Sanremo 2025, babbo Marco Corsi: «Vi racconto il nostro Lucio». La telefonata ai genitori, le passioni e la vita in Maremma
Mamma Nicoletta e nonna Milena, per tutta la settimana, hanno deciso di chiudere il loro ristorante di Macchiascandona per seguirlo
«Abbiamo provato sensazioni indescrivibili, siamo impazziti di gioia». Marco Corsi, il padre di Lucio, ha ancora l’emozione nella voce nel raccontare i momenti che hanno portato al secondo posto del figlio al 75° Festival di Sanremo; momenti che hanno fatto balzare il cuore in gola anche a mamma Nicoletta e a nonna Milena, che per tutta la settimana, dopo aver deciso di chiudere il loro ristorante di Macchiascandona, hanno seguito la gara dalla loro casa in campagna a Val di Campo, ai piedi di Vetulonia, dove Lucio è cresciuto. Poi eccolo lì, quasi un alieno approdato con “l’Astronave Giradisco” – il titolo di un’altra sua canzone – e il volto dipinto di bianco, la sciarpa multicolore, il sorriso dolce à la Topo Gigio “mischiato” ai grandi della musica come David Bowie e Renato Zero: il maremmano Lucio Corsi, cresciuto tra campagna e tortelli.
Il momento più bello e la telefonata
«Il momento più bello – dice Marco Corsi – è quando hanno chiamato sul palco i primi cinque classificati. E lì abbiamo capito che ha fatto qualcosa di veramente grandioso. Sui telefoni, in questi giorni, continuamente apparivano giudizi positivi sulla sua canzone, sulla sua persona. Non eravamo certi che ottenesse un simile risultato, un secondo posto, ma sapevamo che qualcosa di bello comunque gli sarebbe accaduto. Siamo orgogliosi e felici che abbia coronato il suo sogno». La stampa e le televisioni hanno riportato alcuni episodi che hanno riguardato il cantautore castiglionese. Nella prima serata si è presentato all’Ariston a piedi, per fare foto con il pubblico, mentre ha scambiato un vassoio di chiacchiere con la spilla che aveva sul cappello. «Lui è fatto così – sorride babbo Marco – in questa settimana è venuto fuori il suo carattere, la sua educazione. È stato eccezionale. Ha fatto tutto quello che doveva fare, non si vergogna di niente, io non ci sarei proprio andato. Lui invece non ha nessun problema, è uno spirito libero, un’anima bella. Ha mostrato tutta la sua genuinità».
Appena sceso dal palco ha chiamato i genitori: «L’abbiamo sentito per tutto il periodo. Ieri ha detto che “è andata bene, sono felice ed esausto, mi sono sentito come in un frullatore”, ma in questi giorni ci ha detto che si è divertito, che non sapeva cosa aspettarsi, che aveva paura di fare un salto nel buio. Lui è contro le competizioni, le gare, ma è stato contento di essersi avvicinato a gente che fa il suo stesso lavoro, che ama la musica».
In tv
Ieri (16 febbraio) da Mara Venier, a Domenica In, ha detto che “il mio sogno è stare in tour tutta la vita come Dylan”. «È vero – conferma il babbo –, è quello che vuole, poter suonare insieme agli amici e fare il maggior numero di date. La partecipazione a Sanremo gli ha cambiato la vita. Finora ha suonato in locali da 300-400 posti, già prima della fine del Festival gli hanno prenotato teatri o palasport da 3mila posti con i biglietti che sono già andati esauriti». La presenza di Lucio sul palco ha cambiato anche le abitudini di Marco: «Sanremo non l’avevo mai guardato, perché lo consideravo una manifestazione troppo caricata. Ma devo dire che mi è piaciuto e il boom di ascolti è dovuto al fatto che la gente ha apprezzato il cambiamento che c’è stato. La classifica finale? Un pochino sono rimasto sorpreso: avevo dato per scontato che avrebbe vinto». Corsi i vestiti di Sanremo se li è fatti da sé. E se ve lo state chiedendo, «lui è proprio così come lo vedete», assicura Riccardo Innocenti, che Lucio lo conosce da una vita, da quando erano adolescenti e andavano alle superiori. Lucio suonava la chitarra in una band Prog e anche Riccardo si era avvicinato a quel mondo.
Le passioni
«L’aspetto più bello – sottolinea – è che è riuscito a radunare tutti questi musicisti grossetani, amici di una vita, che prima suonavano ognuno per conto proprio. Per lui non sono solo musicisti, ma amici fraterni». Nessuno stupore per Riccardo di fronte agli outfit originali sfoggiati da Corsi a Sanremo, a partire dalle maniche a sbuffo gialle con i sacchetti di patatine. «Mi ricordo – racconta a mo’ di spiegazione – quando regalarono a Lucio la “Due cavalli”, una macchina gialla e vecchissima, con un cambio stranissimo. Girava con questa macchina e lo vedevi arrivare da lontano». Poi lui e la chitarra erano «inseparabili, se la portava dietro anche quando andavamo a prendere un caffé».
Ma guai a pensare che la musica sia la sua unica passione. «Lucio è strambo, nel senso che mette insieme passioni così distanti: la musica, la MotoGp, gli insetti. Spesso ci manda queste foto con dei ragni giganti che trova a Vetulonia, dove abita», racconta con un sorriso Joel Baldo. Anche lui e Lucio si conoscono sin dall’adolescenza. «Facevamo parte di un trio particolare, anche con un altro ragazzo, e i momenti più belli – dice – li abbiamo vissuti nella macchina di Lucio a mangiare i panini del McDonald’s o nel suo hangar – come lo chiama lui perché è senza porte – a Milano a giocare alla PlayStation. In tutti gli anni che lo conosce non è mai cambiato, è identico a ora come si vede sullo schermo».
La Maremma
Tutta la Maremma ha fatto il tifo per lui, e per tutta la Maremma è lui il vincitore, come ripete la sindaca di Castiglione della Pescaia, Elena Nappi. Non c’è storia. «Va benissimo, è andato oltre ogni aspettativa. A mano a mano che ti avvicini al primo posto, è ovvio che lo speri, ma è stato un successo», dice Jacopo Nieri. È uno dei musicisti che lo accompagna nelle tournée. «Dall’ultima – racconta – siamo tornati a ottobre. Abbiamo girato un po’ tutta l’Italia. Lo scopo è suonare il più possibile senza mai tornare a casa e speriamo che si vada sempre di più in quella direzione».