La pioggia frena le disinfestazioni e la Dengue preoccupa in Toscana
Tre casi registrati a Sesto Fiorentino, due importati dal focolaio delle Marche per il quale l’Oms lancia l’allarme: «Speriamo che con il freddo calino i contagi»
FIRENZE. Il virologo star, Roberto Burioni, è convinto che le «autorità sanitarie» nelle sue Marche «abbiano «sottovalutando la gravità della situazione». Perfino l’Organizzazione mondiale della sanità ieri ha lanciato l’allarme per l’impennata di contagi da Dengue fra Pesaro e Fano. «Nelle Marche – scrive l’Oms – quest'anno abbiamo una emergenza legata all'insorgenza della Dengue come minaccia per la popolazione. Non è una diffusione massiva, ma con 130 casi quest'anno di trasmissione locale comparati con 82 dello scorso anno e zero dell'anno prima, il trend è preoccupante». Il guaio è che la Dengue da qualche giorno ha sconfinato anche in Toscana, dove le disinfestazioni di zanzare tigre si sono fermate per la pioggia.
Tre casi sono stati registrati a Sesto Fiorentino, alle porte di Firenze, due dei quali proprio di importazione. Madre e figlia sono state punte da una zanzare tigre infetta a Fano durante un alloggio a fine agosto, sono tornate a casa e dopo qualche giorno hanno accusato i sintomi simili a quelli dell’influenza. Per loro non è scattata neppure la diagnosi, che è arrivata adesso per il padre. Ma perché a distanza di così tanto tempo. Semplice: il caso dell’uomo viene considerato anche dal Dipartimento di prevenzione dell’Asl un caso autoctono. «L’ipotesi - spiega Renzo Berti, capo del dipartimento di prevenzione dell’Asl centro – è che il signore sia tornato in Toscana perfettamente in salute, che una zanzara locale abbia punto madre o figlia e, dopo qualche giorno, una volta in grado di trasmettere la malattia, abbia punto anche lui».
In fondo, il tempo di incubazione in una persona oscilla fra i tre e i 14 giorni prima della comparsa dei sintomi, che possono essere anche molto pesanti. «Non a caso questo virus tipico delle aree tropicali è anche chiamato febbre spaccaossa. Durante la comparsa dei sintomi si avvertono mal di testa e dolori articolari o muscolari molto forti. Inoltre si avverte la comparsa di una eruzione cutanea simile a quella del modrbillo. In casi di persone diabetiche o affette da asma bronchiale può essere anche molto pericolosa».
L’Oms confida che con l’arrivo del freddo l’epidemia scoppiata nelle Marche venga debellata con la scomparsa delle zanzare tigre, che sono l’unico vettore del virus. «Per le prossime settimane è probabile che l'incidenza dei casi decresca per l'arrivo del freddo», ha detto Michael Ryan, direttore esecutivo del programma emergenze sanitarie dell'Oms, a margine dei lavori del G7 Salute ad Ancona. «Certo, questo dimostra che le zanzare, ovvero il vettore di trasmissione – ha spiegato Ryan – stanno diventando più prevalenti e diffuse. La malattia si muove proprio con le zanzare e queste stanno cambiando, pungono anche di giorno e stanno aumentando in densità. E' quindi l'aumento della densità delle zanzare che sta creando un problema e questo anche a causa dei cambiamenti climatici».
Ma cosa è stato fatto in Toscana per evitare che scoppi anche qui un focolai come quello delle Marche? Due giorni fa sono partite le disinfestazioni nelle zone frequentate dalle tre persone contagiate, l’abitazione, i luoghi di lavoro e altri posti frequentati dai tre, tre-quattro a Sesto Fiorentino e due a Firenze. Di solito l’operazione coinvolge un’area di un raggio di circa 200 metri, ma si può fare solo in assenza di pioggia. Così ieri non è stato possibile eseguirla in alcune delle aree selezionate ed è stata rinviata ad oggi. Ma quali rischi ci sono. Secondo l’Istituto superiore di sanità quest’anno in Italia si sono registrati 625 casi di Dengue in Italia, 173 dei quali autoctoni, non importati dall’estero.