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L’analisi

Il maltempo in Toscana causato da un temporale stazionario: cos’è, come si è formato e il ruolo del mare “caldo”

di Tommaso Silvi

	Il temporale e la pioggia caduta in Toscana tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio
Il temporale e la pioggia caduta in Toscana tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio

La ricostruzione e l’approfondimento sull’ondata di forti piogge a cura del Centro Meteo Toscana

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Pioggia e disagi. La Toscana sabato 1 febbraio si è svegliata con numerosi allagamenti e corsi d’acqua esondati: criticità causate da un sistema temporalesco autorigenerante «semistazionario che da oltre 24 ore staziona davanti alle coste livornesi. Questo scenario, più tipico di un peggioramento autunnale, sottolinea l’anomalia di un clima in continua evoluzione, con cui dovremo inevitabilmente confrontarci nei prossimi anni», spiega il Centro Meteo Toscana, che ogni giorno monitora l’evoluzione della situazione climatica sulla regione.

Cosa è successo

Ma cosa è successo sulla Toscana dalla mattina di venerdì 1 febbraio e per le 24 ore successive? «Il primo fattore scatenante del temporale che ha causato danni in provincia di Pisa e Livorno soprattutto – spiega il Centro Meteo Toscana –  è la temperatura del mare, ancora troppo calda rispetto alla norma storica, con un’anomalia positiva di circa 2 gradi. Questa condizione è il risultato di un surplus termico accumulato durante l’estate e l’autunno, che continua a manifestare i suoi effetti sul Mediterraneo. Le temperature elevate favoriscono la formazione di sistemi depressionari stazionari, come quello attuale, con un anticiclone di blocco a est che ne ostacola lo spostamento. Se la configurazione sinottica di per sé rientra nella normalità, non si può dire lo stesso per l’anomalia termica marina, che diventa il vero motore di queste situazioni estreme».

Conseguenze e danni

Il Centro Meteo Toscana prosegue: «L’aumento della frequenza dei temporali autorigeneranti rappresenta un chiaro segnale del cambiamento climatico in corso. Il problema principale è che il nostro territorio non è pronto a gestire fenomeni di questa portata. I terreni e la morfologia dell’area non sono adatti a ricevere volumi d’acqua così ingenti in tempi così brevi, provocando allagamenti diffusi e danni alle coltivazioni. Le situazioni più critiche si registrano nella mattina del 1 febbraio nei bacini fluviali minori, con fiumi come l’Era, il Cecina e l’Ombrone che hanno superato abbondantemente i livelli di guardia. Fortunatamente, a partire dal pomeriggio di sabato 1 febbraio si prevede un miglioramento graduale del tempo, con l’attenuarsi delle precipitazioni e il ritorno a condizioni più stabili».

Il campanello d’allarme

«L’evento tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio – continua il Centro Meteo Toscana – rappresenta un segnale chiaro della direzione che il clima sta prendendo. Non si tratta solo di temperature più miti o inverni meno rigidi, ma di un cambiamento strutturale che richiede interventi immediati per prevenire disastri futuri. Oltre 80mila fulmini sono stati registrati sul Mediterraneo in 24 ore, un record per il mese di gennaio. I sistemi temporaleschi autorigeneranti sono ben tre, un dato che normalmente associamo alla stagione autunnale e non a quella invernale. Anche la neve, che dalla serata di venerdì 31 gennaio cade oltre i 1400 metri, si presenta in un contesto anomalo, con precipitazioni intense e condizioni di umidità elevate.

Le previsioni

Il Centro Meteo Toscana conclude con la previsione per la seconda parte di sabato 1 febbraio e i giorni seguenti: «Nella seconda parte della giornata di sabato 1 febbraio il maltempo lascerà spazio a schiarite, mentre da domenica 2 febbraio si prevede un miglioramento generale con venti di grecale che soffieranno per diversi giorni. Attorno a mercoledì 5 febbraio è atteso un lieve calo delle temperature, ma non sufficiente a invertire la tendenza attuale. Il freddo in arrivo proviene dalla Russia europea, una regione che un tempo portava il gelo vero, ma che oggi registra anomalie termiche positive record, superiori ai 5°C. Il risultato è un raffreddamento modesto, insufficiente a ristabilire gli equilibri climatici e a contrastare il trend del riscaldamento globale».

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