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Grattamacco, dalle origini dei big Bolgheri

di Antonio Paolini
Grattamacco, dalle origini dei big Bolgheri<br type="_moz" />

L’etichetta simbolo della Doc toscana festeggia con due edizioni iconiche

17 giugno 2024
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Quasi superfluo rammentare a chi ha vissuto fin dagli albori l’epopea dell’enclave bolgherese il ruolo di Grattamacco. Allora guidata da Piermario Meletti Cavallari (oggi il figlio Giorgio fa vino di qualità in altra location) la cantina è stata pioniera nel calamitare sulla sua Castagneto e i pendii di Casavecchia gli allori di critica e guide nazionali e non. Aprendo ai vitigni “bordolesi”, ma senza smettere mai di puntare anche sul repertorio nazionale e locale: il Vermentino (prima a imbottigliarlo in zona) e il Sangiovese, ostinatamente e controcorrente mantenuto nel blend del Bolgheri Rosso.

Tra le prime anche a passare al bio, forte di 34 ettari di vigne, la cantina ha proseguito con slancio il suo cammino anche dopo il passaggio a un’altra famiglia, i Tipa (Claudio è tra l’altro zio di Ernesto Bertarelli, il tycoon divenuto star anche in ambito velistico trionfando con la sua Alinghi in due Coppa America) autori di poi altre acquisizioni di rango nel settore (per tutte Poggio di Sotto a Montalcino). Oggi Grattamacco festeggia il rilascio sul mercato (in 56 Paesi) dei due prodotti-icona: l’edizione numero 39 del Bolgheri Superiore (la 2021) e la 42 del Grattamacco Bianco (alias Vermentino) figlia del 2022. E se per la prima – spiega l’enologo “resident” Luca Marrone – la linea della casa resta quella di puntare anzitutto su identità territoriale, riconoscibilità ed eleganza (favorita da un’annata ricca ma alla fine equilibrata e dall’apporto prezioso dei terreni, misto di arenarie quarzose, argille bianche e sedimenti di roccia calcareo-marmosa) per il Bianco è stata decisiva la sequenza di un’avvio d’estate siccitoso, abbondanti piogge riparatrici di fine agosto e giorni successivi di vento e sole. La vendemmia (metà settembre) ha dato uve di spiccata personalità aromatica, vinificate per due terzi in acciaio e un terzo in barrique, con affinamento di sei mesi sulle fecce nobili pre-sbarco in bottiglia. Il risultato è un vino ampio ma senza flessioni, avvolgente e di felice prospettiva di vita: calice da puro gusto o nozze a tavola anche importanti e ben oltre i confini del mero repertorio marinaro. Il costo oscilla tra i 40 i 45 euro.

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