Il Tirreno

Toscana

Altre direzioni
L’intervento

La storia di Mulan e del fratello malato: Ius Salus per tutti quanti

L’ingresso dell’ospedale di Prato
L’ingresso dell’ospedale di Prato

Nonostante alcune criticità, soprattutto legate ai tempi di attesa, la Toscana continua ad essere un modello di riferimento per la sanità

01 settembre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





di Enzo Brogi*

Era fine luglio e mi trovavo a Prato. Avrei dovuto incontrare, all’ospedale, un medico. Una ragazza orientale era seduta accanto alla porta centrale di quel grande ospedale alla periferia della più importante comunità cinese d’Europa. La facciata, con i suoi grandi pannelli verticali che ricordano i colori del marmo delle Apuane, sembrava cancellare la sua minuta figura, rannicchiata come a proteggersi da un invisibile nemico. La vedo così, mentre entro dall’ingresso principale. Mi accorgo che piange e allora mi avvicino e mi inchino per chiederle se posso fare qualcosa per lei. Non alza nemmeno la testa, ma ringrazia in un italiano stentato, anche se comprensibile. «Grazie, va tutto bene». Io insisto. «Come ti chiami? Cosa è successo?». Lei alza gli occhi scuri, dal taglio inconfondibile e mi guarda. Sono arrossati e lacrimosi. Mi metto a sedere accanto a lei, in terra. Le sorrido e mi presento. Lei dice di chiamarsi Mulan, vive a Prato da neppure un anno, con la sua famiglia. Il babbo, la mamma ed alcuni fratelli. Mi racconta che il più piccolo è stato ricoverato per una difficile complicanza polmonare. È lei che parla con i medici, i genitori ancora non conoscono la nostra lingua e sono terribilmente spaventati. Ha capito che la situazione è parecchio critica e che, quasi certamente, sarà necessaria un’operazione. Se è così, teme Mulan, serviranno tanti soldi, ma loro non hanno niente. Vivono tutti assieme in una stanza, racconta, la stessa dove lavorano, e riescono appena a campare. Come potrà sostenere l’intervento il fratellino? È disperata. Provo a spiegarle che in Italia la sanità è pubblica e che il fratellino potrà essere operato, se ce ne sarà bisogno, senza che la famiglia debba intervenire economicamente. Non mi crede, anche se io continuo a rassicurarla. Cerco sul telefono il Comune, parlo con una funzionaria e prendo un appuntamento per Mulan.

L’indomani alle ore 11. Mulan ascolta la telefonata, si rilassa un po’ e quasi sorride. Anche i suoi occhi sembrano aprirsi a un mondo nuovo. La mattina successiva dovrà andare al Servizio sociale e chiedere di Monica. La saluto con le mani giunte, Mulan questa volta sorride davvero. Mi abbraccia e mi dà un bacio sulla guancia. Una storia come tante, nelle pagine della nostra Toscana, riconosciuta come una regione che si distingue per la qualità dei servizi, con il suo sistema sanitario integrato e pubblico di ospedali, strutture locali e servizi territoriali che, collegandosi alla ricerca in collaborazione con le università, punta a garantire l'accesso universale alle cure, per tutti.

Nonostante alcune criticità, soprattutto legate ai tempi di attesa, la Toscana continua ad essere un modello di riferimento. Sì, Mulan può stare tranquilla, i sanitari metteranno impegno e professionalità per il fratellino come verso tutti i toscani. Non conta dove sia nato o dove abbia frequentato la scuola. E non serve autonomia per affrontare il problema che è uguale per tutti. Solo Ius Salus.

* Scrittore e attivista per i diritti
 

Sangue sulle strade
Il racconto

Studentesse uccise a Lido di Camaiore, il sorpasso all’autobus e l’auto a folle velocità: cosa hanno visto i testimoni

di Matteo Tuccini
Sportello legale