Il Tirreno

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Giustizia

Si accusa ma non vuole rispondere ai giudici, la strana confessione dell'omicida di Lucca

di Luca Tronchetti

	A sinistra Artan Kaja ucciso nel piazzale della cartiera
A sinistra Artan Kaja ucciso nel piazzale della cartiera

Marjan Pepa al giudice ripete di «essere la causa della morte dell’ex amico» e di non volere rispondere su questioni specifiche

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LUCCA. Preferisce restare in carcere dove si sente al sicuro e protetto e continua a ripetere di essere “la causa della morte di Artan” e che, per quel motivo, “vuole pagare”. Di fatto – di fronte al giudice delle indagini preliminari Simone Silvestri – si avvale della facoltà di non rispondere Marjan Pepa, 52 anni, albanese, autotrasportatore residente a Capannori, in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato nei confronti dell’ex amico, coetaneo e connazionale Artan Kaja, per tutti “Tony”, titolare di una piccola ditta di movimentazione merci impegnata alla cartiera Smurfit Kappa a Lunata, ucciso tra le 18,30 e le 19,30 di martedì 7 gennaio con un colpo di pistola alla testa.

Continua a non reggere gli interrogatori. Dice di essere confuso e di non voler rispondere alle domande specifiche sull’uccisione del connazionale. Una persona apparentemente fragile e dalla personalità assai complessa che nemmeno al legale nominato d’ufficio, l’avvocato Mara Nicodemo (che per adesso non rinuncia al mandato), ha voluto raccontare i particolari della vicenda e i motivi che l’hanno spinto a compiere il folle gesto. Tanto che al termine dell’interrogatorio di garanzia il difensore dell’indagato non chiede alcuna misura alternativa al carcere e il capo dei gup convalida la misura e conferma la custodia nel penitenziario di San Giorgio. All’interno della struttura viene seguito da una psichiatra e dall’area educativa incaricata di comprendere la natura del disagio.

Indagini dei carabinieri

Al momento la pistola usata per uccidere “Tony” non si trova. I carabinieri hanno continuato a perlustrare, per il momento invano, la zona antistante il piazzale della cartotecnica e i luoghi immediatamente esterni vicino al cimitero. A questo punto non si esclude che l’arma possa essere nelle mani di terze persone. Per i militari l’autotrasportatore è passato dal retro della fabbrica, dal muretto che la separa dal cimitero di Lunata. Una zona buia e sprovvista di telecamere di sorveglianza. Alcune impronte sarebbero state rilevate dalla scientifica. Oltre alla pistola si cerca pure il cellulare che potrebbe portare a nuovi riscontri investigativi.

Il movente

Gli inquirenti si concentrano sui rapporti interpersonali tra i due connazionali. I due albanesi erano amici. Inizialmente Artan Kaja non soltanto aveva ospitato a casa sua Marjan Pepa senza un lavoro e in gravi difficoltà economiche. Ma l’aveva aiutato a trovare un’occupazione come autotrasportatore in una ditta sulla via Vecchia Pesciatina. Con il passare del tempo i rapporti si erano raffreddati. Pepa provava invidia per il coetaneo che era diventato un piccolo imprenditore, aveva un ruolo importante nella comunità, e una bella famiglia. C’era stato qualche pesante apprezzamento fatto alla consorte e sembra che, la scorsa estate, i dissapori fossero cresciuti al punto tale che i due sarebbero venuti alle mani durante uno scarico di pancali dal camion condotto dall’autotrasportatore albanese. Un paio di mesi fa Pepa sarebbe stato licenziato dall’azienda in cui operava come camionista. Senza un’occupazione avrebbe incolpato di quella sua condizione l’ex amico imprenditore. Un risentimento covato da tempo che avrebbe scatenato un insensato desiderio di vendetta.

L’autopsia

L’esame autoptico – che sarà svolto mercoledì mattina dal medico legale Ilaria Marradi che riceverà domani la delegata dal magistrato – dovrebbe chiarire anche la direzione in cui è stato sparato il colpo. Non si è esclude che l’assassino abbia fatto fuoco frontalmente, sparandogli in faccia e non alle spalle. Un particolare non trascurabile che denoterebbe un’efferatezza simile a quella di un regolamento di conti in ambito criminale. l




 

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