Tra mance e mancette la Finanziaria è inadeguata alle necessità del Paese
Serve ben altro per curare l’Italia
Ecco una delle riflessioni dei lettori pubblicate sull’edizione cartacea di martedì 29 ottobre, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.
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* di Marco Susini
La manovra economica proposta dal Governo Meloni sembra ormai delineata. Viene da chiedersi se la “filosofia” della Finanziaria Meloni-Giorgetti sia adeguata a curare la salute di un Paese che, al di là della prosopopea propagandistica della premier e dei suoi aedi, non se la passa bene. Basti pensare che l’annuale rapporto Istat ci ha ricordato come la crescita prevista per il prossimo anno sia vicina allo zero virgola e comunque inferiore anche se di poco alle previsioni dell’esecutivo. L’Istat ha poi evidenziato che il numero degli italiani che vive ormai sotto la soglia della povertà arriva oggi alla cifra monstre di 5,7 milioni di persone e che, per di più, cresce l’inflazione non a caso definita la tassa dei poveri per eccellenza. Il documento rivela poi che se è pur vero che è cresciuto leggermente il numero degli occupati ciò si spiega perché in questo dato vengono conteggiati anche i rapporti di lavoro di breve o di brevissima durata. Non per niente lo stesso presidente Mattarella ha di recente osservato quanto la piaga del “lavoro povero” si stia estendendo provocando una vera e propria lacerazione della coesione sociale. Infine l’Istat fotografa una realtà dove si moltiplicano a dismisura le crisi aziendali e nella quale settori per tanti anni trainanti come l’automotive si stanno riducendo (vedere Stellantis) ad una dimensione residuale.
Ebbene, un Paese che registra una simile situazione avrebbe bisogno di una manovra coraggiosa, capace di indicare con nettezza una barra di misure destinate a sostenere gli investimenti e la crescita, a favorire la transizione ecologica e l’economia green, a indicare una politica di spesa certamente rigorosa e selettiva ma in grado di eliminare sprechi e parassitismi e di chiedere contributi a chi nel corso di questi ultimi anni ha goduto di superprofitti e rendite di vario tipo. La Finanziaria dell’attuale Governo appare ben al di sotto della necessità, un concentrato di mance e mancette che, in alcuni casi, come per l’aumento di tre euro (sic) delle pensioni minime sconfinano nella vera e propria beffa. In più si devono segnalare alcune chicche che riguardano la sanità e la scuola. Le cifre messe a disposizione per la salute sono irrisorie e ben al di sotto di ciò che sarebbe servito per ridurre le liste di attesa e colmare la cronica mancanza del personale sanitario. Badate: ciò non lo dice solo Elly Schlein ma lo ribadiscono con nettezza gli ordini professionali di medici ed infermieri. Anche per il comparto scuola si prefigurano tagli lineari che si tradurranno a cascata nella riduzione di posti di lavoro per gli insegnanti e il personale amministrativo. Insomma, a fronte di un simile quadro complessivo che conferma ancora una volta la mancanza di “vision” dell’attuale maggioranza e la sua drammatica inadeguatezza, sarebbe quanto mai opportuno che il fronte dell’opposizione, smettendo di guardarsi l’ombelico, fosse finalmente in grado di avanzare un progetto davvero alternativo per il futuro del nostro Paese.
* Ex parlamentare