Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze
L’incendio partito da una delle linee di tiro, il presidente: «Dico solo che ho perso due amici»
PRATO. È successo di nuovo, 18 anni dopo, e stavolta è stato anche peggio. Il poligono di tiro di Galceti, alle pendici del Monteferrato, Prato nord, ha preso fuoco e a pagarne le conseguenze sono stati quelli che hanno avuto la sfortuna di trovarsi all’interno: il direttore di tiro Gabriele Paoli, 67 anni, e un frequentatore, Alessio Lascialfari, di 66 anni. I loro corpi carbonizzati sono stati estratti dai vigili del fuoco che per alcune ore, venerdì 26 luglio, sono stati impegnati a spegnere l’incendio del poligono, che poi si è esteso al bosco del Monteferrato. Un altro direttore di tiro, Leandro De Simone di 46 anni, si è salvato ed è stato ricoverato al Centro grandi ustionati di Pisa con ustioni sul 35% del corpo.
Cos’è successo
Quando la colonna di fumo si è alzata dal poligono, la mente di chi vive nei paraggi è tornata indietro al 4 luglio del 2006, quando un incendio del tutto simile costò la vita all’armiere Edo Carlesi, 70 anni, morto un mese e mezzo dopo all’ospedale di Pisa per le gravi ustioni riportate. Che la dinamica sia anche la stessa è ancora tutto da dimostrare. Serviranno settimane, se non mesi, di accertamenti tecnici per capire che cosa ha innescato il terribile rogo. Si sa però, dalle testimonianze, che l’incendio è partito da una delle due linee di tiro del poligono, accanto alla persona che in quel momento stava sparando. Nell’attimo fatale erano presenti almeno due tiratori e due direttori di tiro: Paoli, De Simone, Lascialfari e un’altra persona che è rimasta illesa e che poi è stata sentita dalla polizia e dai vigili del fuoco. A questi ultimi per il momento sono affidate le indagini, trattandosi di un incendio accidentale, e riferiranno già oggi alla Procura.
L’allarme
L’allarme è scattato intorno alle 16,20. «I vetri della finestra si sono messi a tremare – racconta una donna che abita proprio accanto al poligono – ma se devo dire la verità non ho sentito alcuna esplosione. È stata una cosa strana, i vetri tremavano, non capivo perché. Poi ho visto una colonna di fumo che si alzava dal poligono e ho capito che era successo qualcosa di grave». All’inizio i vigili del fuoco hanno pensato a un incendio di bosco, ma ben presto si è capito che le fiamme erano partite dalla struttura in muratura, come in quel maledetto luglio 2006. Una leggera brezza che si è messa a spirare verso nord ha fatto il resto, portando l’incendio sul versante del Monteferrato, dove per fortuna non ci sono abitazioni, anche se poi è stato necessario evacuare una casa dove c’era un bambino e che si era riempita di fumo. Le fiamme hanno lambito Villa Fiorelli e sono risalite sulla collina, mentre tre elicotteri del servizio antincendio della Regione facevano la spola prelevando l’acqua da alcuni laghetti nelle vicinanze. Poco dopo le 20 l’incendio sembrava sotto controllo.
La colonna di fumo e i soccorsi
Intorno alle 17 la colonna di fumo era ben visibile da tutta la città. La polizia municipale ha chiuso tutte le strade di accesso per consentire l’arrivo di alcune squadre dei vigili del fuoco insieme a tre ambulanze di Misericordia, Pubblica Assistenza e Croce Rossa. Una di queste ha trasportato Leandro De Simone fino all’elicottero che lo ha trasferito a Pisa. Le altre due sono rimaste nel piazzale davanti all’ingresso del parco di Galceti, ma purtroppo sono servite solo a dare assistenza ai parenti delle due vittime, che sono arrivati in lacrime, intuendo che non c’era più nulla da fare.
I telefoni
Quando il primo direttore di tiro e l’altro frequentatore del poligono sono usciti dall’inferno di fuoco, infatti, hanno subito detto che dentro erano rimasti gli altri due. Sono stati minuti frenetici. I vigili del fuoco si sono aperti un varco tra le fiamme e sono andati subito a controllare una zona di sicurezza, dove ci si può rifugiare in caso di incendio o esplosione, ma non ci hanno trovato nessuno. Sulla linea di tiro, invece, non si poteva arrivare perché proprio lì infuriava l’incendio. Dall’esterno gli amici di Paoli e Lascialfari hanno provato a chiamare i telefoni cellulari dei due, che però risultavano staccati, e questo ha aumentato il timore, poi rivelatasi fondato, che non ci fosse più nulla da fare.
Le testimonianze degli scampati
Le testimonianze degli scampati raccontano che sia Paoli che Lascialfari hanno tentato di domare l’incendio con un estintore, ma le fiamme li hanno travolti e non hanno avuto scampo. Mentre fuori ancora si sperava in un lieto fine, sono arrivati sul posto la sindaca Ilaria Bugetti, l’assessora Benedetta Squittieri ed è arrivato anche Aldo Iacopino, un agente della polizia provinciale che può dirsi doppiamente fortunato. Ci doveva essere lui, venerdì pomeriggio, sulla linea di tiro che ha preso fuoco. Invece per un contrattempo non ha potuto coprire il turno ed è scampato all’incendio. Gli hanno raccontato che cosa era successo e ha preferito non commentare. In tanti avevano gli occhi lucidi nel piazzale di Galceti, perché i frequentatori del poligono si conoscono un po’ tutti.
«Ho perso due amici»
«Dico solo che ho perso due amici», mormora il presidente Gianluca Ciolini prima di allontanarsi. «È una tragedia che mi colpisce nel profondo – ha detto la sindaca Bugetti – Sono vicina alle famiglie delle vittime. Mi stringo a loro insieme a tutta la città. Ci sarà tempo per capire cosa sia successo, compito che spetta solo alla magistratura. Ora è il momento del silenzio e del dolore. Ringrazio le forze dell’ordine e i volontari per il grande lavoro che hanno fatto dal primo momento e che continuano a fare fino a che la zona non sarà completamente in sicurezza».