Mangiamolo... strano: tra ciotole-pet e altalene, ecco il ristotrash emozionale
A Crespina (Pisa) c’è Ka Voi: da una lavatrice può spuntare il risotto, ma la pasta può essere adagiata anche sulla tegola di un tetto
CRESPINA. Mangiare è anche gioco, divertimento, curiosità, genio e sregolatezza. Nasce così l’idea del ristorante “strano”, che recupera oggetti di uso comune normalmente non destinati alla cucina (ma igienizzati, inutile dirlo).
Nel comune di Crespina, nel Pisano, c’è Ka Voi (via Laghi Gioielli, a Ceppaiano) ristorante che si autodefinsce trash emozionale. In sala si aggirano il Cappellaio Matto e Zaccaria. Qui si mangia nelle ciotole del cane (pulite, eh), si servono vino e altre bevande dalle provette di laboratorio e ci si pulisce la bocca con la carta... igienica, disposta sui tavoli in rotoli.
Il cameriere arriva in “maschera” con pupazzi e altri attrezzi per servirvi la cena come non vi aspettate.
Da una lavatrice può spuntare il risotto, ma la pasta può essere adagiata anche sulla tegola di un tetto, e si può bere vino da una flebo... Insomma pezzi di recupero e curiosità.
Condite con una robusta dose di ironia toscana, dove non può mancare il “dito medio” accompagnato dal “Caa voi?” (tradotto dal dialetto: cosa vuoi) che dà il nome al locale... Chi viene lo fa per divertirsi e lascia a casa eventuale imbarazzi o suscettibilità. Meglio non essere permalosi. E a giudicare dalle migliaia di follower che seguono Ka Voi sui social, il format ha fatto centro.
«Vogliamo solo clienti un po’ pazzi», dicono i titolari. Che non mancano di battezzare i propri menu, ispirati alla tradizione toscana, con nomi “alternativi”, come la lasagna alla Zozzona o la zuppa pezzente. Ma si può mangiare anche all’aperto magari gustando un gelato sull’altalena “più lunga del mondo”, e visitare il museo del dito medio. Dove sono esposti oggetti antichi, vintage, una statua di Babbo Natale, bambole horror e una bilancia per pesarsi. Ma anche un Ape vintage super accessoriato con ogni genere di ninnoli della nonna (o del nonno). Trash, of course!
Un format che si sta diffondendo un po’ in tutta Italia, con caratteristiche diverse a seconda della tradizione dei luoghi, ma con lo stesso denominatore: divertirsi a tavola.
La Parolaccia “da Cencio” a Roma ha fatto storia e ha dato il via alla tradizione.