Luce e gas, il panico del libero mercato e delle mille offerte: i consigli per orientarsi nel caos
Davide Tabarelli: anziani dai 75 anni esclusi dal passaggio, anche gli altri utenti possono mantenere i gestori
Tartassati dai call center dei gestori del mercato libero che prefigurano offerte super vantaggiose per le bollette del gas e dell’energia. Nel mirino i titolari delle utenze, circa trentasette milioni in Italia tra famiglie (circa trenta milioni) e imprese di varia dimensione (circa sette). Da quando poi è scoccata in Italia l’ora del mercato libero del gas (dal 10 gennaio scorso) e in vista del prossimo sbarco anche dell’energia elettrica sul mercato libero (dal primo luglio 2024) le telefonate si sono intensificate. E nonostante che gli ultrasettantacinquenni siano per legge esenti dall’approdo sul libero mercato, continuano a essere tra i soggetti più bersagliati. E fra cifre, percentuali e condizioni prefigurate, il rischio di andare nel pallone e farsi strappare un «sì» è quasi naturale come uno schiocco di dita. Attenti: in merito al mercato libero di gas ed energia ci sono aspetti che devono essere spiegati per non incorrere né nei rischi di una scelta sbagliata né nel panico: oddio cosa scelgo.
«Tranquilli»
A rassicurare, soprattutto gli utenti ultrasettantacinquenni, è Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, società bolognese di ricerca e consulenza in campo energetico e ambientale. A fronte del caos nel quale siamo immersi «quello che dobbiamo spiegare – afferma Tabarelli – è che in particolare per persone di oltre 75 anni di età e in condizione di fragilità la fine del mercato tutelato non porta pericoli, che non succederà niente se non cambieranno gestore, che le forniture non verranno tagliate. Un consiglio? Non rispondete al telefono. Se vi chiamano proponendo di chiamare gestore non rispondente o dite di no. Anziani e fragili non sono interessati dal mercato libero, di fatto (a meno che non scelgano diversamente, ndr) rimangono dove sono». Quindi, tutto quello che si sta agitando, di fatto «è una tempesta in un bicchier d’acqua – sottolinea Tabarelli –. Il passaggio da mercato tutelato a mercato libero è più di forma che di sostanza».
Placet possibile per tutti
E anche per tutti gli altri utenti, gli “under 75”, l’avvento del libero mercato, prosegue la spiegazione di Tabarelli, non porta con sé l’obbligo di procedere a un cambio di gestore, a scegliere fra i tanti che ci sono sul mercato. «Se un utente decide di non fare niente – prosegue l’esperto – in sostanza da dopo il 10 gennaio cambia solo l’intestazione della bolletta del gas. Ci sarà scritto che la fornitura non proviene dal mercato telato ma da quello libero, ma il gestore può tranquillamente rimanere il solito. Per il gas come per l’energia a partire dal prossimo mese di giugno». Nell’imminenza dell’inizio del mercato libero del gas c’è stata un’asta, informa Tabarelli, per un pacchetto di 4,5 milioni di clienti a cui ha partecipato una quindicina di gestori: tra quelli che si sono aggiudicati il servizio della fornitura del gas ci sono Enel, Hera (che si sono aggiudicati sette lotti a testa, il massimo consentito), ma anche Edison (quattro lotti), Illumia (tre), Iren (due), A2A (due), Eon (un lotto). Ciascuno di questi gestori, con i quali i contratti possono essere stati avviati in passato e quindi vigenti al momento del passaggio dal mercato tutelato a quello libero, è obbligato per legge a fornire al cliente la cosiddetta tariffa “Placet”, acronimo di “prezzo libero a condizioni equiparate di tutela”, di fatto una forma contrattuale con condizioni prefissate dall’autorità (Arera) ma a prezzi liberamente stabiliti dal venditore. La tariffa placet scatta per l’utente che al momento della transizione dal mercato tutelato a quello libero decide di non fare niente: le condizioni, tiene a sottolineare sempre Tabarelli, «rimarranno valide per tre anni, dopodiché mi chiederanno quale tariffa preferisco, se voglio continuare a ricevere la tariffa placet» oppure se a quel punto si vorrà cambiare gestore.
Adempimento da Pnrr
Non è una scelta ma un obbligo per l’Italia l’abbandono del libero mercato dell’energia per il mercato tutelato. «C’è oggi un obbligo europeo a cui l’Italia non può venire meno – spiega Tabarelli –. Si cominciò a parlare di liberalizzazione del mercato nel 1999 con il decreto Bersani, poi ci furono promesse di liberalizzazione entro il 2019. Adesso il Paese deve affrontare il passaggio: perché la liberalizzazione del mercato viene fatta totalmente non soldi del Pnrr e fa parte di un processo di modernizzazione del Paese. Ma i singoli utenti, lo ripeto, non sono assolutamente obbligati a scegliere un nuovo gestore». Secondo i dati in possesso di Tabarelli, «il 4,5% degli utenti totali rientra nella categoria di over settantacinque e vulnerabili; un altro 4,5% del totale è la popolazione degli utenti “pigri”, quelli con meno di 75 anni che però hanno scelto di non andarsi a scegliere un nuovo gestore, «anche se per questo potranno non beneficiare di piccoli risparmi».
«Fidatevi di Arera»
Fatto salvo che i rischi di incorrere in una truffa esistono sempre, Tabarelli invita comunque tutti i cittadini utenti a fidarsi in primo luogo solo di quanto viene riportato dal sito di Arera, autorità di regolazione per energia reti e ambiente: «Il sito dell’Arera è pieno di indicazioni, da qui possiamo verificare se i gestori che ci hanno contattato sono tra quelli che si sono aggiudicati le aste per le forniture. In primo luogo ci vuole sempre del buonsenso».
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