Carenza di medici di famiglia, pazienti costretti a fare decine di chilometri: «Per far visitare mio figlio 45 minuti d’auto»
Il caso nel Grossetano: unica disponibile una dottoressa distante 35 chilometri
ARCIDOSSO. Immaginate una madre costretta a percorrere oltre 35 chilometri in auto (che diventano 70 se sommiamo l’andata e il ritorno) ogni volta che il figlio avrà bisogno del medico di medicina generale. Anche soltanto per una visita o un vaccino.
Elisa Zani, 42 anni, vive ad Arcidosso (Grosseto), uno dei borghi più caratteristici del Monte Amiata. Lei, madre di tre figli, di cui uno adolescente, si è trovata a scegliere per lui il medico di famiglia al posto del pediatra di libera scelta. Si chiederà qualcuno: qual è il problema? E invece c’è perché – spiega – non è normale fare tutta quella strada per curarsi. «Per prima cosa ho chiesto al mio medico, che tra l’altro sta per andare in pensione, se aveva la possibilità di aggiungere anche mio figlio alla lista dei suoi assistiti – racconta – ma lui mi ha spiegato di aver raggiunto già il massimale. Quindi, mi sono rivolta all’Asl Toscana sud est, chiedendo che mi fosse indicato un medico. Così è stato, ma quando ho provato a contattarlo per chiedere se fosse disponibile non mi ha mai risposto. Sono anche andata nel suo ambulatorio, ma senza risultato. Non sono mai riuscita a prendere contatti». A quel punto, vista la situazione – con il figlio in un limbo – senza più pediatra né medico di medicina generale – Zani ha alzato il telefono e ha chiamato la dottoressa Federica Mandarini a Civitella Paganico. «È stata gentilissima e mi ha dato subito la sua disponibilità ad accettare mio figlio tra i suoi assistiti – sottolinea Zani – però questa situazione deve far riflettere tutti. Pensate che ogni volta che dovrò accompagnarlo dal medico di famiglia dovrò percorrere oltre 45 minuti in auto e altrettanti per tornare a casa. È una situazione surreale».
E il pensiero di Elisa Zani non è tanto per se stessa quanto per le persone più anziane che vivono anche nel suo paese, ad Arcidosso. «Non dobbiamo dimenticare che la popolazione tende a invecchiare – conclude – soprattutto nei piccoli paesi. Di conseguenza aumentano le malattie e quindi la necessità di avere cure sempre più prossime. Io sono giovane e non ho difficoltà ad accompagnare mio figlio del medico, anche se questo significa dover percorrere 70 chilometri tra andata e ritorno. Ma immagino quale grande disagio crei, invece, a una persona over 70».
«Da tempo ormai sentiamo parlare di zone carenti, aree senza medico di famiglia – conclude Zani – . I borghi, che sono quelli con meno servizi, tendono a spopolarsi. I giovani se ne vanno e gli anziani restano. Ma se non c’è neppure il medico di medicina generale chi si occuperà di loro? Serve un intervento risolutivo. Al più presto».