Codice della strada, il vino senza alcol è la "soluzione" al crollo di grappe e amari a tavola. L'idea di alcuni ristoratori
Con le nuove regole è calato anche del 20% il consumo nei ristoranti. Così i locali si attrezzano tra test e liste di conducenti a noleggio da dare ai clienti
GROSSETO. Scordatevi la grappa o l’amaro dopo il pasto, il limoncello per digerire meglio la lauta libagione, il bicchierino della staffa, l’ultima concessione a una serata spensierata attorno a un tavolo. «Questa abitudine – dicono i ristoratori – è praticamente sparita». Il timore, con un ghigno beffardo, ha spazzato via gli odorosi liquori e le “tentazioni” di fine pasto dopo l’inasprimento delle sanzioni del codice della strada per chi ha un tasso alcolemico sopra i limiti di legge alla guida.
Il consumo di vino in caduta
Ne ha risentito anche il consumo di vino, certo, ma un po’ meno. Se prima una tavolata da sei si concedeva due bottiglie, ora il cameriere ne porta una sola. Una coppia al ristorante dice “no, grazie” alla bottiglia intera e prende un calice a testa. Al massimo. Oppure, pratica molto diffusa all’estero, sempre più spesso una persona della compagnia si “sacrifica” e non beve perché sarà lui – o lei – il guidatore designato a riportare tutti a casa.
Di fatto con la nuova normativa un contraccolpo nei consumi, più o meno forte, lo hanno notato tutti. «Soprattutto all’ora di pranzo: sicuramente in questo caso – dice – si parla di un dimezzamento. Ma in generale tutti ci stanno più attenti. Si parla di una diminuzione di circa il 20 per cento in generale, fa una stima di massima Beatrice Montefiori del Canapone a Grosseto.
Sì, «i consumi si sono veramente abbassati, senza parlare del famoso amaro dopo il caffè, la grappa: non se ne parla nemmeno, è del tutto cancellato», conferma Danilo Ceccarelli, presidente provinciale Fipe Confcommercio e proprietario dei ristoranti Casty a Castiglione della Pescaia e Cala Felice al Puntone di Scarlino. Ma c’è un distinguo. «L’intensificazione delle pene – aggiunge Ceccarelli – ha portato una maggiore responsabilità nel bere, e questo è positivo, ma va in base all’età: i più grandi si comportano di conseguenza, mentre tra i giovani – fino a circa i 25 anni –, fermo restando che sta maturando sempre più l’idea del guidatore designato, noto una sensibilità inferiore».
Si nota appena una lieve diminuzione dalla cucina del ristorante Grantosco in via Solferino. «Già prima i clienti bevevano con consapevolezza. Ora – dice la titolare e chef Camelia Decu – registriamo un po’ più di attenzione nella quantità».
Come si organizzano i ristoratori: alcoltest, servizio autista e...
A questo punto ogni ristoratore ci tiene a sottolineare che ovvio, la priorità è la sicurezza sulle strade. Ben vengano quindi la moderazione e il maggiore “zelo” prima di mettersi al volante. Però è inevitabile che le novità in materia normativa abbiano avuto ricadute sul consumo, a volte dovute anche al timore – comprensibile – di vedersi ritirare la patente.
E così i ristoranti si stanno organizzando. «È giusto – sottolinea Ceccarelli – essere responsabile e non guidare avendo superato i limiti di legge. Ecco perché quando riapriremo metteremo un alcoltest a disposizione dei nostri clienti. In questo modo, prima di mettersi in auto, potranno verificare subito il loro tasso alcolemico e agire di conseguenza, magari facendo guidare un’altra persona o aspettando un po’ prima di partire».
E se proprio ci si vuole dimenticare – senza eccessi – pure dell’alcoltest, «noi per l’estate ci stiamo attrezzando per mettere a disposizione dei nostri clienti una serie di nomi da chiamare per il noleggio con conducente», spiega Emilio Signori, titolare della Locanda La Luna nella campagna di Tirli. In pratica «avremo una lista – spiega Signori – che condivideremo sia sui social, sia sul nostro sito internet con chi chiamare se si vuole noleggiare in caso si voglia bere una bottiglia con più tranquillità senza sacrificare nemmeno uno degli invitati». Sono proprio i locali fuori dalle città, e quindi impossibili da raggiungere a piedi, quelli che subiscono i maggiori contraccolpi. «Certo, gli inasprimenti – aggiunge Signori – fanno paura, ma alla fine avremo una consapevolezza di versa di andare fuori».
...i vini senza alcol
E sei trasporti sono un tema, c’è anche chi sta pensando di introdurre, nella propria offerta, anche i vini senza alcol. «Nel periodo estivo – spiega Montefiori – avremo la birra analcolica, che in realtà ci chiedono già da un pezzo. E magari proveremo a prendere anche qualche bottiglia di vino dealcolato per andare incontro alle nuove esigenze». Anche se no, «non ce lo hanno ancora chiesto», dice.
Vino dealcolato? «No, non credo che la Toscana sia la regione giusta», risponde con piglio sicuro Ceccarelli. «Ho anche liquori per fare Spritz e cocktail senza alcol. Qualcuno li chiede, ma di fatto le bottiglie sono rimaste lì. È comunque un servizio in più da offrire al cliente», conclude. Nessuno ha chiesto vini analcolici neppure al Grantosco. Ma chissà, mai dire mai.