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Assinterminal, il 2025 dei porti italiani in quattro mosse: quali sono e cosa dice il documento “Position Paper”


	Uno scorcio dall'alto del porto di Livorno (foto d'archivio)
Uno scorcio dall'alto del porto di Livorno (foto d'archivio)

Presentato dall’associazione che raccoglie i terminalisti portuali italiani

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Un programma, in quattro punti, denominato Position Paper, sui quali basare il futuro prossimo della portualità italiana. Assinterminal, l’associazione che raccoglie i terminalisti, presenta una serie di proposte che, a suo giudizio, possono assicurare nel 2025 una maggiore competitività e sostenibilità al sistema portuale del Paese. Come detto, il “Position Paper” si sviluppa in quattro capitoli, dedicati rispettivamente al lavoro, alla governance, alla transizione energetica e a quella digitale.

Lavoro

Per quanto concerne il primo, viene osservato che il sistema portuale italiano si distingue per la regolamentazione del lavoro, che, secondo Assinterminal, deve rimanere elemento caratterizzante per garantire condizioni economiche adeguate, certezza organizzativa e sicurezza. Il nuovo contratto di lavoro viene definito un modello di equilibrio tra esigenze imprenditoriali e diritti dei lavoratori, introducendo strumenti di welfare e migliorando le condizioni sanitarie e previdenziali. Per l’associazione dei terminalisti è comunque necessario continuare a rafforzare le misure per il ricambio generazionale, combattere il lavoro irregolare e promuovere l'inclusività attraverso la formazione e la valorizzazione delle diversità.

Governance

Riguardo al secondo punto del Position Paper, dedicato alla governance del sistema, viene sostenuto che lo stesso richiede un approccio centralizzato per valorizzare gli investimenti e garantire un’efficienza che sia competitiva a livello internazionale. Al riguardo viene giudicato essenziale avere una visione chiara nell'assegnazione e nell'utilizzo del sistema portuale come asse strategico, puntando su investimenti infrastrutturali, analisi delle dinamiche dei mercati e concorrenzialità verso altre portualità estere.

«Questo approccio – si legge nel documento – deve evitare concorrenza interna, promuovendo invece regole di ingaggio e regolamentazioni che preservino l'equilibrio nella gestione e concessione degli asset logistici. Tali regole devono essere semplici, chiare, univoche e scevre da interpretazioni e abbandonare finalmente e definitivamente quel campanilismo che troppo spesso ultimamente ha caratterizzato la portualità italiana. Governance significa anche soprattutto affrontare un mercato che cresce in complessità, sia per le aggregazioni e integrazioni dei principali operatori che per le dinamiche geopolitiche in evoluzione. La partnership pubblico-privato deve evolversi, superando visioni immobiliari del demanio e rendendo il sistema delle concessioni più trasparente e uniforme. La razionalizzazione dei compiti tra Ministero, AdSP e altri enti è fondamentale per eliminare sovrapposizioni e promuovere una pianificazione coordinata e strategica. Governance, che per tutta questa serie di motivi può essere solo centrale, vuol anche dire guardare oltre i confini e cominciare a presidiare il mercato del Mediterraneo e non più solo quello Italico». Per Assinterminal, un tema centrale per il 2025 sarà la revisione dei regimi fiscali del registro internazionale e della tonnage tax. «Tali sistemi di tassazione – si legge ancora nel documento – devono rimanere alternativi e strettamente perimetrati all’ambito del trasporto marittimo, includendo le attività ancillari del settore crocieristico, per continuare a sostenere la competitività del comparto».

Transizione energetica

Per quanto concerne il terzo punto, ovvero la transizione energetica, secondo l’associazione dei terminalisti questa rappresenta una priorità per garantire sostenibilità e competitività del sistema portuale. «È necessario – prosegue il Position Paper – incentivare l’autoproduzione di energia rinnovabile, l’elettrificazione delle banchine e l'adozione di carburanti alternativi attraverso strumenti premianti nei regimi concessori. Tuttavia, l’elettrificazione delle banchine e i conseguenti processi operativi non sono l'unica soluzione. La pianificazione deve includere investimenti in infrastrutture di stoccaggio e in processi di fornitura di carburanti alternativi, gestiti con un approccio centralizzato. Questa gestione deve essere flessibile, consentendo adeguamenti tecnici rapidi e procedure operative uniformi per tutti i porti. I porti devono evolvere verso la funzione di hub energetici flessibili in grado di garantire l'approvvigionamento dei diversi combustibili puliti del prossimo futuro. I porti non sono esclusivamente al servizio delle navi: autotrasporto, trasporto ferroviario, utenza di crociere e traghetti devono poter trovare punti di approvvigionamento per combustibili alternativi». Per Assinterminal devono essere individuate risorse utili per agevolare questi percorsi, ad esempio, attraverso i meccanismi legati alla tassazione Ets, che tanto sta facendo discutere a livello di Unione Europea, e la cooperazione tra operatori portuali e produttori di energia viene giudicata fondamentale per accelerare la decarbonizzazione e garantire la sostenibilità del sistema.

Qui digitale

L’ultima parte del documento è dedicata alla transizione digitale. Al riguardo, la digitalizzazione viene considerata un asset strategico per il futuro dei porti italiani. Secondo l’associazione dei terminalisti, uniformare la raccolta e gestione dei dati tra imprese, enti e terminal favorirà una maggiore trasparenza e consentirà una pianificazione più efficiente degli investimenti. Allo stesso tempo, la digitalizzazione dei processi autorizzativi e concessori migliorerà la velocità e l'efficacia delle operazioni portuali. Per Assinterminal è comunque fondamentale l’implementazione della connettività avanzata nei porti e una razionalizzazione dei controlli su merci e passeggeri per ridurre inefficienze e favorire la sicurezza, consolidando il ruolo dei porti come snodi centrali della filiera logistica.

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