Contro il rincaro del gas dobbiamo vietare i “derivati” agli speculatori
Scommesse alla Borsa di Amsterdam
Lo scontro tra il presidente ucraino e Gazprom in merito al transito del gas russo ha prodotto il blocco dei flussi attraverso quel Paese. Sono così partite le scommesse al rialzo e il prezzo di un megawattora ha superato i 50 euro. Per l'Italia è un danno evidente perché aveva, nell'ultimo anno, ripreso gli acquisti di gas russo, a prezzi molto bassi.
Ora il nostro Paese dovrà sopperire con Gnl proveniente dagli Usa, i cui prezzi, già alti, si sono ulteriormente impennati per effetto proprio della speculazione connessa alla vicenda ucraina. Peraltro la stessa Ucraina ha cominciato a dover comprare il gas americano che sta diventando una merce molto contesa e, dunque, con prezzi destinati a ulteriori rialzi. Bisogna poi aggiungere che sul prezzo del gas in Europa incidono in modo particolare due fattori specifici. Il primo è costituito dalla sua determinazione alla "Borsa di Amsterdam". Ma di cosa si tratta? La piattaforma di Amsterdam, definita Title Transfer Facility, è stata creata da un operatore olandese di trasmissione energetica, Gasunie, che l'ha venduta ad una Borsa privata Usa, Ice, che possiede anche l'indice Nyse: particolarmente interessanti sono i principali azionisti costituiti da Vanguard, Black Rock, State Street, Capital Research, Morgan Stanley, Geode e Lazard. In sintesi i prezzi sono fatti dagli speculatori.
La Borsa di Amsterdam ha anche un altro limite evidente. Il volume degli scambi reali di gas rappresenta solo il 10% del totale degli scambi operati ad Amsterdam che sono per il 90% scommesse finanziarie. Pochi numeri rendono tutto ciò molto chiaro. In un anno vengono scambiati ad Amsterdam solo 700 milioni di metri cubi di gas, a fronte di un consumo di 412 miliardi di metri cubi. Ad Amsterdam sono esposti sul gas ben 218 soggetti finanziari, di cui 164 sono fondi apertamente speculativi, mentre i soggetti commerciali, quelli realmente interessati al gas, sono 134. È evidente che quando parte una scommessa al rialzo, tutti scommettono sul rialzo del prezzo del gas e dunque il prezzo della materia prima e delle bollette si impenna. Dunque, se si volessero evitare le impennate speculative basterebbe non utilizzare più la Borsa di Amsterdam per la determinazione dei prezzi. Il secondo fattore che incide sui prezzi è legato al primo.
Gli operatori finanziari presenti ad Amsterdam, e in tutto il "mercato del gas", fanno scommesse su contratti di compravendita rispetto a cui sono del tutto estranei. In pratica scommettono su un contratto altrui, il cui contenuto reale ha per gli stessi speculatori un interesse inesistente. Allora perché non vietare simili scommesse e consentire di creare strumenti di finanza derivata solo ai titolari veri dei contratti di compravendita per coprirli dai rischi? In fondo per evitare l'impoverimento diffuso dei consumatori sarebbero sufficienti almeno due misure: abbandonare Amsterdam e vietare di fare derivati a coloro che non hanno un contratto reale e dunque sono solo speculatori.
* Università di Pisa