Il Tirreno

Toscana

Bolkestein

Spiagge, gli indennizzi risicati e lo spettro dei colossi finanziari: cosa spaventa i balneari e 10 punti chiave del ddl

di Mario Neri

	Una spiaggia affollata in Versilia (foto archivio)
Una spiaggia affollata in Versilia (foto archivio)

I dettagli del disegno di legge sulle concessioni. A chi perde risarciti solo 5 anni di investimenti. Gare entro il 2027 e punteggi più alti ai candidati che offrono di più agli uscenti

06 settembre 2024
6 MINUTI DI LETTURA





Un aumento dei canoni di appena il 10 per cento, indennizzi risicati e un premio in punti maggiore nelle aste (sì, adesso si possono davvero definire così) a chi offre il risarcimento più alto ai concessionari uscenti. Poi la possibilità per i Comuni di ordinare a chi perde la concessione la demolizione di case, piscine, rimesse e altre strutture «difficilmente rimovibili» senza che queste vengano “pagate” al vecchio titolare dal nuovo gestore, a meno che non siano state realizzate nei cinque anni precedenti.

Non solo le proroghe al 2027 sono un tetto di cristallo che rischia di infrangersi sotto i colpi del Garante del mercato e della concorrenza, ma il decreto appena licenziato dal governo suona coma una beffa per i balneari della Toscana e perfino per i supporter dei diktat dell’Europa. A diciotto anni dall’approvazione della famigerata direttiva Bolkestein, dopo mille proteste e infiniti tentativi di disinnescarla dei governi che si sono succeduti fin qui, la proposta uscita dalle trattative fra il governo Meloni e l’Unione europea scontenta tutti, categorie economiche, sindaci e perfino i movimenti che chiedevano che lo Stato smettesse di incassare solo briciole dal demanio pubblico sfruttato da un pezzo dell’economia del turismo che ogni anno macina miliardi di euro.

Proroghe di cristallo

Intanto il testo varato da Palazzo Chigi stabilisce che le gare si faranno. Niente rinvii. Se finora, aggiustamenti tecnici inclusi, la legge sulla concorrenza di Draghi aveva imposto la scadenza del 31 dicembre 2024 come termine ultimo, il pacchetto anti-infrazioni Meloni-Fitto sposta il confine per le proroghe al 30 settembre 2027. I Comuni dovranno chiudere le gare entro il 30 giugno dello stesso anno, con la possibilità di arrivare al 31 marzo 2028. Una leva straordinaria che potrà essere attivata solo in casi eccezionali di «pendenza di un contenzioso o difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa». Inoltre, seppure concordata con Bruxelles, la proroga al 2027 dovrà superare il vaglio del Quirinale. E il Colle, seguendo la giurisprudenza in materia, si era già opposto al precedente rinvio varato un anno fa.

Sindaci sotto scacco

Come se non bastasse Roma sembra scaricare tutto sui sindaci. In quattro pagine di modifica alla legge Draghi, il governo affida a loro la responsabilità di decidere se attuare il nuovo decreto oppure anticipare le gare. Saranno loro a dover scegliere, tenendo conto di un quadro incerto. Negli ultimi mesi infatti si sono rincorse sentenze e decisioni di Consiglio di Stato e Corte di giustizia europea che, ai Comuni chiamati in giudizio, hanno imposto le gare entro il 31 dicembre 2023 prima e poi entro la fine di quest’anno. Dunque, il rischio è che la proroga al 2027 di fatto venga ignorata dai tribunali. Non solo. L’Authority per la concorrenza e il mercato ha inondato di ricorsi al Tar i sindaci che hanno varato delibere di proroga delle concessioni. In Toscana sono finiti nel mirino quelli di Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Camaiore, San Vincenzo, Carrara, Grosseto e molti altri, e non è escluso che il Garante adesso riparta con una gragnola di diffide nei confronti dei Comuni lumaca.

Il mare davvero low cost

Non è un mistero che il testo sia stato negoziato con la commissione Ue e che nella trattativa ci sia finita anche la nomina da commissario di Fitto. Una poltrona a Bruxelles per tutto il posto al sole che l’Italia può offrire. Così, rispetto alla versione di fine agosto, questa delude i balneari anche sul fronte degli indennizzi, giudicati irrisori. Sia la legge Draghi che il testo costruito sulla base della proposta formulata dal deputato versiliese FdI Riccardo Zucconi prevedevano infatti il riconoscimento del «valore d’azienda». La nuova versione ha un sapore amaro, perché «in caso di rilascio della concessione a favore di un nuovo concessionario, il concessionario uscente ha diritto al riconoscimento di un indennizzo a carico del concessionario subentrante pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione (...) pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni». Certo, arriveranno i decreti attuativi ma il ddl è chiaro: l’indennizzo coprirà solo gli investimenti fatti (e non ammortizzati) negli ultimi cinque anni, nulla di più. Insomma, il mare verrà pagato davvero low cost.

Liberate le spiagge

Per stabilire con esattezza quanto valgano questi investimenti il concessionario uscente dovrà depositare in Comune una perizia, ma per il modello toscano è una mazzata. Non solo perché negli ultimi cinque anni quasi nessuno ha azzardato maxi investimenti con la prospettiva della spada di Damocle della Bolkestein, ma anche perché chi quelle spese le ha sostenute nei decenni passati costruendo case, edifici e altre strutture sul demanio pubblico – non senza permessi edilizi rilasciati dai Comuni con acrobazie lessicali come la «facile rimozione» –, adesso rischia di non vederle remunerate da un eventuale subentrante. Ed è una ulteriore beffa che il ddl offra ai Comuni l’opportunità di ordinarne la demolizione delle strutture a chi dovesse perdere la concessione, dato che agli albori della protesta contro la Bolkestein erano proprio i balneari a minacciarla come arma di persuasione per Bruxelles e i governi contro le gare.

Salvate i sovranisti

L’ultimo paradosso per un governo sovranista che ha giurato di salvare le imprese locali dall’assalto dei grandi colossi stranieri riguarda i bandi. Se è vero che ci sono le tutele per gli uscenti, la paura delle categorie è che le gare aprano la porta alle multinazionali straniere, affossando il modello delle imprese familiari, quasi dinastiche dei bagni. Se infatti è vero che i bandi dovranno privilegiare famiglie e imprese che hanno fatto dello stabilimento la unica fonte di reddito, i progetti che valorizzano il territorio, finanche nella gastronomia, lo è anche che al primo punto si premia l’offerta di indennizzo più alta rispetto a quella stabilita dalla perizia. E per gli osservatori questa è una specie di apriscatole del mercato balneare ai grandi gruppi stranieri dotati di capitali. Insomma, sovrana potrebbe diventare la grande finanza internazionale con la spiaggia nostra.

Le nuove norme in 10 punti

  1. Proroga delle concessioni fino al 30 settembre 2027.
  2. Gli enti locali dovranno concludere le gare entro il 30 giugno 2027.
  3. E’ possibile una deroga fino al 31 marzo 2028 in caso di «pendenza di un contenzioso o difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura».
  4. I bandi dovranno indicare la durata della concessione: che potrà essere di minimo 5 e massimo 20 anni.
  5. E’ previsto l’aumento dei canoni demaniali del +110%.
  6. Indennizzi calcolati sugli investimenti non ammortizzati degli ultimi cinque anni.
  7. Gli enti locali potranno favorire le offerte che proporranno un rialzo economico sugli indennizzi.
  8. I Comuni dovranno favorire i partecipanti che presenteranno progetti di miglioramento in termini di accessibilità alle persone disabili, di politiche sociali e ambientali, nonché di servizi che valorizzino le specificità culturali, folkloristiche ed enogastronomiche del territorio.
  9. Saranno privilegiati anche i concorrenti che si impegneranno ad assumere lavoratori con meno di 36 anni e che dimostreranno esperienza tecnica e professionale.
  10. Potrà essere imposta la demolizione delle strutture pre-esistenti.
Italia e Mondo
Stati Uniti

Spari vicino a Trump mentre gioca a golf: illeso l’ex presidente. L’Fbi indaga per tentato omicidio

Sportello legale