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Sami, la sua canzone sui migranti del mare e i viaggi della speranza

di Enzo Brogi
Sami, la sua canzone sui migranti del mare e i viaggi della speranza

Neppure quindici anni aveva quell’inverno che con altri disgraziati era partito dalle coste del nord dell’Africa per raggiungere l’Europa

26 agosto 2024
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Sami, un profugo e migrante. Neppure quindici anni aveva quell’inverno che con altri disgraziati era partito dalle coste del nord dell’Africa per raggiungere l’Europa. Era freddo, freddissimo, Sami batteva i denti ed abbracciava stretto stretto le poche cose che aveva dentro uno zaino militare. Il mare tempestoso e le ultime miglia impossibili da raccontare. Lo sgangherato caicco sembrava non riuscire più a reggere l’urto possente delle onde.

Tutto ballava e vacillava vorticosamente, nel grande mare che fu di Ulisse. Pianti, piscio e vomito si mescolavano alle urla terrorizzate, soprattutto dei bambini. Poi lo schianto e l’Arca in un attimo è relitto. Sami attorno vede corpi che galleggiano e altri che gridano e si agitano. Un ricordo indelebile, apocalittico e straziante. Adesso l’Europa è lontana, come l’Africa. Chiude gli occhi, l’acqua gelata e salmastra, lo inonda. È esausto e assiderato quando qualcuno lo afferra e lo solleva. Grida, parole incomprensibili, ma sente attorno asciutto, calore. Lo avvolgono con una coperta sintetica luccicante e calda. È salvo, ride e piange, ma non stringe più il suo zaino con i documenti, l’indirizzo in Germania della sorella e qualche soldo. Ma è salvo. È salvo dopo essersi affacciato alle porte dell’Inferno. Lo aspettano giorni in Centri di accoglienza putridi e sovraffollati, poi ancora randagio e senza documenti. Passaggi di fortuna, treni, pullman e ancora camion e treni. Un viaggio che sembra infinito. Finalmente arriva a Badolato, uno dei tanti borghi abbandonati della Calabria, una manciata di chilometri da Riace, il paese di Mimmo Lucano.

Gli raccontano altri profughi, che quelli sono i paesi dell’accoglienza. Ci sono case dove abitare, la gente è gentile, qualche lavoro e ospitalità. Anche io, che qualche volta arrivo in quelle terre, conosco Sami, viene a cena a casa mia, ci racconta, ci aiuta. È curioso, impara culture, lingue, abitudini e mestieri velocemente, risparmia soldi. Con Antonio Laganà, poeta e cantautore locale, interpreta anche una canzone “I migranti del mare”, che diventa una hit nelle radio della costa ionica e non solo. Impara l’italiano velocemente, ma è la Germania che vuole conoscere e che vuole raggiungere. E così Sami, ancora in inverno, riprende il suo cammino, con zaino e documenti nuovi per raggiungere Monaco e poi Berlino. Un nuovo viaggio, molto diverso “alle porte del cosmo che stanno su in Germania”.

Sami a Badolato non è più tornato, ma c’è ancora la sua canzone che lo ricorda e che si ascolta, pure sul web. Ancora drammaticamente attuale. Troppi compagni di Sami non ce l'hanno fatta e continuano a morire attraversando il Mediterraneo. E quelli che ce la fanno, magari adesso nel loro travaglio migratorio arriveranno al porto di Livorno assegnato dal ministero dell'Interno come "porto sicuro", inutilmente e crudelmente lontano dai luoghi di salvataggio. Ma con una efficiente macchina dell'accoglienza dei volontari, del Comune di Livorno e della Regione Toscana.

* scrittore e attivista per i diritti

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