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Balneari, ok alla proroga delle concessioni e indennizzi per i gestori uscenti: c’è l’intesa con l’Europa


	Uno stabilimento balneare
Uno stabilimento balneare

La soluzione del governo in attesa delle nuove gare da bandire entro giugno 2027

04 settembre 2024
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Proroga delle concessioni in scadenza a fine anno fino al 30 settembre 2027, in attesa delle nuove gare da bandire entro giugno 2027, e indennizzo per i gestori uscenti che sarà pagato dai subentranti e calcolato in base a parametri definiti da un decreto del ministro dei Trasporti da emanare entro il 31 marzo prossimo. È questa in estrema sintesi la soluzione trovata dal governo per mettere un punto all'intricatissima vicenda delle concessioni balneari italiane. Un "punto di equilibrio", lo definisce palazzo Chigi in una nota dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri del Dl infrazioni, al centro poco prima di un vertice tra la premier, Giorgia Meloni, e i due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, «tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per la nostra Nazione».

La proroga delle concessioni

La bozza circolata oggi prevede l'estensione delle concessioni attuali all'autunno 2027, con la possibilità di una proroga fino al 31 marzo 2028. «In presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa». Le gare dovranno essere avviate entro giugno 2027 (nella bozza il termine era fissato a sei mesi prima della scadenza).

Come funziona

La durata delle nuove concessioni, spiega palazzo Chigi, andrà da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, per garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati. Prevista inoltre l’assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare.

Tra i criteri di valutazione delle offerte sarà considerato anche l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare. Un punto fortemente chiesto dalle associazioni di categoria, che non era presente nella bozza ma rientra nel provvedimento approvato in serata. Via libera anche all'indennizzo al concessionario uscente - anche questo uno dei temi caldi per i sindacati balneari - «pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione» anche in conseguenza a eventi calamitosi o per obblighi di legge, garantendo «un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni», stabilita sulla base di criteri previsti con decreto del Mit di concerto con il Mef da adottarsi entro il 31 marzo 2025. Il valore degli investimenti sarà determinato da una perizia.

La reazione dell’Ue

«La Commissione europea accoglie con favore la decisione odierna dell'Italia sul caso delle concessioni balneari. Ciò fa seguito a scambi costruttivi attraverso i quali la Commissione e le autorità italiane hanno raggiunto un'intesa comune sul quadro legislativo della riforma delle concessioni balneari italiane alla luce del diritto dell'Ue, con una soluzione completa, aperta e non discriminatoria che copra tutte le concessioni da attuare entro i prossimi tre anni», ha dichiarato la portavoce della Commissione europea, Johanna Bernsel.

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