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Attacco ai valori

Antifascismo, tagli ai fondi: lo sdegno in Toscana

di Francesca Ferri

	L’Aned, associazione degli ex deportati nei campi nazisti, a Sant’Anna di Stazzema (foto da Instagram)
L’Aned, associazione degli ex deportati nei campi nazisti, a Sant’Anna di Stazzema (foto da Instagram)

Il governo Meloni riduce i già magri contributi a ex deportati e perseguitati politici. Parrini (Pd): « Rabbia e frustrazione, ma lotteremo: i soldi vanno semmai aumentati»

13 ottobre 2024
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Come si fa a tramandare alle generazioni future l’orrore dei lager nazisti? La crudeltà delle persecuzioni politiche dei fascisti? La resistenza e il sacrificio di chi si è battuto per la libertà? I libri di storia non bastano. Per raccontare quell’orrore ci sono alcune associazioni in Italia che portano i giovani a visitare i campi di concentramento, organizzano mostre e seminari, entrano nelle scuole. Sono volontari. Tutto quello che lo Stato versa loro, lo usano per le spese vive. Non sono tanti soldi. Eppure, saranno ancora meno.

A pochi mesi dall’80° anniversario della Liberazione e, per la Toscana, alla vigilia del proseguimento delle celebrazioni della strage di Sant’Anna di Stazzema, il governo taglia i fondi all’associazione dei perseguitati politici antifascisti (Anppia) e all’associazione degli ex deportati nei campi nazisti (Aned). Col rischio che chiudano.

Da anni Aned, Anppia e Anvcg (associazione nazionale vittime civili di guerra) ricevono una quota del fondo dell’Interno ripartita secondo una percentuale fissata nel 2006 dall’odg Cossiga: all’Anvcg il 78%, all’Anppia il12%, all’Aned il 10%. Ebbene il governo quest’anno ha modificato le percentuali. Mentre l’Anvcg passa dal 78 all’81% del totale del fondo, Anppia e Aned calano rispettivamente dal 12 al 10% e dal 10 al 9%. Queste ultime due, inoltre, si vedono tagliare anche la cifra assoluta stanziata: da 1,956 a 1,585 milioni. Il risultato? Gli ex perseguitati antifascisti avranno 49mila euro in meno, il 21% (dai 234mila del 2023 ai 185.838 del 2024), e gli ex deportati 28mila euro, il 14,4% (da 195mila a 167mila euro).

Le cifre sono stabilite, d’intesa col ministero dell’Economia, dal Viminale guidato da Matteo Piantedosi. E pazienza se Piantedosi non più di 3 mesi fa era al fianco della senatrice a vita Liliana Segre, iscritta all’Aned dal 1958, quando lei ha consegnato al presidente dell’associazione la medaglia d’oro al merito civile su indicazione di Mattarella.

Anche l’anno scorso il governo sforbiciò un po’ le cifre. Nel 2022, con uno stanziamento di 2.156.197 euro, Aned ebbe 215.619 euro, Anppia 258.743 e Anvcg 1.681.833. Nel 2012 il fondo era di 3.281.143 euro, nel 2013 di 1.892.961. Dal 2018 ha superato 1,9 milioni. Nel 2022 è arrivato a 2,1 milioni. Adesso si tagliano anche le briciole.

«Cosa provo? Rabbia e frustrazione, ma anche voglia di lottare», dice il senatore toscano del Pd Dario Parrini, oggi vicepresidente della commissione Affari costituzionali del Senato. «Il governo – prosegue – trova 800 milioni per i centri migranti in Albania, soldi buttati via, e non trova 100 o 300mila euro per l’Aned e l’Anppia? Nel 2020-2022 quando ero io presidente della commissione Affari costituzionali, coi governi Conte e Draghi eravamo riusciti a portare il fondo a un livello adeguato, 2,1 milioni. È sbagliato per principio togliere fondi ad associazioni che sono sentinelle di memoria. Semmai dovrebbero aumentare».

È stato l’attuale presidente della commissione, Luca Sbardella (FdI), a spiegare i motivi dei tagli in audizione: da quest’anno gli importi si assegnano in base agli iscritti.

«I nostri iscritti sono soprattutto familiari dei sopravvissuti. E solo il 2% dei deportati nei lager è sopravvissuto. Si capisce che gli iscritti non possono essere tanti, anche perché noi non facciamo iscrizioni di massa, con banchetti raccogli firma», spiega Laura Geloni, presidente dell’Aned Pisa, una delle quattro sezioni toscane insieme a Empolese Valdelsa, Prato e Firenze. Pochi iscritti, sì, ma l’Aned pisana riesce a coinvolgere in un anno circa 12mila persone con le sue attività. «Andiamo nelle scuole, diamo borse di studio per visitare i campi di sterminio, organizziamo mostre – dice Geloni –. Abbiamo avuto 270 persone all’ultimo. E per noi è tutto volontariato, non abbiamo alcun compenso, nemmeno rimborsi spese o gettoni di presenza». A Firenze gli iscritti Aned sono circa 200 e l’ultimo pellegrinaggio, a maggio a Mauthausen, ha coinvolto circa 300 persone. «La realtà toscana, come quella dell’Emilia Romagna, è particolare perché possiamo contare sul sostegno delle istituzioni e della società civile», spiega il presidente Lorenzo Tombelli. «Qui la politica crede nel nostro lavoro, sente questi valori. Le amministrazioni pubbliche ci aiutano a finanziare i pellegrinaggi, e così la Coop. Ma altrove credo avranno difficoltà».

Eppure possibilità di ritornare sui propri passi il governo ce l’ha. Il taglio al momento è solo una proposta. «Noi membri dell’opposizione abbiamo protestato contro questa proposta – dice Parrini – sia per il taglio del fondo, sia perché va contro una prassi 30ennale cristallizzata dal famoso odg Cossiga, penalizzando le associazioni dei perseguitati politici antifascisti e degli ex deportati nei campi nazisti». Questa proposta attende ora il parere delle Camere, che arriverà martedì. «È un parere obbligatorio ma non vincolante. Il governo di Giorgia Meloni ha l’ultima parola».  

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