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“Mou”, talento mai sbocciato: dal calcio al sogno del lavoro. Chi era il 17enne ucciso a Campi Bisenzio

di Danilo Renzullo e Giacomo Bertelli
I rilievi dei carabinieri e la vittima
I rilievi dei carabinieri e la vittima

La carriera segnata da una squalifica, il ricordo dell’ex allenatore: «Aveva una grande tecnica»

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CERTALDO. Una passione sconfinata per il calcio e tanta voglia di emergere fra i grandi in una vita che, sin dalla gioventù, lo ha visto correre in salita. Maati Moubakir, nato a Poggibonsi e residente a Certaldo, 18 anni il prossimo febbraio, aveva lasciato gli studi all’Istituto tecnico industriale Ferraris – Brunelleschi di Empoli per frequentare, a Poggibonsi, alcuni corsi di formazione per l’avviamento al lavoro. Il mondo del calcio come sogno, la concretezza di un’occupazione come obiettivo.

Il calcio

Moubakir, nell’ultimo periodo, aveva abbandonato anche l’attività sportiva per dedicarsi ad una serie di corsi di specializzazione che gli avrebbero consentito di trovare un lavoro. O almeno, questo l’obiettivo. Spezzato la scorsa notte da cinque fendenti che non gli hanno lasciato scampo. “Mou” per gli amici e compagni di squadra, lascia i genitori (la madre, di Certaldo, impiegata di un’azienda vitivinicola di San Gimignano, mentre suo padre, cittadino italiano di origine magrebina, è titolare di un’azienda edile) , due fratelli e una sorella. Dopo un passaggio nelle giovanili del Montespertoli, nella stagione 2023-2024 Moubakir, centrocampista, era approdato alla Certaldese Giovani.

L’allenatore

«Era un ragazzo straordinario, dotato di una tecnica fuori dal comune. Poteva fare la punta esterna, era veloce ed aveva un gran bel destro. Parlavo molto spesso con lui per cercare di farlo ragionare e avere un dialogo», spiega il suo ex allenatore Giuseppe Valenti, sconvolto per quanto accaduto. «Ci voleva un pallone tutto per lui, ma a quell’età tutto è concesso, il calcio è prima di tutto un divertimento», prosegue Valenti. Quella stagione, però, è stata caratterizzata da un avvio che per Moubakir è diventata una sorta di spartiacque nella sua carriera sportiva. Almeno, con la casacca della Certaldese Giovani. Il centrocampista fu infatti destinatario di una lunga squalifica. Gli allenamenti e la fiducia della società non bastarono per proseguire la stagione. Così il passaggio, la scorsa estate, alla vicina Gambassi, negli Juniores. Per lui il tesseramento, gli allenamenti prima dell’inizio del campionato e qualche partita, ma poi il saluto a metà ottobre anche ai colori giallorossi per dedicarsi ai corsi di formazione e specializzazione per trovare in un lavoro la strada da intraprendere dopo la decisione di interrompere gli studi prima di raggiungere il traguardo del diploma.

Il dolore

Dolore e lacrime. Ma anche rabbia e sconcerto. La morte di Moubakir ha sconvolto la comunità di Certaldo. «Il mio pensiero e cordoglio va subito alla famiglia, intorno alla quale ci stringiamo in un abbraccio di affetto e di sostegno in questo drammatico momento», commenta il sindaco Giovanni Campatelli. Messaggi di cordoglio sono arrivati anche dal Montespertoli calcio che «si unisce nel dolore abbracciando la madre e tutta la famiglia», e dalla stessa Usd Gambassi, ultima società in cui Moubakir ha militato per cercare di dare concretezza al suo sogno di diventare calciatore, che ha chiesto «a tutti di riflettere in silenzio, di come una vita umana può purtroppo molto spesso, valere così poco». È «tutto assurdo», l’amara riflessione della società sportiva.

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