. Dopo cena, siamo intorno alle 23, torna verso l’auto parcheggiata poco più avanti, in direzione porto. Sale a bordo del veicolo e in quel momento un uomo apre la portiera del passeggero, prendendo la borsa che lei ha appena appoggiato sul sedile a fianco. È una tecnica che a Viareggio è stata vista decine di volte. Cinzia dice che l’uomo, poi identificato in Said Malkoun, la minaccia di morte con un coltello. Coltello che, al momento, non è stato trovato. Mentre l’uomo si allontana, all’altezza della ditta Cantalupi l’auto lo investe, schiacciandolo contro la vetrina. In un nuovo filmato delle telecamere della zona, che è stato acquisito dalla polizia scientifica, l’auto travolge Malkoun quattro volte. Poi, come già emerso in precedenza, la donna scende dalla macchina, recupera la borsa e se ne va. Poco dopo, intorno a mezzanotte, una coppia nota Malkoun agonizzante: morirà al mattino in ospedale. All’ora di pranzo di lunedì 9 settembre la squadra Anticrimine del commissariato di Viareggio, dopo aver individuato quella che ritiene essere l’autrice dell’omicidio, va nel quartiere ex Campo d’Aviazione, dove Cinzia abita con la famiglia. Poi la porta in questura a Lucca, per il provvedimento di fermo di polizia giudiziaria. Ora la donna si trova in carcere a Pisa. Nella mattina di mercoledì 11 settembre alle 10 si tiene l’udienza di convalida del fermo, in cui si valutano i provvedimenti restrittivi della libertà e dove avviene la contestazione formale di quello che Procura e polizia ritengono essere un omicidio volontario. Ad assistere la donna è l’avvocato Enrico Marzaduri. Nel frattempo l’avvocato Enrico Carboni, che finora aveva assistito Said, è in attesa di prendere contatto con i familiari della vittima: sono in corso, tra l’altro, verifiche sui documenti dell’uomo e sulla nazionalità.
Famiglia nota e stimata
Quando in città si è capito che la donna coinvolta in questa vicenda è Cinzia Dal Pino, a molti è caduto il mondo addosso. Una donna forte, un’imprenditrice stimata: famiglia storica di balneari, i genitori avevano il bagno Amedea. Poi lei, che è commercialista di professione, ha comprato il bagno Milano, sempre in Passeggiata. Il marito Pierluigi Lorenzi è a sua volta conosciuto e stimato, così come la loro figlia. Una famiglia modello, così viene descritta.
Le reazioni
In effetti è incredulità la parola più adatta a descrivere lo stato d’animo degli amici e dei conoscenti di Cinzia. «Non può essere lei», dice un caro amico che preferisce non essere citato. «Una persona composta, gentile e dalla quale mai ci aspetterebbe un gesto del genere», è la versione unanime. «I nostri rapporti sono stati di natura quasi esclusivamente lavorativa – commenta Andrea Bonuccelli, titolare del bagno La Perla del Tirreno – non posso che parlarne bene. L’ho sempre stimata per il modo in cui lavora, un’imprenditrice seria e competente. Per il poco che l’ho conosciuta, l’idea che ne ho è quella di una persona gentile». Il bagno Milano si trova in via Barellai: «Una via che è una sciagura per tutti noi che ci lavoriamo – dice Bonuccelli – Solo qualche giorno fa ho dovuto chiamare le forze dell’ordine a causa di una coppia di ragazzetti che stavano recando fastidio a tutti i passanti e a noi dello stabilimento. Episodi del genere sono comuni in tutti i bagni della zona».
(Ha collaborato Luca Pardini)
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