Il Tirreno

L’intervista

La voce di Karima per la madre di Mufasa, il re leone della Disney

di Simone Fulciniti
La voce di Karima per la madre di Mufasa, il re leone della Disney

La cantante livornese impegnata nel doppiaggio del colossal internazionale

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Il film “Mufasa - Il re leone”, colossal internazionale prodotto dalla Disney, è uscito in 572 sale italiane, presentato in pompa magna come l’evento natalizio per eccellenza a livello mondiale. Diretto da Barry Jenkins, racconta la vita di Mufasa, partendo dall’infanzia. Tra i nomi eccellenti, impegnati in una fase di doppiaggio “d’autore”, c’è anche la cantante livornese Karima Ammar, che dà voce alla madre di Mufasa, Afia, interpretando un brano. Un’esperienza vissuta qualche anno dopo “La principessa e il ranocchio”, che la vide nei panni musicali della protagonista.

Karima, come le è arrivata la chiamata?

«Le persone che mi hanno contattata sono le stesse che una quindicina di anni fa mi cercarono per “La Principessa e il Ranocchio”. Credo che la mia parte “africana", la voce calda, sia stata decisiva nella scelta, dato che la storia si svolge proprio in Africa. Ho cantato un pezzo straordinario, supportata da cori stupendi, che fa vibrare, emozionare fino alle lacrime. Inoltre, io ho doppiato la parte cantata, mentre quella parlata è stata coperta da Domitilla D’Amico, bravissima, che doppiò insieme a me la principessa Tiana, nel 2009. Quindi la produzione ha formato di nuovo una coppia vincente».

Quando è stata contattata?

«I primi di ottobre. È stata un’impresa velocissima. Sono andata a registrare il 28 ottobre. Ho trovato un ambiente blindato: la Disney non voleva che qualcosa trapelasse prima che il film fosse in sala. Sono arrivata a Roma, ho ascoltato il brano, l’ho imparato e subito inciso. Al volo. Mentre di solito, nella musica, prima di incidere, ci prendiamo il tempo necessario per metabolizzare la canzone e farla nostra. Invece no. Per fortuna ormai sono esperta, e in due ore da quando me lo hanno passato, l’ho registrato. Un impegno davvero complesso, e diverso».

In che senso?

«Quando canto, canto me stessa, do le mie interpretazioni. Qui invece ero la mamma di Mufasa, Afia, dovevo cantare a un cucciolo, usando sonorità diverse dalle mie».

Problemi anche di labiale?

«No. Ogni nazione ha il suo cantante. L’americana aveva cantato prima di me, quindi ho dovuto seguire il suo percorso, con le cadenze, le chiusure delle frasi. Volevano le facessi come lei, e mi hanno tolto le mie linee personali. Tipo copia e incolla».

Più fatica o divertimento?

«Più divertimento. E grande emozione, dato che io sono cresciuta col cartone animato del “Re Leone”, uscito nel ’94. Avevo nove anni e ho ancora la Vhs. Sognavo con questo cartone e oggi mi trovo dentro la storia a cantare. Quelle cose che uno non crederebbe possibili».

Il 17 dicembre grande “prima” a Milano. Come è stata?

«In stile Hollywood. In un posto pazzesco con grandi ospiti. Un cocktail di benvenuto a tema, tutto arredato “Africa”, compreso il cibo, e i ballerini coi costumi, uno show assoluto».

Tanti grandi nomi insieme a lei.

«Elodie, Marco Mengoni, Elisa, Luca Marinelli, personaggi davvero importanti. Ci siamo incontrati e conosciuti. Tutto bello e leggero. Grande stima reciproca: abbiamo brindato e cantato insieme Il cerchio della vita”. Una grande barca emozionale»

E c’è stato anche un salto nel passato.

«In questo lavoro mi ha seguita Virginia Brancucci. E fu suo padre, che adesso non c’è più, a seguirmi nella precedente esperienza. Quando l’ho vista le ho detto: “Mi hai lasciata da principessa giovane e sognante, mi ritrovi leonessa e mamma”. Un'occasione per riflettere sul tempo che passa. Poi mi ha fatto i complimenti per come sono arrivata al prodotto finito in così poco tempo: “Mai vista una cosa del genere” ha detto».

E lei come ha risposto?

«Che avevo un appuntamento con la “carbonara” per pranzo e, cominciando alle 11, non avevo altra via che quella di fare bene e alla svelta». 


 

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