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'Ndrangheta e rifiuti in Toscana, le aziende orafe coinvolte: «C'era l’autorizzazione per conferire all’impianto Lerose»

'Ndrangheta e rifiuti in Toscana, le aziende orafe coinvolte: «C'era l’autorizzazione per conferire all’impianto Lerose»

Smaltimento illecito: questa l'accusa che riguarda anche gli scarti del distretto orafo aretino

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AREZZO. Dirigenti di aziende di Arezzo del comparto chimico-orafo sono indagati nell'inchiesta della Dda di Firenze sulle infiltrazioni in Toscana di imprese vicine alla 'ndrangheta e coinvolte negli inerti e nello smaltimento di rifiuti speciali di cui è stato notificato adesso l'avviso di conclusione delle indagini. Smaltimento illecito, questa l'accusa, che non avrebbe riguardato solo il keu, il rifiuto speciale scarto dei lavori di conceria a Santa Croce, ma anche scarti del distretto orafo aretino.

Tra queste aziende figurano la Chimet e la Tca di Arezzo, dove risultano indagati i rispettivi amministratori delegati e vari dirigenti. In note distinte le due aziende prendono posizione sull'inchiesta dei magistrati fiorentini. La Chimet conferma che "alcuni suoi dirigenti hanno ricevuto questa mattina la notifica dell' 'avviso di conclusione delle indagini preliminari' nel quale la procura della Repubblica di Firenze ipotizza reati ambientali legati al conferimento di un rifiuto (scoria vetrosa di fusione) all'impianto Lerose di Bucine", situato dietro una collina defilata in località Levane. "L'azienda - si legge nella stessa nota - contesta fermamente di aver operato al di fuori di ciò che prevede la legge e di ciò che le autorizzazioni, anche dell'impianto Lerose, consentivano di fare. Chimet ritiene che vi sarà tempo e modo per dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati".

Anche la Tca commenta in una nota l'avviso notificato dalla procura di Firenze "a tre persone della nostra impresa per vicende collegate al conferimento a recupero di rifiuti presso l'impianto dei Le Rose. Siamo stupiti della contestazione che ci coinvolge - si legge - e auspichiamo che sia fatta completa chiarezza. Daremo ogni utile supporto a dimostrazione della nostra estraneità alle condotte contestate. Siamo comunque sconcertati nell'apprendere delle ombre legate alla società, autorizzata dagli enti preposti, cui quindi conferivamo gli scarti di lavorazione. Saremo come sempre collaborativi con le autorità e allo stesso tempo ci riconosciamo nella richiesta di raggiungere la completa chiarezza in questa grave vicenda".

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