Neonati sepolti in giardino, Chiara Petrolini ai domiciliari: il parto poi la notte col fidanzato. «Ragazza difficile da decifrare»
La 21enne è accusata di aver ucciso due figli partoriti nella sua casa a Traversetolo, in provincia di Parma. Il procuratore: «Un bimbo è morto dissanguato. Sul web cercava: “Dopo quanto puzza un cadavere”». Il fidanzato è il padre biologico di entrambi i bimbi
PARMA. È accusata di aver ucciso entrambi i neonati ritrovati nel giardino della villetta a Traversetolo, in provincia di Parma, partoriti a distanza di un anno l'uno dall'altro. Chiara Petrolini, 21 anni, è ai domiciliari da stamani e dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di parentela per la morte del secondo neonato. La giovane deve rispondere anche dell'accusa di soppressione di cadavere per il primo neonato e di occultamento per l'altro. Il primo dei due neonati aveva ancora il cordone ombelicale attaccato al corpo ed era in posizione fetale. Il secondo, invece, era nato vivo ed è morto dissanguato.
Nessun controllo medico
Il piccolo respirava, scrive la Procura di Parma, guidata da Alfonso D'Avino, sulla base dei primi risultati dell'autopsia. La morte del piccolo è stata causata da «uno shock emorragico»: il cordone ombelicale era stato tagliato, ma lasciato senza una «adeguata costrizione meccanica dei vasi ombelicali che ha determinato il dissanguamento». Petrolini «aveva già deciso che il bambino non sarebbe sopravvissuto al parto, e tutto il percorso della gravidanza appare disseminato di indizi che conducono a questa terribile realtà». A cominciare dall'assenza totale di qualsiasi controllo medico nel corso della gravidanza, periodo durante il quale la 21enne ha assunto una «condotta incompatibile» con la gravidanza stessa. Come per esempio fumare marijuana, bere alcolici. Tra le ricerche effettuate in rete anche quella su «dopo quanto puzza un cadavere» che, per i magistrati, «finisce per essere la cartina al tornasole di tutta la vicenda, nel senso che essa sembra dimostrare che l’obiettivo» di Petrolini, «nel portare avanti la gravidanza, era solo quello di sopprimere il proprio figlio».
I genitori
Sono le stesse ricerche a indicare ancora una volta, per i magistrati, che la giovane ha fatto tutto da sola. Durante il primo parto di Chiara Petrolini, avvenuto nel maggio 2023, la sua famiglia era al saggio di pianoforte dell'altro figlio. I genitori, in qualità di «persone sottoposte ad indagine, e dunque in presenza del difensore di fiducia», furono sentiti dagli inquirenti. I due erano stati inizialmente indagati, così da poter fare gli accertamenti medico-legali, ma padre e madre della 21enne sono risultati non a conoscenza dei fatti. Ad oggi la loro posizione è stata stralciata. La mattina del 7 agosto, il padre della giovane, aveva trovato numerose «tracce di sangue nel bagno», su due tappeti, nel lavandino, sul rubinetto e aveva dato alla moglie i tappeti così che fossero lavati. Anche quando la 21enne ha parlato con il padre, l'uomo aveva mostrato «assoluta mancanza di sospetto sull’origine di detto sangue», che la figlia aveva «ricondotto a un ciclo abbondante».
Il fidanzato
Le analisi e gli accertamenti sul dna hanno messo in luce che "il padre biologico" di entrambi i bambini era il fidanzato di Chiara Petrolini. Il giovane, insieme con la la sua famiglia, ha sempre sostenuto di essere all'oscuro delle due gravidanze. «Mio figlio non sapeva niente della gravidanza, se ce ne fossimo anche soltanto accorti, l’avrei cresciuto io questo bambino. Lei poteva andare dove voleva». Lo ha detto la madre del fidanzato intervistata da Ore 14, la trasmissione in onda su Rai 2 condotta da Milo Infante. «Mio figlio è sconvolto. Se era surreale il primo, il secondo credo sia qualcosa che va oltre. Io credo che nel vocabolario italiano non siano neanche state inventate le parole per descrivere questa situazione», ha continuato la donna facendo riferimento al ritrovamento del neonato sepolto nel giardino di una villetta a Traversetolo il 9 agosto scorso. «Si frequentano da tempo. Si conoscono benissimo da quando vanno alle elementari. Lei è una ragazza tranquillissima, una persona che conosciamo da tantissimo. Non la voglio più sentire, io voglio solo che lei spieghi il perché e cosa le sia passato nell’ anticamera del cervello. È una persona che non voglio neanche incontrare. Non ci sarà mai una giustificazione a questa cosa qua, non voglio neanche saperne», ha concluso la donna.
Il fidanzato, dormì da lei la sera dopo il parto, senza accorgersi di nulla. «Questa cosa lascia perplessi. Lei e il fidanzato si sono visti dopo, in caserma. Dopo che lui ha preso atto di quanto avvenuto al figlio, i rapporti si sono chiusi», ha detto il procuratore Alfoso D'Avino. «Lei avrebbe detto di aver timore del giudizio del suo fidanzato», a cui, secondo gli inquirenti, nascose entrambe le gravidanze. «I rapporti sessuali tra loro sono sempre stati consenzienti», ha precisato D'Avino sottolineando che il giovane «è considerato persona offesa».
Una ragazza «difficilmente decifrabile»
Dall'intercettazione ambientale di una conversazione avvenuta tra madre e figlia è emerso «il sospetto di una pregressa gravidanza, collegabile a una emorragia avuta in precedenza», al primo parto. L'intera famiglia era negli Usa quando sono stati avvisati di quello che stava accadendo, erano partiti due giorni dopo che la 21enne avesse partorito. E hanno scelto di non tornare perché «benché avessero avuto contezza che nella loro casa era stato trovato un bambino cadavere, evidentemente ritenevano di non essere coinvolti». Ci saranno "accertamenti" sulla personalità della 21enne, una ragazza «difficilmente decifrabile», ha detto D'Avino, che parlando con gli inquirenti «ha pianto», ma «pentita non lo so». «Vi sono dei comportamenti che sembrano uscire fuori dai canoni della normalità, perché scegliere non per una, ma per due volte» di portare avanti «una gravidanza in assoluta solitudine» per poi "seppellire" i neonati «in tutti e due i casi, una ripresa della vita apparentemente normale, come andare dall'estetista o girando per bar e locali, pure questo induce a qualche riflessione».
Le ricerche sul web
Tra le ricerche sul web effettuate da Chiara Petrolini c'è anche quella su «dopo quanto puzza un cadavere». Lo ha detto il procuratore di Parma Alfonso D'Avino in conferenza stampa. Le ricerche erano diverse: «Su come fare sesso senza che si sappia della gravidanza, su come indurre il parto, sul travaglio meno doloroso possibile, varie le ricerche sull'aborto. Tutte queste ricerche portano a ritenere che, sin dall’inizio, fosse questo il suo obiettivo, ma ciò che sembra più difficile da giustificare sono due ricerche fatte nel corso del tempo: la visualizzazione di un video su come si decompone un corpo, nel febbraio 2024, fino alla ricerca, fatta alle 7 del mattino dopo il parto, avvenuto intorno alle 3, su dopo quanto tempo puzza un cadavere. Queste lasciano perplessi», ha detto il procuratore capo aggiungendo che «tra le centinaia di ricerche analizzate non ce n’è una contraria o qualcosa di diverso».