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“La bella vita” compie 30 anni e torna a celebrare Piombino: l'evento del Tirreno al cinema Metropolitan con Paolo Virzì

di Luca Centini

	Una scena del film "La bella vita"
Una scena del film "La bella vita"

Giovedì 23 gennaio la proiezione del film, una mostra fotografica e il talk al quale interverranno il regista livornese, l’attore protagonista Claudio Bigagli e alcuni piombinesi che parteciparono alle riprese. L’ingresso è libero

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PIOMBINO. Trent’anni. Sembra una vita. Eppure la storia di Bruno e Mirella, degli operai in cassa integrazione, di una città sospesa tra un passato pesante come la ghisa fusa di un altoforno e un futuro ancora tutto da scrivere, è attuale. Dannatamente attuale, a Piombino.

La bella vita, il primo profetico film del regista livornese Paolo Virzì è diventato da poco uno splendido trentenne, ma l’età la porta benissimo. Forse troppo bene, pensano i piombinesi che, dal 1994 ad oggi, attendono ancora lo scatto decisivo verso un futuro diverso da quello raccontato mirabilmente dal regista in un perfetto equilibrio tra dramma e commedia. Virzì raccontò la crisi di identità profonda della classe operaia e della fabbrica. Un film che nella città dell’acciaio toscana, ai titoli di coda non ci è mai arrivato. Come in un tunnel dal quale si stenta a intravedere la luce. Ma dal quale si vuole, finalmente, uscire.

Celebrare i 30 anni de La bella vita è un’occasione per tirare una riga con il passato e guardare con un pizzico di fiducia in più al futuro. È quello che intende fare Il Tirreno che, giovedì 23 gennaio dalle 17, organizza al cinema - teatro Metropolitan una proiezione evento del film a ingresso libero, preceduta da una mostra fotografica dedicata all’identità industriale (e non solo industriale) di Piombino, con alcuni scatti selezionati dal Fotoclub Il Rivellino, seguita da un talk al quale interverranno il regista Paolo Virzì, l’attore protagonista Claudio Bigagli e alcuni piombinesi che parteciparono alle riprese. All’epoca un evento assoluto per la città toscana.

Era il 1994. L’anno della discesa in politica di Silvio Berlusconi, giusto per dare un’idea. Virzì era un regista alle prime armi, Sabrina Ferilli (Mirella nel film) una bellissima attrice con una carriera tutta da costruire. Massimo Ghini era l’affascinante anchorman di Canale 3 che irretì Mirella nella sua trappola amorosa, segnando la svolta nella trama scolpita tra corna, sentimenti, acciaio e salmastro. Alla fine del film Bruno (Bigagli) è sulla spiaggia di Perelli. Ha abbandonato la bislacca idea di mettersi in proprio nel settore dell’acciaio, guarda una baracchina sulla spiaggia dove aprire uno stabilimento balneare. Ecco, proprio in quel pezzetto di Costa Est - oggi - uno stabilimento balneare c’è davvero (La Capannina di Fabrizio Lotti), l’altoforno è stato prima spento e poi abbattuto, eppure per Piombino la strada verso la diversificazione economica è ancora lunga. E nel futuro della città ci sarà ancora l’acciaio, molto diverso dalla fabbrica pesante di metà anni Novanta. In ballo ci sono i progetti industriali in via di definizione di Jsw Steel e della newco Metinvest - Danieli che intende realizzare a Piombino una nuova acciaieria green. Di questo si parlerà prima del film in una tavola rotonda coordinata dal giornalista del Tirreno Manolo Morandini che seguirà ai saluti del sindaco di Piombino Francesco Ferrari e del direttore del Tirreno Cristiano Marcacci. Interverranno l’assessora al lavoro e alle attività produttive Sabrina Nigro, il presidente di Jsw Steel Italy Marco Carrai, l’ad di Metinvest Adria Luca Villa e Francesca Pisa, direttrice comunicazione Europa Tenaris. Dopo il film spazio ai protagonisti della pellicola nel talk coordinato dalla giornalista del Tirreno Francesca Ferri e dal direttore Eventi del Gruppo Sae, Cristiano Meoni.

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