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La sentenza

Viareggio, morte di Franco Panariello: condanna ridotta a otto mesi. Cancellata l’aggravante dell’omissione di soccorso

di Donatella Francesconi
L’aiuola della Terrazza della Repubblica nella quale fu lasciato dagli amici Franco Panariello (nella foto a destra) in una notte di fine dicembre del 2011
L’aiuola della Terrazza della Repubblica nella quale fu lasciato dagli amici Franco Panariello (nella foto a destra) in una notte di fine dicembre del 2011

Pena ridotta nel processo di appello-bis a Firenze: stabilito che l’uomo morì appena si iniettò il farmaco letale

23 febbraio 2024
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VIAREGGIO. Pena ridotta, nel processo di appello-bis a Firenze, per la morte di Franco Panariello, fratello di Giorgio, decesso avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 dicembre 2011. L’unica condanna, dopo due gradi di giudizio, era stata quella a 18 mesi di carcere inflitta – per omissione di soccorso aggravata – a Stefano Simoncini, 44enne di Pietrasanta. La Corte di Cassazione aveva rinviato alla Corte d’Appello di Firenze per un secondo giudizio di secondo grado. Che si è concluso ieri, davanti ai giudici della seconda sezione penale, con la riduzione della pena a 8 mesi. Come spiega l’avvocato Massimo Neri, difensore di Simoncini in Cassazione e nell’appello-bis, dopo che il suo cliente era stato assistito nei primi due gradi di giudizio dai colleghi Tiziana Pedonese e Maurizio Dalla Casa (tutti e tre avvocati dello studio Regialex di Viareggio.

La notte del 2011

Nella notte tra il 26 e il 27 dicembre, Franco Panariello in compagnia di tre amici (con Simoncini c’erano altre due persone che hanno patteggiato pene di 6 e 8 mesi) aveva deciso di procurarsi dell’eroina da iniettarsi. Ma nella sostanza che il terzetto era riuscito a trovare, invece della droga c’era un farmaco (il bupropione, potente antidepressivo che, secondo alcuni esperti, è una specie di cocaina dei poveri) che ha procurato una reazione allergica al fratello dell’attore. Lasciato poi per strada dagli amici, in un’aiuola della Terrazza della Repubblica. Non senza aver prima avvisato i soccorsi con una telefonata anonima.

È doveroso ricordare, in questa terribile vicenda, che di certo Franco Panariello in passato aveva avuto problemi di droga. Ma l’associazione Movimento qualità per la vita – dalla quale era seguito da qualche tempo – aveva assicurato che l’uomo ne era uscito.

La Cassazione

La Cassazione – sono le parole dell’avvocato Neri – «nel 2019 aveva rinviato a un appello-bis contestando l’assenza di motivazione propria del primo giudizio d’appello sull’aggravante». Ed è così che si è arrivati al nuovo processo in Corte d’Appello a Firenze.

La nuova perizia

I giudici della seconda sezione penale hanno affidato al medico legale Martina Focardi (di Firenze) il compito di rispondere al quesito dei quesiti, così sintetizzabile: se Franco Panariello fosse stato soccorso subito oggi sarebbe ancora vivo? Il Tribunale di Lucca, in primo grado, non aveva avuto dubbi nel sentenziare che se soccorso subito, sì che Panariello avrebbe avuto possibilità di farcela. Pur avendo in corpo un farmaco al quale – un attimo dopo esserlo iniettato – ha scoperto di essere allergico. «Le testimonianze sono sempre state concordi», sottolinea l’avvocato di Simoncini: «Il malore è sopraggiunto immediatamente, appena iniettata la sostanza» che i quattro amici avevano comprato convinti che fosse eroina.

È morto subito

La perizia del medico legale per l’appello-bis ha stabilito come «la morte sia sopravvenuta tra 5 minuti prima del ritrovamento e un’ora prima», spiega l’avvocato Neri: «Ora, poiché il farmaco – così è stato ricostruito – è stato assunto alle 23 e l’ambulanza con i soccorritori è intervenuta alle 23,50 sul posto dove Panariello si trovava, era sostenibile l’ipotesi iniziale, ovvero che il farmaco abbia effetto subito».

La nuova sentenza

La sentenza di ieri, oltre ad avere riformato la pena per Simoncini – da 18 mesi a 8 – ha anche ridotto in maniera significativa la provvisionale dovuta dallo stesso Simoncini alle parti civili: stabilita inizialmente in 30mila euro, è stata invece fissata a 10mila dal nuovo giudizio di appello. Che potrebbe vedere un nuovo ricorso in Cassazione, sia da parte della Procura generale che delle parti civili. Prima però, bisgona attendere la pubblicazione delle motivazioni della sentenza.

 

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