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Viaggio negli stabilimenti

Versilia, dopo il tuffo niente doccia: nei bagni una domenica di caos. Scoppia la rabbia dei turisti

di Donatella Francesconi
Versilia, dopo il tuffo niente doccia: nei bagni una domenica di caos. Scoppia la rabbia dei turisti

La normativa nazionale impone l’uso di acqua potabile. Nella maggior parte degli stabilimenti balneari di Viareggio, le docce sulla spiaggia o sono state rimosse o non sono funzionanti. Il racconto e le testimonianze dei balneari

28 maggio 2024
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VIAREGGIO. Prima domenica vera di mare e prima domenica di caos sulle spiagge della Versilia per quanto riguarda la nuova normativa che – da marzo scorso – impone sul mare come nei camping l’utilizzo di acqua potabile per docce, lavamani e lavapiedi. Nella maggior parte degli stabilimenti balneari di Viareggio, le docce sulla spiaggia o sono state rimosse o sono non funzionanti. «Oggi sono andata al mare in uno stabilimento balneare di Torre del Lago», è una delle tante proteste, «ho fatto il bagno in mare e mi volevo lavare sotto la doccia per togliermi il sale. Ma non c’era l’acqua. Vergognatevi. Con tutti i soldi che vi lasciamo a fine stagione».

I balneari sono chiari: non è una loro scelta, ma la nuova legge (Decreto legislativo 18/2023, noto come “Decreto acque potabili”) entrata in vigore nel marzo di quest’anno, mentre già spiagge e camping erano in via di lavori per la riapertura. La nuova norma fissa l’obbligo, in tutte le spiagge, di utilizzare acqua potabile per lavapiedi, docce, piscine, lavandini e servizi igienici.

Cosa è accaduto ieri negli stabilimenti balneari lo racconta al Tirreno Andrea Pardini, titolare del bagno “Mauro” a Torre del Lago. Uno di quelli che ha rimosso la doccia dalla riva del mare. «Abbiamo avuto proteste notevoli. I clienti sono andati nei servizi igienici e hanno iniziato a lavarsi corpo e piedi nei lavandini. Creando un disagio enorme: nei servizi igienici era tutto bagnato e, acqua mescolata con la sabbia, dopo due ore era un porcile».

Ma non solo. Chi lasciava lo stabilimento balneare senza essere riuscito a sciacquarsi i piedi o a dare una pulita ai bambini, «ha finito per creare la coda in mezzo alla rotonda all’inizio del viale a Mare, dove c’è la fontanella. Insomma, siamo tornati nel Medioevo. Con un disagio pesante nel vero senso della parola».

Tommaso Magnani, presidente dei balneari viareggini, spiega al Tirreno a che punto è la vicenda che vede i balneari versiliesi impegnati anche nelle pratiche di regolarizzazione delle concessioni per i pozzi artesiani, rimaste ferme in Regione per 30 anni: «Le procedure di regolarizzazione dei pozzi “arrancano”, soprattutto nel resto della Versilia. Chi ha il pozzo in regola, poi, non ha ancora ricevuto indicazioni sufficientemente chiare e precise dalla Asl sui protocolli da seguire per l’uso doccia. Risultato: no docce, per ora».

Pietro Guardi, balneare della Terrazza della Repubblica, ha scelto di mantenere la doccia in spiaggia e di attivare il collegamento con l’acqua potabile per la stessa: «Voglio mettere in evidenza», sono le sue parole, interpellato dal Tirreno, «la grande contraddizione che c’è in tutta questa vicenda. Sono consentite deroghe ad alcuni valori dell’acqua dei pozzi artesiani per i “rabbocchi” delle piscine degli stabilimenti balneari. Ma se voglio utilizzare la stessa acqua per i lavapiedi, allora non lo posso fare». Contraddizione ancora più grande considerano che è molto più facile bere l’acqua di una piscina – soprattutto per i più piccoli – che quella di un lavapiedi.

Pardini aggiunge: «Se anche uno stabilimento riesce a portare l’acqua potabile sul mare, ma che insegnamento diamo? Io, personalmente, non lo farò mai perché non è giusto sprecare l’acqua». A questo si aggiunge un altro elemento con il quale tutti i balneari si stanno confrontando: «Utilizzando acqua potabile le bollette per le nostre attività non potranno che essere più pesanti. Così, per fare fronte al rischio di bollette insostenibili, finisce che devi fare pagare la doccia o il lavapiedi ai clienti».

Andrea Pardini pone, poi, una questione decisamente più ampia, che riguarda l’intera collettività delle località balneari: «Ma veramente quando saremo tutti con le docce di acqua potabile aperte la rete di distribuzione viareggina regge? Secondo me a giugno siamo senz’acqua e al secondo piano nessuno si fa più la doccia. Ma ce lo immaginiamo cosa accadrà quando anche i campeggi di Torre del Lago saranno pieni e dalle 18, 30 in poi tutti saranno a farsi la doccia con l’acqua potabile? ».

Un tema che torna con una preoccupazione forte nel dibattito social cittadino sul tema: «Se tutti gli stabilimenti balneari della regione usassero l’acqua potabile per le docce sul mare, anche a gettoni, pensate che la rete idrica sia sufficiente? Pensate che a Viareggio rimanga acqua per le abitazioni? Già d’estate quando arrivano i turisti la pressione dell’acqua dal rubinetto è al minimo».

Fin da quando la nuova normativa è entrata in vigore e la Asl Toscana Nord Ovest ne ha chiesto l’attuazione avviando anche i controlli, sulla vicenda di è mossa Confesercenti, con il presidente Francesco Giannerini. L’associazione di categoria ha avviato sul tema un confronto con la Regione Toscana, ma per il momento non sembrano esservi novità. Regione nella cui commissione sanità oggi sarà presentata la mozione presentata dal consigliere della Lega, Massimiliano Baldini.
 

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