Regionali in Toscana, l’ira di Italia Viva per il sondaggio Cgil: «Ma come spendono i soldi dei lavoratori?»
Dopo la rilevazione pubblicata in esclusiva dal Tirreno, il deputato renziano Faraone attacca: «A voi sembra normale che la Cgil Toscana utilizzi i soldi dei lavoratori per commissionare un sondaggio sugli orientamenti elettorali in vista delle prossime scadenze elettorali? A me no. Farebbero meglio a investirli per spendere i soldi dei lavoratori»
Si surriscalda il clima in vista delle elezioni regionali del 2025 in Toscana. Dopo la pubblicazione del sondaggio Cgil che dimostrerebbe come una adesione di Italia Viva e Azione a un eventuale campo largo farebbe perdere voti a Eugenio Giani, si scatena l’ira dei renziani. E il primo a prendersela con lo storico sindacato è Davide Faraone, fedelissimo di Matteo Renzi: «A voi sembra normale che la Cgil Toscana utilizzi i soldi dei lavoratori per commissionare un sondaggio sugli orientamenti elettorali in vista delle prossime scadenze elettorali? A me no. Conosco bene la Cgil e so che il grosso del suo gruppo dirigente, nei territori e nei luoghi di lavoro, è impegnato ad occuparsi dei lavoratori e poco propenso a sostituirsi ai partiti politici», scrive su X il deputato renziano.
«Purtroppo però – continua – qualche “simpatico” dirigente della Cgil, in una regione italiana importante, la Toscana, una regione che il prossimo anno andrà al voto, anziché occuparsi delle fabbriche in crisi, degli stipendi mangiati dall’inflazione, delle condizioni di lavoro dei rider, degli incidenti sul lavoro, cosa fa? Commissiona un sondaggio sugli orientamenti elettorali rivolto a 1001 iscritti alla Cgil. L’obiettivo del sondaggio? La cacciata di Italia Viva e Azione dalla coalizione di centro sinistra che governa positivamente da quattro anni la Toscana. Sì perché, come emergerebbe dal sondaggio, gli iscritti alla Cgil, un campione altamente rappresentativo della società, oltre a preferire nel 20% dei casi la Meloni alla Schlein, di questo piuttosto mi preoccuperei, esprimono la convinzione che Renzi debba stare fuori dalla coalizione».
E poi un appello a Landini, il segretario nazionale della Cgil: «Non so cosa pensi Landini dell’iniziativa del segretario regionale della Cgil Toscana, Rossano Rossi anche nel nome e nel cognome uno che più rosso non si può, io però due piccole osservazioni mi sento di farle. La prima su quanto sia a dir poco inopportuno che il sindacato spenda risorse che i lavoratori affidano all’organizzazione sindacale per tutelare i loro diritti, per fare sondaggi elettorali. Si finisce tra l’altro per dar forza alla tesi della Meloni quando dice che che la Cgil fa politica e quindi è strumentale quando contesta il governo. La seconda considerazione, più politica: dopo la lezione ligure, con la destra di tutto il mondo che trova ovunque le ragioni dell’unità, è possibile che ancora oggi pulsioni come queste trovino cittadinanza e megafono nella comunità democratica? Continuo a sperare ardentemente di no».