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Malore di Bove, il cardiologo Emdin: «Le aritmie possono essere asintomatiche». Perché l'attività sportiva può scatenarle
L’intervista al luminare Michele Emdin della Fondazione Monasterio: «La prevenzione è fondamentale, soprattutto in quella che riguarda la morte improvvisa giovanile». Che cos’è il progetto JUST
«Può accadere: del resto non è la prima volta che vediamo un calciatore o più in generale uno sportivo, anche professionista, colpito da un arresto cardiaco in campo. Serve prevenzione, a tutti i livelli. Simili episodi possono essere fatali». Michele Emdin – direttore del dipartimento cardiotoracico della Fondazione Monasterio di Pisa e coordinatore del Centro Health Science della Scuola superiore Sant’Anna –, commenta così le immagini del Franchi, con il 22enne giocatore della Fiorentina Edoardo Bove che ha avuto un malore e si è accasciato in campo.
Cosa può essere accaduto?
«Un collega dell’ospedale Careggi che sta seguendo il caso e un collega che ha visto l’episodio in tv, hanno postulato un evento aritmico che ha causato un arresto cardiaco cui potrebbe essere seguita ipoperfusione cerebrale e crisi epilettica».
In pratica il problema cardiaco ha causato uno scarso afflusso di sangue al cervello e da lì i drammatici momenti vissuti sul campo del Franchi. Ma come è possibile che accada, non solo a uno sportivo, ma a un ragazzo di 22 anni?
«Difficile dirlo con certezza in questo momento (l’intervista è stata realizzata nei momenti successivi all’episodio, ndr), i colleghi di Firenze stanno facendo gli esami del caso e si potrà dare una risposta certa solo dopo una diagnosi precisa. Sul tavolo resta però una questione».
Quale?
«Occorre investire nella prevenzione dei casi di morte improvvisa giovanile, come stiamo facendo con il progetto JUST (acronimo di JUvenile Sudden deaTh: JUST know and treat – Morte cardiaca improvvisa giovanile: conoscerla per prevenirla, ndr), un’iniziativa che non ha uguali in Italia portiamo avanti con Marco di Paolo, medico legale dell’Università di Pisa, e i cardiologi Alberto Giannoni e Francesco Gentile di Sant’Anna e Monasterio».
Come?
«Come Scuola superiore Sant’Anna e Fondazione Monasterio stiamo compiendo una campagna di prevenzione. Nelle scuole secondarie superiori di Pisa, della Garfagnana e dell’Isola d’Elba abbiamo eseguito più di mille screening individuali, identificando quattro casi di patologia cardiaca congenita o ereditaria».
Cosa dicono questi screening?
«Può esistere anche in soggetti asintomatici una condizione patologica predisponente all’evento aritmico potenzialmente fatale. L’attività sportiva, associata a un’attivazione del sistema nervoso simpatico con la produzione di sostanze, le catecolamine, può scatenare l’evento aritmico fatale».
Cosa si rischia?
«Nei casi più gravi la morte improvvisa».
Come prevenirli?
«Estendendo il programma di educazione dei laici al Blsd (primo soccorso e uso del defibrillatore, ndr) specialmente in ambito scolastico e sportivo. E facendo screening come quelli del progetto JUST. A tale proposito, con il professor Giannoni ed Emanuele Rossi della Sant’Anna, stiamo mettendo a punto di una proposta di legge per istituire un registro regionale della morte improvvisa e facilitare le iniziative di screening».
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