Nuovo contratto per le Guardie ai fuochi
Colombo (Filt Cgil Nazionale): «Il rinnovo conferma l’impegno del sindacato unitario»
LIVORNO. Quello delle Guardie ai Fuochi, sottoscritto tra le parti lo scorso 25 luglio, è il primo contratto di lavoro per il quale è stato raggiuto un accordo all’interno dei sedimi portuali in una stagione di rinnovi che sta mostrando non poche difficoltà. Ne abbiamo parlato con Natale Colombo, della Filt Cgil Nazionale, Coordinatore della Segreteria Generale Guardie ai Fuochi, Ormeggiatori e Barcaioli.
Le Guardie ai fuochi nei porti è un settore di cui si sente parlare poco. Perché?
«Le guardie ai fuochi all’interno dei porti svolgono un ruolo unico di assoluta necessità a garanzia della sicurezza delle persone e dei mezzi sui quali operano in termini di prevenzione e vigilanza antincendio, oltre che sulle banchine durante le operazioni di bunkeraggio effettuando attività di sorveglianza durante le operazioni di carico e scarico dei combustibili. Analoga importanza rivestono nell’ambito delle attività di manutenzione a bordo nave o natanti in costanza di lavorazioni con fiamma oltre che durante tutte le operazioni di pre-varo di una nave con le cosiddette prove a mare dei sistemi di sicurezza antincendio. Insomma, una comunità che lavora con grande professionalità ed in silenzio, non appare in prima pagina e non si autopubblicizza ma ha un ruolo strategico a garanzia della piena operatività dei nostri porti».
Quando ci fu il disastro della Moby Prince sono intervenute le Guardie ai fuochi?
«Rispetto a quel terribile e tragico incidente le Guardie ai fuochi hanno svolto la propria opera quando la nave è stata attraccata alla Darsena Petroli e lì si sono adoperate per svolgere le cosiddette operazioni di raffreddamento affinché le autorità potessero accedere a bordo in sicurezza per tutti i rilievi utili alle indagini del caso».
È stato rinnovato il Contratto di lavoro nazionale, sono cambiate le regole?
«Il recente rinnovo siglato lo scorso 25 luglio conferma l’impegno del sindacato unitario a migliorare sempre più questo dettato contrattuale che intanto sta diventando punto di riferimento anche per le attività dei servizi integrativi antincendio al di fuori dei porti. Abbiamo finalmente attestato la garanzia retributiva al massimo delle prestazioni mensili ed abbiamo ampliato considerevolmente le tutele economiche e temporali sul trattamento di malattia aventi particolare riguardo alle cosiddette malattie gravi ed abbiamo aumentato la quota economica a carico delle aziende per l’assistenza sanitaria».
È stato positivo l’adeguamento economico rispetto al vecchio contratto?
«Abbiamo realizzato un adeguamento economico importante ed assolutamente in linea con le aspettative dei lavoratori: nel triennio di valenza contrattuale, gennaio 2024 – dicembre 2026, l’aumento a regime sarà di 180 euro al 6° livello e da riparametrare per i restanti livelli di inquadramento e cosa da rilevare e non trascurare è che questo aumento andrà tutto sui minimi retributivi consentendo, quindi, la naturale ma importante incidenza su tutti gli altri istituti economici ovvero il cosiddetto effetto trascinamento».
Cosa pensate possa essere migliorato nella vostra realtà?
«Ora ci godiamo questo bel rinnovo, ma al rientro dalle vacanze saremo già impegnati nel rimuovere un macigno che pesa sul nastro lavorativo ovvero abbiamo necessità di recuperare quello che non siamo riusciti a fare con l’associazione datoriale da qualche rinnovo a questa parte e cioè di aumentare l’intervallo minimo tra una prestazione e l’altra: dobbiamo riportarlo alle 11 ore indicate dalla specifica normativa, la Legge 66 del 2003, andando a superare le 8 ore indicate oggi e che molti anni addietro abbiamo concesso per arginare una criticità operativa contingente ma oramai superata ma anche a conferma del nostro massimo sforzo a garanzia della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro».