Il Tirreno

Toscana

In vendita

Chiese, monasteri e palazzi storici: le perle toscane sul mercato del turismo di lusso. Quali sono e i prezzi

di Alessandro Pattume

	Il chiostro&nbsp;di Santo&nbsp;Spirito&nbsp;a Firenze&nbsp;<br />
	&nbsp;
Il chiostro di Santo Spirito a Firenze 
 

Demanio e Diocesi si disfanno di edifici non più utilizzati: si pensa a una Rsa e ristorante in un ex convento di Firenze

10 settembre 2024
5 MINUTI DI LETTURA





Palazzi storici e chiese, ville, appartamenti e conventi. La Toscana vende i propri gioielli al miglior offerente e sembra mettere sul piatto l’essenza stessa della sua storia per attrarre capitali sempre più votati al turismo di lusso, quello che spesso finisce per gentrificare interi quartieri e città. Ma d’altronde, se non foste italiani e poteste permettervelo, quanto sareste disposti a sborsare per passare una notte nella casa dove Dante si dice abbia incontrato per la prima volta Beatrice? O nel monastero più antico della regione, a due passi da piazza del Campo a Siena? Oppure per passare la vecchiaia passeggiando in un chiostro del XIII secolo? A vendere non sono solo i privati, vendono tutti. Anche lo Stato e la Chiesa, da tempo alle prese con il calo delle vocazioni e con il problema della manutenzione del proprio sterminato patrimonio immobiliare.

Le “occasioni statali”

A Firenze, l’ex Caserma Ferrucci ospitata fino a qualche anno fa nel convento di Santo Spirito dovrebbe trasformarsi in una residenza di lusso per anziani con annesso ristorante. Ma c’è una battaglia in corso, con i frati e i residenti della zona che si oppongono alla possibilità dell’ennesima operazione di gentrificazione, permessa a suo tempo dal Ministero della Difesa, e promuovono un’operazione che riporti gli spazi a disposizione della città. Pure il ministro Crosetto s’era detto disposto a valutare nuove soluzioni, ma era lo scorso maggio, piena campagna elettorale: non se n’è saputo più nulla. E chissà quali, allora, tra le centinaia di immobili e terreni messi in vendita dallo Stato, diventeranno nuovi appartamenti, nuove residenze per anziani o ristoranti di lusso.

La “vetrina”

Spulciando la vetrina immobiliare del Demanio qualche idea riusciamo a farcela. Un appartamento di 130 mq sul Lungarno Pacinotti a Pisa, per esempio. Al secondo piano e con tre finestre sull’Arno, “prospiciente la famosa chiesa di Santa Maria della Spina”, vincolato dalla Soprintendenza, è stato messo in vendita a 222 mila euro. Oppure due appartamenti a Palazzo Squilloni, nel centro di Livorno. Uno al piano terra (133 mq) per 147 mila euro di partenza e uno al secondo piano (170 mq) 217 mila euro di partenza. E così via, provincia dopo provincia. A Empoli (FI), lo Stato mette in vendita una villetta storica (220 mq) vincolata e da ristrutturare a 123 mila euro; un negozio in viale Giannotti a Firenze e una porzione di villa Gaia a Fiesole (2 vani, 148 mila euro). A Siena, un ufficio dentro le mura della città, appena superata porta Camollia (287mila euro) e poco lontano l’ex casa del fascio di Serre di Rapolano a nemmeno centomila euro. Fino a tornare alla provincia di Pisa. A Coltano, per la precisione, «che in passato è stato sede del più importante centro radio d’Europa per comunicazioni transcontinentali – spiega il sito del Demanio – progettato e inaugurato nel 1911 da Guglielmo Marconi». Qui vengono messi in vendita due immobili residenziali vincolati a circa 60 mila euro ciascuno.

Vocazione immobiliare

Crisi di vocazioni come di fedeli, e un problema di manutenzione per un patrimonio immobiliare di cui si fatica ad avere contezza. Nonostante la sua storia millenaria e il portato culturale unico, la Chiesa propone affitti e mette in vendita immobili proprio come qualsiasi altro imprenditore del settore. L’ultimo caso è a Buggiano (Pistoia), dove l’ordine agostiniano ha deciso di mettere in vendita una porzione del convento di Santa Maria in Selva, fondato nel 1272 e abbandonato dai frati nel 2023. Una porzione di 2.500 metri quadrati con giardino, orto, oliveto e anche un chiostro rinascimentale. L’obiettivo dichiarato è quello che venga comprato per farne un albergo o un ristorante consono all’ambiente. E a chi non piacerebbe dormire all’ombra di un campanile vecchio di ottocento anni e cenare a lume di candela in un chiostro rinascimentale? C’è da dire che le singole Diocesi e l’Istituto per il Sostentamento del Clero, che si occupa di amministrare il patrimonio trasferito dagli ex benefici parrocchiali e integrare gli stipendi ai sacerdoti, cercano di soprattutto di affittare e solo in casi estremi di vendere. E non fanno nemmeno tanta pubblicità.

Ogni Diocesi ha il proprio Istituto per il sostentamento ma solo alcuni di questi curano una vetrina immobiliare. È il caso dell’arcidiocesi di Firenze, che sta cercando di vendere il complesso abbandonato di Santa Maria a Paterno (Vaglia, Mugello) composto dalla chiesa con campanile, una colonica e un altro edificio a due piani più una cisterna. La trattativa è riservata, come lo è anche per un complesso immobiliare tutto da rimettere in vendita a Montespertoli: una colonica, un garage, un altro fabbricato e terreno per 5.500 metri quadrati. La Diocesi di San Miniato invece si concentra su altre tipologie di immobili. Una villetta a due piani (186 metri quadrati), a cinque minuti dal centro della città e un ettaro di terreno, e un grande immobile (300 metri quadrati) adiacente alla chiesa di Brusciana. Anche in questo caso le trattative sono riservate. Molte altre Diocesi toscane hanno metodi vecchia maniera: per sapere se hanno immobili in vendita o in affitto, bisogna telefonare.

Nel Senese c’è il monastero di Sarteano, un ex convento delle Clarisse. E vicino a piazza del Campo l’abbazia benedettina di Sant’Eugenio, fondata 1300 anni fa.

Le grandi dimore

Per nulla riservato è invece il mercato degli immobili di lusso, dove per lusso, almeno in Italia e in Toscana, si intendono dimore legate a doppio filo con la storia e l’arte dell’intero Occidente. È il caso di villa Monna Lisa a Scandicci (Firenze), chiamata così perché si crede abbia ospitato niente meno che Lisa Gherardini, ovvero la Gioconda di Leonardo da Vinci.

È stata da poco rimessa in vendita per 18 milioni di euro. Un caso eccezionale, ma meno di quello che possiamo immaginare. Basta fare un giro sui tanti siti specializzati per rendersi conto di quante ville rinascimentali, palazzi storici, case torri e rocche medievali che sono state a vario titolo protagoniste della storia siano sul mercato. Dal centro di Firenze fino al Chianti e alla costa, passando per tutte le città toscane comprese nei pacchetti turistici di tutto il mondo. Una regione in vendita.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Il dramma

Due morti in 24 ore nei boschi della Toscana mentre cercano i funghi: l’ultimo caso sull’Amiata

Sportello legale