Il Tirreno

Versilia

Il caso

Picchiati a Torre del Lago, l’amico sotto choc: «Ero lì e non ho potuto salvarlo». Il racconto di quei momenti

di Donatella Francesconi
Dove è avvenuta l'aggresione
Dove è avvenuta l'aggresione

La disperazione per le condizioni dell’amico in coma in ospedale: «Si mettano cartelli “attenzione criminalità”»

15 agosto 2024
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VIAREGGIO. È stato ascoltato in questura a Pisa, nel pomeriggio di ieri, 14 agosto, Michele Tomei, il 52enne parrucchiere di Piano di Conca aggredito lunedì pomeriggio mentre tornava dalla spiaggia della Lecciona, a Torre del Lago, insieme all’amico Massimo Bennati, 65 anni, di Bozzano, che è ancora in coma all’ospedale di Livorno. Tomei, che ha avuto un referto di 30 giorni per le lesioni subite nel tentativo di difendere l’amico, è stato dimesso dall’ospedale Versilia.

La disperazione

La prima notte a casa non ha dormito a causa del dolore alla testa per i colpi ricevuti e non si dà pace per le condizioni di chi era con lui: «Ero lì e non sono riuscito a fare niente», va ripetendo disperato e ancora sotto choc alle sorelle.

Ma nessuno avrebbe davvero potuto fare di più di fronte a un’aggressione scaturita dal niente, messa in atto da un uomo in sella a una bicicletta, apparentemente innocuo, che i due uomini si sono visti venire incontro mentre camminavano per raggiungere l’auto in sosta portando i “bagagli” della spiaggia: uno zainetto e una tenda da mare. Dei quali si è poi impossessato l’aggressore dopo avere preso a calci i due uomini una volta che entrambi sono caduti a terra sotto i primi colpi. In un attimo in cui non stava passando nessuno. Appena dopo, il luogo dell’aggressione si è riempito di persone che lasciavano la spiaggia.

Le indagini

Le indagini sul caso – dopo l’immediato l’intervento del personale della polizia municipale di Viareggio – sono affidate alla Squadra Mobile di Pisa. L’agguato è avvenuto, infatti, all’altezza della sbarra di via del Balipedio, sul confine tra i territori dei comuni di Viareggio e Vecchiano. Ed è ai sindaci e alle forze di polizia che si rivolge la lettera aperta diffusa da familiari e amici dei due uomini aggrediti: «Siamo a chiedere un tempestivo intervento anti criminalità. Siamo stanchi di sentirci dire che ci sono zone note alle forze dell’ordine per lo spaccio e la malvivenza. Non è ammissibile che onesti cittadini vivano nel terrore di essere il malcapitato del giorno».

La lettera

Altrimenti, continua la lettera, «è opportuno che sia creata una apposita segnaletica anti criminalità da apporre nelle zone a voi note». L’accorata richiesta conclude: «Tutelare i cittadini, i fragili, gli anziani, i disabili, i turisti. Tutelare le nostre zone anche con l’intervento dell’esercito. È il nostro presente, il nostro futuro». Paola Tomei, pur provata da tanta violenza, non ha dubbi: «Se si sta in silenzio adesso, ogni giorno può davvero capitare di nuovo quello che hanno vissuto Michele e Massimo. Bisogna dire con forza che è ora di farla finita. Non è più il momento di stare zitti».

Le condizioni

Il pensiero di tutti è rivolto a Massimo: i medici che lo hanno operato si sono dati 72 ore di tempo prima di provare a svegliarlo dal coma farmacologico indotto. Per poi valutare le reali condizioni dell’uomo, originario di Arezzo, figlio unico con genitori molto anziani, già sopravvissuto in passato a un terribile incidente stradale che gli ha lasciato conseguenze importanti in quanto a salute. Al dolore fisico, all’angoscia per l’amico ancora in coma in ospedale, per Michele Tomei la brutale aggressione subita significa anche salone di parrucchiere, attività condotta in proprio a Piano di Conca, che rimane per il momento forzatamente chiuso.

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