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Pietrasanta, la seconda vita del marmo è in casa: «Dagli scarti arredi e opere d’arte»

di Luca Basile
Pietrasanta, la seconda vita del marmo è in casa: «Dagli scarti arredi e opere d’arte»

Il progetto presentato dalla Barsimarmi Quarries. L’azienda alla fiera Marmomac di Verona: «Così riusciamo a coniugare il massimo rispetto per il materiale e la creatività»

29 settembre 2022
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Pietrasanta Realizzare arredi e opere d’arte utilizzando gli scarti del marmo. Una filosofia di lavoro che porta la firma della Barsimarmi Quarries, azienda con vista sulla via Aurelia, che detiene cave da quattro generazioni e che vede come primo referente Lorenzo Barsi.

«La nostra idea è appunto improntata al minimo spreco durante la lavorazione del marmo e al massimo utilizzo dei volumi estratti e delle quantità lavorate. In questa ottica, da circa 15 anni, i blocchi vengono sottoposti al procedimento del cosiddetto “risanamento”. Si tratta – spiegano dalla Barsimarmi – di un processo di iniezione ad alta pressione di resina nei blocchi estratti che presentano spaccature e fessurazioni naturali. Blocchi che sarebbero stati scartati, ma che grazie a questo procedimento sono resi utilizzabili. Lo studio e la progettazione di lastre listellari è un altro strumento di utilizzo di materiale di piccole dimensioni, non impiegato in altre lavorazioni, che viene selezionato, verificato e utilizzato per creare lastre secondo le richieste della committenza».

Da qui un progetto artistico, in proposta in questi giorni alla fiera Marmomac di Verona, condiviso con Nicola Maggi dal titolo “Agrumi”, ispirato dal Canto di Goethe “Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?”’. «Nel marmo si trova la memoria della montagna, della natura, la forza e la bellezza – spiega l’artista – e quello che mi incuriosisce è la forma casuale e primitiva, l’imprevisto, la venatura, il difetto che ha portato allo scarto della pietra e che racconta una storia inaspettata. Suggerimenti che, lavorando il materiale, mi guidano attraverso un percorso di ricerca alla creazione dell’opera».

Progetto, “Agrumi” di Nicola Maggi, che ha dato vita a una serie di arredi di design che, partendo da marmi d’avanzo, ne ripensano le funzioni e, spesso, il contesto. Il tavolo Bergamotto, ad esempio, «nasce da una lastra di scarto, destinata a frantumazione, di marmo Arabescato del Corchia e ha la base realizzata con i “cuscini”, elementi di metallo che in cava vengono usati per allargare il blocco tagliato dalla parete della montagna. Il tavolo Limone, con base in ferro di recupero, è costituito da una lastra di Arabescato Corchia spaccata in cui cresce una pianta di limone», precisano ancora dall’azienda.

«La nostra presenza a Marmomac con le opere di Maggi – sottolinea Lorenzo Barsi- ci consente di esprimere pienamente i nostri valori. È un progetto che riesce a coniugare il massimo rispetto per il materiale con la creatività e la capacità di modularne l’utilizzo, in un’ottica ecosostenibile di recupero. Le lavorazioni industriali creano scarti che però sono comunque materiali di eccellenza per natura. Per la nostra azienda non esistono avanzi di lavorazioni, solo risorse da utilizzare completamente. Dall’incontro e dal dialogo con Maggi sono nate opere di grande valore, realizzate con materiali di alta qualità che portano in sé una memoria millenaria, impiegando quello che tanti vedono come un semilavorato o un sottoprodottol

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