Il 2024? “Annus horribilis” per il porto di Civitavecchia. I numeri e il confronto
L’Autorità Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale ha diffuso i dati definitivi dei traffici
Un anno terribilmente brutto, il 2024, per il porto di Civitavecchia. L’Adsp del Mar Tirreno Centro Settentrionale ha diffuso nelle scorse ore, con un certo ritardo, i dati ufficiali dei traffici dello scorso anno, che disegnano una situazione di grandissima difficoltà praticamente in tutti i settori, tranne per le crociere (+4,3%) e per l’automotive (+8,3%).
Il confronto
Per il resto si assiste a un calo generalizzato rispetto al 2023, dal quale si salvano, nel settore delle rinfuse solide, solamente i materiali ferrosi e i minerali grezzi, con i primi che fanno registrare un incremento rilevante, a dimostrazione della ripresa dei collegamenti con le acciaierie di Terni. Anche i contenitori “marcano” un + 5,2%, ma si tratta di un incremento non veritiero, visto che è dovuto soprattutto ai vuoti (+25%), mentre i pieni sono risultati in calo del 5,4%. Il dato complessivo, comunque, relega come sempre Civitavecchia agli ultimi posti della specifica classifica nazionale.
I settori
In calo nel 2024 rispetto all’anno precedente anche i passeggeri diretti verso le isole, la Spagna e il Nord Africa un tempo fiore all’occhiello di Civitavecchia, con il -4,6%, e i mezzi pesanti (-6,8%), ai quali si aggiunge un -3,6% di auto a seguito dei passeggeri. Da evidenziare anche il calo degli approdi, ovvero delle navi che sono effettivamente attraccate sulle banchine del “Porto di Roma” e che sono state 66 in meno rispetto al 2023. Questo dato diventa clamoroso se viene raffrontato al 2019, anno che ha preceduto il Covid. Ebbene, rispetto a cinque anni prima lo scalo marittimo civitavecchiese ha perso ben 424 attracchi, qualcosa come il 13% in meno.
Tornando ai traffici tradizionali, le rinfuse solide, condizionate dal crollo della movimentazione del carbone destinato alla centrale Enel di Torre Valdaliga Nord, fanno registrare un calo del 55,7%. Il totale del traffico complessivo fa comunque registrare un -13,5%, un segno fortemente negativo per il quale concorre anche il calo del 4,8% delle merci varie in colli. Restano infine positive le rinfuse liquide destinate all’aeroporto di Fiumicino (+15,6%) che però nulla hanno a che vedere col lavoro portuale.
La nota
La vede in modo diverso il commissario straordinario dell’ente, Pino Musolino. In una nota diffusa dall’ufficio comunicazione dell’Autorità Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale dichiara che «per quanto riguarda il porto di Civitavecchia, è doveroso sottolineare che il grosso della perdita di quasi un milione di tonnellate è imputabile, principalmente, alla chiusura della centrale a carbone Enel e a scelte nazionali e di sistema prese negli ultimi 10 anni che vanno ben oltre le nostre competenze e che sono state imposte all’Autorità e che sono, anche, fuori dalla facoltà di ogni singolo operatore di compensare questa perdita».
«Il sistema nel complesso comunque tiene – prosegue il commissario straordinario dell’ente – con dati molto significativi e importanti nei porti di Fiumicino e Gaeta (nel primo il traffico complessivo è cresciuto di circa il 10%, mentre nel secondo è rimasto stabile, ndr) soprattutto nelle rinfuse e a Civitavecchia i dati in generale sono positivi e confortanti, tenuto conto delle due importanti crisi che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2024, vedendoci allineati alle stime di traffico della stragrande maggioranza dei porti italiani e mediterranei. Restiamo comunque vigili e monitoriamo la questione della centrale Enel di Civitavecchia che rappresenta una ferita importante e un grande limite alla pianificazione e alla possibilità di fare dei ragionamenti concreti per il prossimo futuro rispetto al nostro sistema portuale».