La balneare di Castiglioncello ricorda l’incidente: «Vi racconto i due anni con la “Venus” in casa»
L’imprenditrice: «La vedevamo avvicinarsi pericolosamente alla costa in balia del vento: l’estate andò bene»
CASTIGLIONCELLO. Ilaria Piancastelli è l’ultima erede del bagno Ausonia, a Castiglioncello: ieri teatro di alcune scene cult del film “Il Sorpasso” e ancora oggi gioiellino di ombrelloni bianchi e verdi incastonati tra gli scogli tanto cari ad Alberto Sordi, ville a picco sul mare e profumo di salmastro e tamerici. La notte del 23 ottobre 2002 Piancastelli era affacciata sulla scogliera dei Pungenti, nome nomen, mentre il vento di Libeccio spingeva verso la costa la nave mercantile “Venus”, bandiera libanese, partita il giorno prima dal porto di Ravenna e diretta a Carrara.
«La vedevamo avvicinarsi pericolosamente alla costa in balia del vento, a un certo punto – ricorda – è stato come se avesse fatto surf: le onde la hanno trasportata sopra agli scogli parcheggiandola. Da quel giorno, per due anni, è rimasta in quella posizione».
Un incidente molto simile a quello avvenuto la settimana scorsa a Marina di Massa?
«Vero, a me a ha ricordato anche quanto avvenuto qualche anno fa a Livorno, davanti ai Tre Ponti. In queste circostanze il vero nodo è legato a chi paga la rimozione della nave: se l’armatore è disposto a tirar fuori i soldi le operazioni sono abbastanza rapide. Altrimenti, com’è successo a Castiglioncello, i tempi si allungano».
I suoi colleghi balneari di Marina di Massa sono molto preoccupati per la prossima stagione balneare. Voi come avete vissuto la convivenza con il relitto?
«Le dico la verità, anche noi inizialmente eravamo molto preoccupati, invece le cose sono andate meglio del previsto. Ricordo che ci fu l’effetto curiosità, le persone venivano a vedere il relitto. Poi noi lavoriamo molto con i proprietari di seconde case, che sono continuati a venire. Forse più degli stabilimenti potrebbero risentirne gli hotel che, invece, lavorano maggiormente con i turisti che prenotano una settimana».
Quindi nessun pericolo?
«L’unico pericolo è un eventuale sversamento di gasolio. In quel caso servirebbero anni per bonificare la zona. Ecco perché gli operatori turistici devono pretendere che i serbatoi vengano svuotati il prima possibile. Fatto questo, la rimozione della nave è un’operazione che può essere fatta anche con una certa calma. Per la prima estate, il relitto spiaggiata davanti al pontile può anche essere un elemento di curiosità come è successo per la Costa Concordia al Giglio. La foto davanti alla nave è un’immagine instagrammabile. Detto questo se riuscissero a toglierla prima della stagione sarebbe un miracolo visti tutti gli accertamenti che la procura dovrà fare a bordo con periti e consulenti».
Della permanenza della Venus a Castiglioncello cosa ricorda?
«Due cose. La prima fu la rapidità con cui la nave si arrugginì. Mi spiego meglio: quando ci fu il naufragio il mercantile era bianco e nero, se non ricordo male. Dopo un mese o due diventò un ammasso di ruggine».
E la seconda?
«Lo sciacallaggio. I ragazzi andavano ai Pungenti, salivano a bordo della nave e prendevano qualsiasi cosa. Penso che qualche locale della zona abbia ancora i salvagente con la scritta “Venus”. Ma ho visto in giro anche razzi di segnalazione, strumenti di vario genere e chiavi inglesi sempre della nave».
Il suo stabilimento quanto dista da punto in cui avvenne il naufragio?
«Non vedevamo il relitto dallo stabilimento. Per farlo ci dovevamo spostare nel bagno accanto. Ma si parla di qualche centinaio di metri».
Per rimuoverla servirono due anni, cosa ricorda di quelle operazioni?
«Della rimozione ricordo poco, davanti ai Pungenti arrivarono i rimorchiatori che portarono via i pezzi della nave che nel frattempo veniva smontata sugli scogli. Il motivo? Era impossibile raggiunge la zona via terra, l’Aurelia dista qualche centinaio di metri dagli scogli».
E il ruolo delle istituzioni?
«Ci furono delle riunioni in cui il Comune ci fece capire che la rimozione non dipendeva da loro ma dall’armatore. Infatti alla fine pagò lo Stato».