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Morta a 15 anni fulminata nella vasca da bagno: 5 indagati, ci sono anche imprenditori toscani
La tragedia ad Avellino. I cinque sono accusati anche di omicidio colposo: sequestrati caricabatterie a Calenzano, Sesto Fiorentino e Pontedera. Maria Antonietta Cutillo era in video chiamata con un’amica. Nelle immagini i carabinieri in uno dei negozi coinvolti
AVELLINO. Morire a 15 anni per un caricabatteria difettoso, realizzato con materiali tanto scadenti da causare una scarica elettrica fatale. È l'accusa della Procura di Avellino per la morte di Maria Antonietta Cutillo, la 15enne che lo scorso 2 maggio rimase fulminata nella vasca da bagno a Montefalcione, in provincia di Avellino. Secondo la ricostruzione fatta dalla procura, a causare la scossa fatale fu l'estremità libera del cavo Usb del caricabatteria. Dalle indagini, condotte dai carabinieri di Mirabella Eclano, sarebbero emersi difetti di fabbricazione di uno dei componenti interni del caricabatteria, difetti, spiega la Procura, "riconducibili alla scarsa qualità tecnica del materiale" con cui sono stati realizzati gli stessi dispositivi. Secondo i tecnici del Reparto Tecnologie Informatiche del Racis, se quel componente fosse stato costruito con materiali e secondo i criteri di legge, la 15enne non sarebbe morta fulminata.
I cinque imprenditori, operativi in Toscana e Lombardia, sono stati raggiunti dal decreto di sequestro preventivo di un gran numero di caricabatterie, di fabbricazione cinese, a Calenzano, Sesto Fiorentino, Pontedera e Trezzano sul Navigli. Ai 5 vengono contestati i reati di frode in commercio e vendita di prodotti con marchi mendaci nonché dell'omicidio colposo della 15enne. In particolare, dalle analisi condotte sul caricabatteria usato dalla 15enne sarebbe emerso un difetto nel "condensatore ceramico a disco" dovuto al materiale di scarsa qualità con cui è stato realizzato. I dispositivi sequestrati, inoltre, non avevano le istruzioni d'uso, le avvertenze di sicurezza e le dichiarazioni di conformità CE e la marcatura 'classe Y' necessaria per i dispositivi elettronici. Molti dei caricabatteria sono già stati sequestrati ma, vista la diffusione del prodotto - potenzialmente pericoloso - sono ora state estese le ricerche in tutta Italia.