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Viceré sul trono, la Gimonda lancia il nuovo cru nato in una vigna d’altura

di Enrico Bimbi
Giuseppe Mongelli e una bottiglia della sua nuova creazione: il Viceré
Giuseppe Mongelli e una bottiglia della sua nuova creazione: il Viceré

Giuseppe Mongelli ha scelto di abbinare al Sangiovese (90%) lo storico Colorino «L’uscita? Senza fretta»

17 giugno 2024
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Viceré, nobiltà di altri tempi. In un mondo dove tutto è frenetico, di corsa, c’è un vino che non ha fretta ed affina con calma le sue virtù. Si tratta del Viceré, vino cru dell’azienda agricola Gimonda di Terricciola. Nasce da un vecchio vigneto, impiantato quasi un secolo fa, che ha raggiunto una profondità radicale talmente elevata, fino a 20 metri, da nutrirsi e idratarsi in autonomia senza mai andare in stress idrico, anche nei periodi più aridi.

Qui il Sangiovese, che costituisce l’ossatura strutturale al 90%, è affiancato e sorretto dal partner storico della tradizione contadina di una volta, quando i vitigni bordolesi non erano presenti e per rinforzare la parte antocianica di un vino (il colore) ci si affidava al vitigno che portava nel nome la sua principale funzione: il Colorino. Quando la vite raggiunge questa longevità, la produzione è naturalmente limitata e i pochi grappoli che nascono sono leggeri, spargoli, aperti alla luce e al sole per maturare al meglio i propri acini. I processi di vinificazione sono seguiti direttamente dal produttore Giuseppe Mongelli, personaggio carismatico lontano dai social ma vicino al campo: la vigna.

La sua etica di lavoro non prevede compromessi, per Mongelli l’affinamento e la decantazione deve avvenire lentamente negli anni, senza forzature di pratiche finalizzate all’abbattimento dei costi.

Il Viceré esce con calma. Quando? «Non possiamo sapere apriori quando una vendemmia è pronta per essere commercializzata, dipende da tanti fattori- dichiara Mongelli- quello che decide è l’assaggio».

Attualmente è da poco uscita la vendemmia 2017, quindi dopo 7 anni, ma ci sono alcune annate che hanno necessitato ulteriore pazienza per armonizzare le componenti e per avere una buona polimerizzazione dei tannini. La fermentazione alcolica si svolge con le bucce per 20/24 giorni a temperatura controllata, con cadenzate e sapienti follature del cappello. La malolattica si svolge in barrique e qui permane per circa un altro anno. Dopodiché si trasferisce nelle bottiglie e si attende che il Vicerè sia pronto per essere messo nel bicchiere e degustato.

Il colore si presenta in un rosso rubino intenso con riflessi granati, al naso si apre con regalità, sentori di marasca e mirto si fondano alla mineralità e la spezia, piccole note di tostato che ricordano il caffè e nuance di sottobosco, sicuramente determinate dall’apporto del Colorino, completano la gamma olfattiva. In bocca è imperioso, austero e lascia esplodere una raffinata eleganza, la trama tannica è levigata, le varie componenti sono strumenti di una armonia concertistica.

Il finale è lungo e lascia una nettezza dei profumi di grande piacevolezza, invitando ad un nuovo sorso. Una volta in cantina il Viceré può sostare con tranquillità per tanto tempo. Alcune verticali hanno evidenziato la grande longevità di questo vino.

Tra le annate storiche è degna di menzione quella del 2007, non ancora minimamente attaccata da evoluzione ossidativa, con acidità ben presente, il frutto ancora fresco è un tannino che è vero velluto. Un importante appuntamento per conoscere i vini della Gimonda, Viceré compreso, alla presenza del produttore Giuseppe Mongelli, è in calendario per venerdì 21 giugno dalle ore 20,30 al ristorante il Convio di San Miniato dove è programmata una nuova Conviviale dedicata nella parte gastronomica al tartufo Scorzone.




 

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