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Il chirurgo robot al Versilia farà 500 operazioni all’anno

di Matteo Tuccini

	Il robot chirurgico Da Vinci in sala operatoria (foto Paglianti)
Il robot chirurgico Da Vinci in sala operatoria (foto Paglianti)

Ieri i primi pazienti: «Si ridurranno le liste d’attesa»

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VIAREGGIO. Ieri alle 14 è entrato in sala operatoria il primo paziente, seguito da altri. Centinaia ogni anno - si stima dai 400 ai 500 interventi - finiranno sotto i ferri elettronici del chirurgo robot Da Vinci. Che entra ufficialmente in servizio all’ospedale Versilia, dopo l’annuncio di pochi giorni fa in Regione. Per presentarlo sono arrivati da Firenze il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini: con loro la direttrice generale dell’Asl Nordovest Maria Letizia Casani e il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, che ha ringraziato «per la rinnovata attenzione nei confronti dell’ospedale. Anche se siamo consapevoli che non tutto è bello e che manca personale, oltre ad alcuni primari».

Il robot e le liste d’attesa

Il modello Da Vinci è già stato utilizzato in passato, e molto, dai chirurghi del Versilia. Ma non in "casa": il paziente doveva andare a Cisanello. Ora tutto questo finisce, perché il Versilia ha il suo robo-chirurgo. Il presidente Giani si toglie un sassolino: «C’è chi dice che in Toscana ce ne sono troppi (al Versilia c’è il tredicesimo della regione, ndr), più che in tutta la Francia? Io ne vado orgoglioso. Avere una sanità pubblica ci richiama a un’attenzione sempre maggiore sull’equilibrio dei conti, ma non possiamo privarci delle opportunità tecnologiche. La tecnologia, e l’investimento in apparecchiature sempre più avanzate - ne è convinto Giani - può stimolare anche il privato, in un circolo virtuoso che può favorire i nostri ospedali». La direttrice generale dell’Asl Casani assicura di aver aspettato molto questo momento: «Qui al Versilia ci sono professionisti di eccellenza a livello regionale, nella specialistica dell’urologia e non solo. In questo momento storico, trovare le risorse economiche per installare un robot era tutt’altro che semplice: ma grazie a questo investimento potremo smaltire le liste d’attesa». La nuova apparecchiatura è destinata a una platea di pazienti, dai 400 ai 500 l’anno, che hanno necessità di essere sottoposti a interventi chirurgici di rimozione di tumori di tipo urologico e ginecologico. Per esempio tumori alla prostata e alle ovaie. In futuro potrebbe essere usato anche per la chirurgia generale. La caratteristica del robot è l’estrema precisione, come si immaginerà, oltre che l’impatto ridotto sul corpo del paziente: il chirurgo lo manovra a distanza, seduto davanti a una console computerizzata che risponde alle mani del medico.

Le repliche alle proteste

La decisione di portare un servizio in più al Versilia viene accolta in maniera positiva da Del Ghingaro, che è referente dei sindaci per la sanità e che in questo momento ha sul tavolo la richiesta di convocare un incontro sul tema (l’ha ricordato ieri mattina il sindaco di Forte dei Marmi Bruno Murzi). Del Ghingaro ha ringraziato Regione e Asl per un’attenzione rinnovata nei confronti dell’ospedale di Lido, ricordando però che «non tutto è bello», e che mancano personale e un discreto numero di primari, considerato il viavai degli ultimi mesi. Tutto questo ha creato un clima tutt’altro che sereno in ospedale, con una manifestazione del sindacato Fials che peraltro rappresenta la maggior parte dei dipendenti Asl sul territorio. Giani ha preso atto delle sollecitazioni di Del Ghingaro, ringraziandolo a sua volta, e ribadendo la massima collaborazione con i sindaci per risolvere i problemi legati ai servizi sanitari sul territorio. Rispetto alle polemiche e alle lamentele del personale, però, sia la Regione che l’Asl hanno replicato che «il Versilia è un ottimo ospedale, i dati in nostro possesso e i risultati dimostrano che le performance fornite sono di livello e i professionisti sono di qualità». Secondo la direttrice generale dell’Asl Casani «c’è una percezione di quanto sta accadendo che non tiene conto della qualità del lavoro svolto al Versilia, che è ottimo. I primari che se ne sono andati? Li sostituiremo: stiamo bandendo i concorsi, ma ci sono dei tempi tecnici necessari». Giani, dal canto suo, ha detto che «di professionisti e primari c’è sempre bisogno: se ce ne fossero di più a disposizione, la richiesta sarebbe comunque superiore. Per quanto riguarda le difficoltà del personale lamentate dai sindacati, bisogna vedere se queste difficoltà sono oggettive. Al di là del fatto che quando i sindacati protestano è sempre uno stimolo a fare di più - conclude Giani - io credo che l’ospedale Versilia rimanga un punto di riferimento nella sanità regionale. Ci sono delle problematiche stagionali, legate al turismo estivo, a cui il personale ha risposto nel migliore dei modi».

I primari mancanti 

Mentre Regione e Asl invitano a tenere conto dei dati e dei risultati oggettivi, il sindaco di Forte Bruno Murzi - che si fa portavoce anche di alcuni colleghi - invita a documentare entrambi, lamentando la mancata disponibilità di informazioni sulle performance dell’ospedale. Al di là delle schermaglie politiche, è un fatto che negli ultimi tempi il Versilia ha perso una serie di primari, per pensionamenti o scelte professionali, che hanno "scoperto" i reparti di Rianimazione, Ortopedia, Cardiologia, Medicina generale, 118 e Centro trasfusionale. Settori chiave in un ospedale. Da qui il ma lcoltento del personale, che vede una sorta di ridimensionamento dell’ospedale perché molti dei medici migliori se ne vanno.

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