Elba, l’isola (quasi) irraggiungibile: traghetti e aeroporto, cosa non va e i danni al turismo
Intanto si profila una domenica nerissima per lo sciopero dei lavoratori di Toremar
PORTOFERRAIO. Un gioiello irraggiungibile, o quasi. L’isola d’Elba mai come oggi si ritrova a vivere la condanna di un nodo, quello relativo ai trasporti, ancora tutto da sciogliere. E in tempi brevi, anzi «brevissimi – spiega il presidente degli albergatori dell’isola Massimo De Ferrari – perché non possiamo permetterci un 2025 all’insegna dell’incertezza. Per l’Elba sarebbe un danno d’immagine di proporzioni enormi».
La questione traghetti
Le questioni sul tavolo sono due: il trasporto marittimo e quello aereo. Per il primo si è ormai arrivati a quello che sembra un punto di rottura: per tutta la giornata di oggi, una domenica (21) in “altissima stagione” e con un traffico stimato tra i 26mila e i 30mila passeggeri nella sola tratta Piombino-Portoferraio, i lavoratori di Toremar hanno indetto uno sciopero alla luce della mancanza di chiarezza sull’atteso bando per la continuità territoriale e della contemporanea decisione dell’azienda di mettere in vendita parte della flotta. Anticipando uno “spacchettamento” delle rotte tra quella più redditizia (Piombino-Portoferraio) e le altre che contano molti meno passeggeri che potrebbe portare anche a un’impennata dei prezzi.
L’aeroporto
Per l’aeroporto La Pila sono invece ripresi soltanto i voli del venerdì con due rotte che collegano l’isola alla Germania, ma mancano quei collegamenti aerei che in passato univano l’Elba con Pisa, Firenze, Milano e la Svizzera. Anche in questo caso si è in attesa di un bando per la continuità territoriale aerea che, scaduto a inizio anno, ha scontato i lunghi tempi della burocrazia e ancora non è stato pubblicato (la conferenza dei servizi conclusiva dovrebbe essere fissata al 25 luglio). Mentre intanto è più che mai acceso il dibattito tra favorevoli e contrari all’allungamento della pista di atterraggio che potrebbe portare ad accogliere più voli.
Le preoccupazioni degli operatori
«Siamo penalizzati da uno scenario come quello attuale – commenta il presidente degli albergatori De Ferrari – questo clima di incertezza fa solo male all’immagine turistica dell’Elba che dobbiamo promuovere in Italia e anche all’estero. In vista del 2025 stiamo aspettando entrambi i bandi per la continuità territoriale e la situazione è tutt’altro che rosea: i contratti turistici si fanno sempre con mesi di anticipo e le fiere più importanti si tengono da ottobre a gennaio. Non possiamo presentarci senza sapere come e con quali prezzi un turista potrà raggiungere l’isola».
Il nodo più spinoso è proprio quello legata ai trasporti marittimi «per i quali – commenta De Ferrari – faccio un appello alle parti in causa: se non si riesce ad arrivare al bando entro ottobre, meglio prendersi altri 6 mesi di tempo e sistemare le storture del servizio, che ci sono, per il 2026: non possiamo restare ancora a lungo senza risposte».
Preoccupazione anche da parte del coordinatore della Gestione Associata per il Turismo dell’Elba Niccolò Censi. «Sono questioni particolarmente delicate e diverse tra loro – spiega – ma c’è un elemento comune: trasporti e infrastrutture sono fondamentali per garantire che l’offerta turistica elbana resti appetibile e anzi sia più moderna. Avere trasporti puntuali è un requisito sempre più centrale per il visitatore e tutto l’indotto ne risente se ci sono problemi. Quello che spero – conclude – è che si giunga presto a una soluzione che garantisca servizi e tariffe adeguate, sia per i residenti che per i turisti, per rendere l’Elba sempre più accessibile ed evitare di isolarla».