Il Tirreno

Versilia

Satira sui politici? Basta, non fanno più né paura né ridere

di ADOLFO LIPPI
Satira sui politici? Basta, non fanno più né paura né ridere

Tra i bozzetti presentati per il prossimo carnevale tanti spunti innovativi ma anche ripetizioni e inutili richiami

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di ADOLFO LIPPI

È ammirevole il successo ottenuto dall'evento servito a presentare carri e mascherate del prossimo carnevale. L'entusiasmo della popolazione affluita in massa domenica mattina al "Principino", lascia sperare. Il carnevale è vitale e popolare. Gente di ogni ceto sociale, di ogni età, è intervenuta. Se mantenesse lo stesso entusiasmo durante il periodo carnevalesco, mascherandosi, addobbando, già costituirebbe un nocciolo duro dal quale partire per il rilancio, più che necessario, di una manifestazione che va spegnendosi nei consensi nazionali.

Buona parte del successo ottenuto domenica lo si deve, è importante dirlo subito, alla nuova gestione del presidente Pasquinucci e del suo brillante staff. Anche la presidenza Santini si dimostrò dinamica, appassionata, direi elettrica, ma era, nei fatti, una dirigenza ritagliata tutta sulla fantasia e la gioiosità del vertice, non si comunicava alla città o almeno alla sua parte identitaria. Invece Pasquinucci ha mostrato di avere un largo seguito: le autorità comunali spese in prima persona (dal sindaco Betti, all'assessore alla cultura Dal Pino), il clan dei carristi schierato in massa, centinaia di cittadini plaudenti che mai si pensava potessero tanto interessarsi alle fasi preparatorie del carnevale. Dunque evviva.

Mi è piaciuta anche la maniera usata per presentare le opere. Velocità nella scaletta, tante apparizioni multidisciplinari, video, performance creative. Non c'era da annoiarsi e due ore sono trascorse nella generale allegria. In quanto a bozzetti, bé, c'è da dire bene e c'è da dire male, come sempre, poiché a parte taluni (tanti) spunti innovativi, vi è un'abbondanza di ripetizioni e inutili facili richiami. Sicché si poteva lavorare maggiormente e a trovare temi più attraenti e a suggerire suggestioni che provengono dallo spettacolo e dalla vita sociale.

Parlo in generale. Ma farò degli esempi: poiché televisioni e giornali sono non pieni ma strapieni (ed è bene lo siano) di critiche ai politici, non vedo come ancora possano scaldare carri e carrini, tutti puntati a definire, qualunquisticamente, i politici, quali mangioni, palloni gonfiati, eccetera? La satira politica che negli anni '60, di fronte all'immobilismo del sistema, fu una grossa invenzione (di Avanzini, Galli, Lazzerini), adesso che il politico fa più paura e timore ad alcuno, specie se in evidente e meritata disgrazia, i creativi potevano ben pensare ad altro.

E di altro meno male, raccontano bozzetti più aggiornati: da chi la tira allo spropositato potere delle tecnologie, a chi sa caricaturare il consumismo, a chi, specie nelle maschere isolate, si richiama a tanta bellissima letteratura (una vera sorpresa).

Dall'esame dei bozzetti, così ben mostrati, si evince poi che cinque o sei carri grandi basterebbero, eccome. Gli altri potrebbero dedicarsi a costruzioni minori. È un vecchio discorso ma vi è una sproporzione tra taluni soggetti ed altri semplicistici ed affrettati. Metterli tutti insieme in un concorso sminuisce anche l'inventiva dei migliori.

Restando ai temi, mancano, in assoluto, richiami a. ciò che in questo attuale mondo fa più clamore: da Peppa Pig (mito di milioni di bambini e stravenduto nel mondo), a Checco Zalone (è la star cinematografica del momento); e se gli autori mettessero il naso almeno a “Lucca comics” scoprirebbero quanti altri idoli appassionano l'universo dei sogni giovanili. Per non parlare del rock (ma in almeno due carri segnalo l'intenzione a contattare quel "regno"), per non parlare di erotismo.

Il Carnevale di Viareggio rimane misogino. Il Burlamacco, questa straordinaria e ridente maschera di Uberto Bonetti, è asessuato. Ed "Ondina" è relegata quale barbie-biancaneve, al ruolo di fantasmina. Nessun carro inneggia all'amore, ai piaceri, ai palpiti del cuore (e non solo). Sicché molto rimane alla tristezza e poco si dà alla "coppa di champagne" che pure produsse (non il vino) i leggendari storici carnevali dei primi del novecento.

Poi c'è da fare una riflessione sui pubblico. Viareggio deve puntare alla clientela cosmopolita (non ai soli trentamila viareggini con annessi paesotti limitrofi) che sono i russi, che sono i giovani, che sono i gay, che sono perfino i cinesi. Il carnevale non sono quattro chiacchiere al "Bar sport" contro il sistema, non sono le solite barzellette. Il Carnevale è per Viareggio un fondamentale veicolo per provocare presenze e ricchezza a tutti.

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